Riciclaggio pneumatici: la via per il recupero di oltre 300.000 tonnellate di gomme a fine vita

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Fototeca UE riciclaggio pneumatici selezione 2
Il consorzio Ecopneus presenta alla fiera “Ecomondo” di Rimini i risultati del riciclaggio che consiste nell’impiego energetico o nella produzione di asfalti silenziosi che abbattono il rumore del traffico e assicurano maggiore durabilità alle strade

 

Fototeca UE riciclaggio pneumatici selezione 2Ogni anno, in Italia si devono smaltire qualcosa come 300.000 tonnellate di pneumatici giunti a fine vita (PFU). Si tratta di un prodotto ingombrante e dannoso per l’ambiente, la cui destinazione fino ad oggi era costituita dalle discariche. La situazione sta progressivamente cambiando, avviando i pneumatici a fine vita verso altri impieghi tramite il recupero della gomma e dell’acciaio di cui sono composti.

Alla fiera “Ecomondo” di Rimini il consorzio Ecopneus (la maggiore realtà operante in Italia in questo settore) ha presentato i risultati del lavoro fin qui effettuato, testimoniato da ricerche e da risultati di laboratorio.

Oltre ad utilizzare il polimero di gomma riciclato da pneumatici fuori uso prodotto tritando finemente la gomma vulcanizzata nelle infrastrutture sportive, nei manufatti e nelle pavimentazioni per fare campi sintetici per calcio e per altri sport di squadra, pedane e piste, maneggi per equitazione, ma anche i tappeti antiurto sotto le altalene e gli scivoli nei campi giochi per bambini, sono destinazioni assai apprezzate, si può utilizzare il polverino per impieghi energetici, utilizzandolo in centrali termiche o altoforni al posto di prodotti petroliferi come il pet-coke, o coke di petrolio, un prodotto di risulta delle attività di raffinazione. Nel 2014 a questo utilizzo sono state destinate 183.021 tonnellate di PFU, il 59% delle 312.000 tonnellate ricuperate.

Altra metodologia di riciclaggio dei pneumatici consiste nel loro impiego nella produzione di asfalti modificati. In 27 province italiane sono stati realizzati tratti di strada per un totale di 342 chilometri utilizzando bitumi modificati con aggiunta di gomma da riciclo degli pneumatici fuori uso (PFU). Uno dei casi più recenti riguarda la riasfaltatura di via Marecchiese a Rimini: il nuovo asfalto, nato dal recupero degli pneumatici, ha dimostrato elevate capacità di assorbire i rumori generati dal traffico. In questa strada, dal traffico intenso, sono state effettuate indagini specifiche per valutare le prestazioni acustiche della pavimentazione realizzata. In collaborazione con Ecopneus e lo spin-off del Cnr di Pisa iPOOL srl, sono state realizzate due campagne di misurazione; in questo modo è stato possibile quantificare sia la parte di beneficio acustico dovuta alla semplice nuova asfaltatura sia il reale contributo della pavimentazione a basso impatto acustico valutato in circa 5 decibel, un risultato notevole.

Le migliore alle prestazioni dell’asfalto con l’aggiunta di polverino da PFU non si fermano alla sola capacità di abbattimento dei rumore. Migliora notevolmente la durata della pavimentazione all’invecchiamento e all’usura, mediamente di tre volte rispetto ad un asfalto tradizionale anche grazie ad una maggiore resistenza della superficie al formarsi di fessurazioni e crepe di ogni tipo, da cui consegue il contenimento degli interventi di manutenzione, con riduzione degli inconvenienti derivanti dai cantieri stradali e dei relativi costi. I vantaggi si estendono anche alla sicurezza degli utilizzatori della strada grazie alla migliore aderenza, al drenaggio dell’acqua che riduce drasticamente l’effetto “splash and spray” in caso di pioggia migliorando la visibilità, e alla minor presenza di buche, che sono spesso causa di incidenti per i veicoli a due ruote.

Per Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus, «per garantire la qualità dei prodotti finali è necessario evitare pratiche scorrette, quali frantumazioni da altre gomme, per esempio da tubi idraulici. Noi chiediamo attenzione alla separazione dei flussi e dei lotti, licenze separate per materiale. Serve un severo controllo della filiera. Stiamo lavorando – aggiunge Corbetta – a una certificazione, un bollino che attraverso letture ottiche permetta la completa tracciabilità».asfaltatura autostrada