Sottoscritto l’accordo fra Provincia e Hydro Dolomiti Energia
Migliorare ulteriormente la qualità delle acque e valorizzazione l’uso energetico delle risorse naturali rinnovabili. Questi gli obiettivi principali di un protocollo d’intesa tra la Provincia autonoma di Trento e Hydro Dolomiti Energia, approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore Mauro Gilmozzi.
Un protocollo che punta alla ricerca del delicato equilibrio tra l’obiettivo di qualità delle acque trentine e quello di valorizzare al meglio la capacità produttiva connessa all’utilizzo della risorsa idrica, la principale fonte di energia pulita di cui dispone il Trentino. Per il perseguimento di questo obiettivo, la Provincia e Hydro Dolomiti Energia s.r.l. – il maggior produttore idroelettrico del Trentino – mettono in campo un progetto sperimentale che prevede la ricalibrazione dei valori di rilascio della portata per il deflusso minimo vitale da alcune opere di presa afferenti alcune grandi derivazioni idroelettriche.
«Si tratta di un progetto importante e complesso – sottolinea Gilmozzi – attraverso il quale ci assumiamo la grande responsabilità di tradurre in un’iniziativa concreta i principi dello sviluppo sostenibile ed equilibrato. Infatti, attraverso questo progetto sperimentale, reso possibile solo a seguito delle analisi e dagli approfondimenti scientifici realizzati dall’Amministrazione provinciale dopo l’approvazione del Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche (PGUAP), che hanno condotto all’adozione prima dei bilanci idrici ed in seguito del Piano di tutela delle acque, si punta a ricercare, attraverso un approccio prudente, graduale e costantemente monitorato nei sui effetti, il punto di equilibrio tra le esigenze di tutela e valorizzazione della risorsa acqua».
L’accordo appena approvato si colloca nel contesto normativo sull’utilizzo delle acque pubbliche, che fin dal 2000 prevede che in Trentino, gli impianti idroelettrici garantiscano il rilascio di una quantità d’acqua minima costante – il cosiddetto deflusso minimo vitale – in modo da assicurare la salvaguardia dell’ambiente acquatico e la continuità dell’ambiente fluviale che utilizzano. Con l’adozione del Bilancio idrico provinciale (quantità delle acque) e, in particolare, del Piano di tutela delle acque (qualità delle acque) è stata introdotta la possibilità di verificare l’eventuale adeguamento dei valori di deflusso minimo vitale in presenza di determinate caratteristiche del corso d’acqua identificate nei piani stessi.
Il protocollo prevede una sperimentazione circa l’aggiornamento dei valori di deflusso minimo vitale per alcuni corsi d’acqua utilizzati a scopo idroelettrico che presentino un equilibrio ecologico buono. Il perdurare di queste condizioni verrà monitorato attraverso l’indice di habitat e l’APPA vigilerà affinché l’equilibrio sia sempre preservato. Il progetto avrà un’attuazione progressiva ed entro la primavera del 2017 arriverà a regime con un adeguamento dei rilasci d’acqua complessivamente quantificabile in una riduzione media di circa il 13% rispetto ai volumi oggi attuati.
«Questo progetto – evidenzia Gilmozzi – si accompagna all’attivazione, dal 1 gennaio 2017, dei rilasci da tutte le altre piccole derivazioni insistenti sul reticolo idrografico provinciale (circa un migliaio tra idroelettriche e per tutti gli altri usi) nella misura di 2 litri al secondo per chilometro quadrato di bacino imbrifero sotteso, già previsto dalla Giunta con deliberazione del 18 dicembre 2015. Nel suo complesso, quindi, la comunità trentina potrà registrare un ulteriore passo in avanti nel percorso, avviato circa 15 anni fa, di progressivo recupero della quantità e della qualità delle acque e, più in generale, degli ambienti acquatici (torrenti, fiumi e laghi). Negli ultimi anni – evidenzia l’assessore – stiamo registrando tutta una serie di nuove manifestazioni di interesse rispetto all’utilizzo plurimo delle risorsa idrica del Trentino e il nostro impegno va nel senso di ricercare, anche attraverso processi partecipati che coinvolgano le comunità locali interessate, soluzioni che siano in grado di contemperare le diverse esigenze – pesca, sport acquatici, ricreazione, usi agricoli, idroelettrico, ecc. – ferme restando le priorità assolute e non comprimibili dell’uso potabile e della qualità della risorsa».
L’iniziativa prevista nel protocollo permetterà un recupero della capacità produttiva stimato in circa 80 milioni di chilowattora di energia elettrica, pari ai consumi elettrici annuali di circa 30.000 famiglie.
«Produrre questa energia con una fonte pulita e rinnovabile come l’acqua – evidenzia l’ingegner Lorenzo Cattani di Hydro dolomiti energia (HDE) – permetterà di evitare complessivamente ogni anno l’emissione in atmosfera di 26.000 tonnellate di anidride carbonica. Questo significa un contributo concreto contro il cambiamento climatico, a favore dell’ambiente e delle generazioni future. Ciò senza contare che non ci sarà un’ulteriore uso del territorio per realizzare nuove opere, aumenterà la quota di energia ceduta gratuitamente alle amministrazioni pubbliche per far funzionare gallerie, musei, scuole e ospedali, e gli enti locali disporranno di maggiori risorse economiche da investire per le comunità, grazie all’incremento di canoni e sovracanoni rivieraschi e dei consorzi BIM».
L’accordo, vincola HDE a reinvestire una quota dei maggiori benefici economici per finanziare opere e iniziative a carattere ambientale, secondo uno specifico Piano di opere e di attività aggiuntive a favore del territorio, piano che sarà costruito nell’ambito di un confronto, di fatto già avviato attraverso il Consiglio delle autonomie locali, con le amministrazioni locali interessate.
Il raggiungimento di una maggior efficienza energetica in provincia e l’incremento della produzione da fonte rinnovabile, pur comportando un maggior uso della risorsa idrica, rappresentano un ulteriore tassello per proseguire in quel modello di sviluppo sostenibile e di politica ambientale delineati anche nell’ultimo Piano energetico ambientale provinciale concentrato sulla prevenzione dell’inquinamento ambientale e del riscaldamento globale grazie ad un uso delle risorse disponibili più efficiente e compatibile con il mantenimento della qualità dell’ecosistema fluviale.