Ospedale di Rovereto, accreditato il Centro provinciale di fibrosi cistica

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Ospedale rovereto bordon primario pediatria direttore ospedale e madici fiblosi cistica
Attività in stretta sinergia con il polo ospedaliero di Verona. Assegnata la massima valutazione accanto alle migliori istituzioni pediatriche italiane conseguendo una valutazione in classe 3 (con 3.691 punti su un minimo di 1.500)

 

Ospedale rovereto bordon primario pediatria direttore ospedale e madici fiblosi cisticaNato nel 2007, il Centro di supporto provinciale per la cura della fibrosi cistica della provincia di Trento ha sede nell’Unità operativa di pediatria dell’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto e rappresenta il punto di riferimento per tutti i pazienti trentini e non solo.

Nello scorso settembre sono state effettuate le visite della commissione di audit che ha valutato il Centro secondo le linee guida previste dalla Società Italiana Fibrosi Cistica (SIFC) e dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica (LIFC).

Soddisfatto Ermanno Baldo, direttore dell’Unità operativa di pediatria: «è con grande soddisfazione che, congiuntamente alla Lega Italiana Fibrosi Cistica – Trentino, presentiamo l’importante riconoscimento conseguito dal Centro di Rovereto. I valutatori che ci hanno visitato hanno assegnato al nostro Centro la classe 3, il massimo punteggio per questo tipo di accreditamento. Un risultato raggiunto anche grazie all’innovativo sistema di collaborazione fra gli specialisti, metodologia di lavoro che è stata segnalata dalla commissione di valutatori. L’obiettivo raggiunto va a costituire un traguardo prestigioso e una solida base per il futuro e vede il Centro di Rovereto tra le eccellenze delle strutture dedicate alla cura della fibrosi cistica». Per Baldo «il lavoro con gli specialisti dell’ospedale, coinvolti nel corso degli anni nella cura della fibrosi cistica, nel formare équipe definite sui bisogni del singolo paziente come l’attività del Picc-team in collaborazione con l’Unità operativa di medicina generale per il posizionamento ai pazienti di un catetere venoso centrale a inserzione periferica, costituiscono ambiziose progettualità nelle quali abbiamo creduto e che si sono consolidate nel tempo. Con la certificazione di accreditamento queste procedure sono diventate anche modelli operativi possibili per altre strutture e sono testimonianza dell’impegno e della professionalità che abbiamo il piacere di condividere con tutti gli altri professionisti dell’Ospedale di Rovereto e dell’Apss. Importante, nel raggiungimento di questo risultato, è stata la partecipazione attiva della Lega Italiana Fibrosi Cistica – Trentino la cui collaborazione ha portato alla costruzione di questo percorso e al suo esito positivo».

Orgoglioso del risultato il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Paolo Bordon, che ha espresso gratitudine al personale e ai volontari delle associazioni che operano all’interno delle strutture dell’Apss e ha sottolineato la soddisfazione per questo importante riconoscimento assegnato al Centro di Rovereto, «un Centro che da anni si occupa della cura della fibrosi cistica e che ora vede riconosciuto l’impegno e lo sforzo metodologico secondo i criteri di eccellenza dell’accreditamento. Questa struttura di riferimento per l’intera provincia di Trento opera in rete e in stretta sinergia con il Centro di Verona permettendo ai pazienti di essere curati in Trentino riducendo così gli spostamenti per accedere alle strutture extra provinciali. Il nostro impegno sarà quello di mantenere nel tempo i requisiti organizzativi che hanno permesso il raggiungimento dell’accreditamento. Di rilievo il punteggio otenuto, 3.691 punti su un minimo di 1.500, il più alto in assoluto tra i centri attivi in Italia».

Alla presentazione dell’accreditamento, oltre ai professionisti del Centro provinciale per la cura della fibrosi cistica, hanno presenziato anche Angela Trenti e Luca Tomasi, rispettivamente presidente e segretario della Lega Italiana Fibrosi Cistica – Trentino, che hanno sottolineato il positivo clima di collaborazione e sinergia tra tutte le figure coinvolte. «La richiesta di accreditamento – hanno evidenziato Trenti e Tomasi – è nata dai pazienti e ha coinvolto i pazienti. Questa certificazione si colloca nell’ambito dell’accreditamento professionale e consiste in una fase di autovalutazione e una successiva di confronto tra professionisti. Fondamentale per la prima fase è stato il ruolo dei pazienti e loro familiari coinvolti dall’associazione che ha portato ad individuare le esigenze maggiormente sentite. I pazienti e le famiglie sono stati protagonisti con pari dignità nella costruzione di una procedura di definizione degli standard che li riguardano direttamente e il loro coinvolgimento ha portato a scoperte reciproche, a una migliore comprensione dei problemi in campo e a una vera e propria alleanza per il raggiungimento degli obiettivi comuni, pur su fronti diversi e con ruoli distinti». 

L’accreditamento a pieni voti del centro trentino costituirà un volano per la crescita stessa del centro, oltre che fungere da attrazione anche per i pazienti da altre realtà italiane.