Trentino lancia “Reddito di attivazione” per i licenziati

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Provvedimento che non ha uguali Italia, si richiede finita indennità disoccupazione ordinaria. Prevede l’erogazione del 75% dell’ultima Naspi per 6 mesi

 

inpsIn provincia di Trento dal 22 ottobre è possibile richiedere il “Reddito di attivazione” per i lavoratori licenziati a partire dal 1 maggio 2015. L’annuncio è stato dato dal vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e al lavoro, Alessandro Olivi, nel corso della presentazione del XXXI Rapporto sull’occupazione in Trentino.

Il provvedimento riguarda, per un massimo di sei mensilità, i lavoratori che abbiano terminato di utilizzare la Naspi (indennità di disoccupazione) e che siano in possesso di specifici requisiti, quali residenza e soglia di reddito. L’opportunità viene attivata dopo l’accordo, avvenuto la scorsa primavera, con il ministero del Lavoro e la sottoscrizione, nel luglio scorso, della convenzione con l’Inps, in base alla quale la Provincia potrà avvalersi della collaborazione dell’ente previdenziale per la gestione dell’ammortizzatore. 

La Provincia di Trento stima che l’erogazione del nuovo reddito di attivazione riguarderà potenzialmente circa 2.100 beneficiari all’anno in Trentino, per un importo corrispondente di spesa che, sempre secondo le stime, si aggira sui 2,7 milioni di euro. Diventa così operativo per i lavoratori disoccupati del territorio uno strumento di politica del lavoro che non ha eguali in Italia. Si tratta di una misura integrativa a sostegno del reddito, finanziata esclusivamente con risorse provinciali, che consentirà a coloro che hanno perso il lavoro, da un lato, di poter contare su un sostegno economico più lungo e più intenso nella fase di passaggio da un’occupazione a un’altra, dall’altro di coinvolgere attivamente – da qui la denominazione di reddito “di attivazione” – i beneficiari in progetti di promozione delle opportunità occupazionali, finalizzati a rendere più brevi possibile i tempi di rientro nel mercato del lavoro.

Con il “Nuovo reddito di attivazione” viene ulteriormente rafforzato il primo dei quattro pilastri del sistema di ammortizzatori sociali provinciali. Il modello trentino prevede infatti il “Reddito di attivazione” per i lavoratori disoccupati, il “Reddito di continuità” per i lavoratori sospesi, il “Reddito di qualificazione” per i giovani lavoratori che vogliono terminare gli studi o laurearsi e il “Reddito di garanzia” per le famiglie bisognose. Con l’introduzione della nuova indennità di disoccupazione (Naspi) e dell’Asdi, previsti dal “Jobs Act”, la Provincia di Trento ha provveduto a modificare e ad ampliare il “Reddito di attivazione”, estendendolo a una nuova categoria di destinatari. In particolare è stata prevista la possibilità di erogare, tramite l’Inps, una nuova misura che andrà a integrare l’Asdi e sarà rivolta a tutti quei disoccupati che, dopo aver fruito della Naspi, siano ancora privi di occupazione e si trovino in una condizione di effettivo bisogno. 

Il “Reddito di attivazione” era stato introdotto fin dal 2014, quando l’Agenzia del lavoro, tramite l’Inps, aveva dato avvio all’erogazione di questa indennità provinciale in favore dei disoccupati che hanno terminato di percepire l’Aspi o la mini-Aspi, in possesso di specifici requisiti di età e residenza nel territorio provinciale e che abbiano dimostrato di essersi attivati per la ricerca di un nuovo lavoro. L’obiettivo era prolungare la durata del periodo di percezione delle indennità statali già erogate dall’Inps. 

Il lavoratore che, dopo aver beneficiato di tutti gli ammortizzatori previsti dallo Stato, sia ancora disoccupato, non resterà dunque solo, ma potrà usufruire di un ulteriore intervento, migliorativo rispetto a quello statale, che ne favorisca la ricollocazione occupazionale. Potranno fare domanda del “Reddito di attivazione” i cittadini residenti in Trentino con un indicatore Isee fino a 8.000 euro. In questo modo viene notevolmente ampliata la platea dei beneficiari del sostegno statale (l’Asdi, Assegno di Disoccupazione) che viene concesso solo a fronte di un indicatore Isee fino a 5.000 euro, e solo in presenza di figli a carico o, in alternativa, di età superiore ai 54 anni. Condizione per l’accesso e il mantenimento del diritto al “Reddito di attivazione”, è la sottoscrizione da parte del disoccupato di un progetto personalizzato con il Centro per l’impiego e lo svolgimento delle misure di ricerca attiva di lavoro concordate ed in esso previste. Il “Reddito di attivazione” spetta per un periodo massimo di 6 mensilità, così come l’Asdi. L’importo è ora pari al 75% dell’ultima indennità di Naspi percepita, ma senza l’applicazione del massimale previsto per l’Asdi (che è di circa 450 euro). Sono inoltre previsti incrementi nel caso di figli minorenni a carico. 

L’accesso al “Reddito di attivazione” avviene su domanda in via telematica, che il lavoratore può inoltrare attraverso gli stessi canali previsti per l’Asdi, dunque o direttamente, accedendo al sito dell’Inps (se provvisto delle credenziali di accesso), o semplicemente rivolgendosi ad un Patronato. La domanda deve essere presentata entro 30 giorni dal termine della Naspi. 

Il “Reddito di attivazione” ha efficacia retroattiva. Potranno beneficiarne anche coloro che, avendo perso il lavoro a partire dal 1 maggio 2015, hanno già terminato la Naspi e presentino domanda entro il termine massimo di 30 giorni dalla data di pubblicazione della circolare Inps che informa dell’introduzione della misura. La circolare Inps verrà pubblicata il 22 ottobre 2016 sul sito dell’Inps.