I patti tra Trento e Roma nuovamente violati dal governo. Rossi: «il problema del Fondo pluriennale vincolato c’è e va risolto»
Dovevano essere “patti di ferro”, anzi di titanio quelli sottoscritti tra la provincia di Trento e il governo nazionale per fissare una volta per tutte i canali di finanziamento dell’autonomia speciale e la relativa compartecipazione al risanamento dei conti dello Stato. Non pago di avere eroso negli ultimi tre anni qualcosa come 1,5 miliardi di euro alle competenze finanziare dell’autonomia trentina, ora il Governo Renzi vuole mettere becco anche nella gestione dei residui, che Roma vorrebbe imputata al patto di garanzia, ma che Trento vuole spendere per investimenti.
Per evitare che “ballinino” qualcosa come 200 milioni di euro già inseriti nell’assestamento 2016, il Trentino torna ad impugnare davanti alla Corte costituzionale una legge dello Stato, per impedire che sia quest’ultimo a intervenire, unilateralmente e con legge ordinaria, sui bilanci di Provincia e Comuni, a fronte di un contributo che, attraverso il patto di garanzia, il Trentino ha comunque già dato al risanamento dei conti pubblici.
«Anche se abbiamo avuto in seguito ampie rassicurazioni, non da ultimo, dal viceministro Enrico Morando, riguardo all’intenzione di Roma di trovare un accordo che risolva le questioni tecniche sul tappeto da qui al 2020, quando il nuovo sistema, basato sul pareggio di bilancio, entrerà a regime – sottolinea il presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi – questa impugnativa rappresenta comunque un atto dovuto, a fronte di una norma nazionale che evidentemente non può stabilire ciò che noi dobbiamo fare. L’impugnativa serve a mettere in chiaro le cose, ed in particolare a ribadire che il Trentino, attraverso il patto di garanzia, ha contribuito, con responsabilità, al risanamento dei conti pubblici dello Stato, ma serve anche a rafforzare la trattativa in corso sul Fondo pluriennale vincolato, che la norma vorrebbe subordinare alle scelte di Roma. Il problema c’è e va risolto. Non possono chiederci di fare sacrifici due volte. Anche Bolzano procederà con una medesima impugnativa e per gli stessi nostri scopi».
Oggetto dell’impugnativa trentina sono quattro disposizioni della legge 164, approvata il 12 agosto scorso, in modifica alla precedente legge 243 sugli equilibri di bilancio, impugnate dalla Provincia. In particolare, nella nuova norma viene subordinato alle scelte della legge di Bilancio nazionale l’utilizzo, da parte di Provincia e Comuni, delle risorse contenute nel Fondo pluriennale vincolato, ledendo il principio consensuale che sta alla base del patto di garanzia. Inoltre, il Trentino contesta la scelta di demandare a successive leggi o atti regolamentari dello Stato la definizione delle regole in materia di equilibrio dei bilanci della Provincia e degli locali, violando le norme di rango costituzionale previste per l’attuazione del principio costituzionale del pareggio di bilancio.