Ospedale di Mirano, inaugurata la nuova risonanza capace di esaminare anche obesi e claustrofobici

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Coletto: «un’altra puntuale risposta alle accuse di distruggere gli ospedali di rete»

 

risonanza magnetica ospedale mirano veneziaInaugurata all’ospedale di Mirano una nuova risonanza magnetica, capace di eseguire studi specifici, denominati “di terzo livello”, sulla prostata, la mammella e altri organi a rischio tumore, che prima andavano fatti in altri ospedali. La macchina, risolvendo un problema più diffuso di quanto non si creda, grazie alla sua ampissima apertura, è anche in grado di esaminare pazienti obesi con un giro vita di oltre due metri e pazienti claustrofobici. E’ costata 900.000 euro, finanziati dalla Regione.

Soddisfatto l’assessore alla sanità della regione Veneto, Luca Coletto che è intervenuto al taglio del nastro della nuova apparecchiatura: «oggi siamo di fronte alla smentita di ciò che è stato detto per mesi sparlando della riforma della sanità veneta, e cioè che avremmo distrutto gli ospedali di rete. Invece continuiamo a potenziarli, con macchinari e servizi, perché per la Regione sono e restano strutture insostituibili, strettamente collegate in rete con gli ospedali hub, o capoluogo che dir si voglia».

Accompagnato dal direttore generale Giuseppe Dal Ben e dal primario Andrea Bruscagnin, Coletto ha visitato la struttura. «Un macchinario così moderno in un ospedale di rete – ha aggiunto Coletto – traduce in concreto una scelta strategica che qualifica fortemente la riforma da poco approvata in Consiglio regionale: rafforzare sempre di più le dotazioni tecnologiche degli ospedali, il che, abbinato all’alta professionalità degli operatori, consente di dare migliori cure alla gente, tenendola in ospedale, dove nessuno sta volentieri, sempre meno. In questo caso, la risonanza consente di realizzare anche un importante filtro diagnostico sul territorio, per poter immediatamente decidere a quale livello va organizzata la cura del malato»

La risonanza di Mirano sarà operativa 13 ore al giorno ed è in grado di dare risposte al territorio, al massimo livello oggi possibile, sul fronte delle innovative “Breast Unit” e “Prostate Unit”, le nuove metodologie di presa in carico totale dei pazienti malati di cancro alla mammella e alla prostata.