Cassa Centrale Banca: a Verona decolla il progetto del nuovo gruppo bancario cooperativo

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Cassa Centrale Banca al via il progetto di Gruppo bancario cooperativo Fracalossi
Fracalossi: «da oggi il progetto parte». Sartori: «diventerà il gruppo bancario più patrimonializzato d’Italia, tra le prime dieci banche nazionali»

 

Cassa Centrale Banca al via il progetto di Gruppo bancario cooperativo FracalossiIl Gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano partirà prima dei tempi ipotizzati dalla normativa secondaria. Il patrimonio supererà il miliardo di euro previsto dalla normativa. A Verona CCB ha presentato il proprio progetto e il piano industriale. I prossimi mesi saranno impegnativi: le banche di territorio dovranno formalizzare l’impegno a sottoscrivere il contratto di coesione dando così vita alla nuova holding di respiro nazionale. La nuova realtà sarà ampiamente patrimonializzata. Superando la soglia normativa del miliardo di euro darà vita ad uno dei gruppi più solidi a livello nazionale.

Il direttore generale Mario Sartori ha illustrato i punti salienti del progetto che si fonda su un modello “risk based”. Nel rispetto della normativa di Vigilanza di prossima emanazione, sarà garantita alle banche più virtuose una responsabile autonomia gestionale. Il direttore di Ccb ha rassicurato anche le Bcc circa il patrimonio che dovrebbero mettere a disposizione della capogruppo per interventi di sistema. Sarà eventualmente una parte del capitale libero, stabilita con chiarezza a priori attraverso il contratto di coesione.

«Coniugare i valori fondanti del Credito Cooperativo con le prerogative di direzione e coordinamento della Capogruppo rappresenta la nostra sfida” ha esordito il direttore Mario Sartori -. Ci poniamo l’obiettivo di creare un Gruppo bancario cooperativo basato su un modello di sviluppo originale in grado di coniugare il valore e l’autonomia di un sistema di banche locali, espressione dei diversi territori, con il coordinamento e l’attività di indirizzo tipiche di una capogruppo bancaria. Se riusciamo a salvaguardare il modello, se siamo alla pari degli altri come prodotti, la relazione con i territori sarà l’unico vero vantaggio competitivo industriale. Questo non è un progetto “contro” qualcuno, ma un progetto “per” le banche cooperative», ha concluso Sartori.

«Vogliamo dare vita ad un gruppo in cui si realizzi l’efficientamento delle banche cooperative e nel quale la Capogruppo sia al servizio di queste ultime e non viceversa», ha affermato Carlo Antiga, vice presidente vicario.

Lars Hille, componente del Board of Directors di DZ Bank, ha espresso un convinto appoggio al percorso tracciato da CCB: «accompagneremo i nostri amici italiani nel loro cammino, non facile e pieno di sfide, che però parte da valide premesse. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro interno al fine di individuare gli ambiti operativi nei quali si potranno ulteriormente rafforzare i rapporti commerciali con CCB».

Il presidente Giorgio Fracalossi ha ricordato che per senso di responsabilità si è intrapreso un percorso di confronto con Iccrea Holding per valutare l’ipotesi di costituzione di un unico gruppo bancario a livello nazionale. Il dialogo, durato oltre otto mesi, ha evidenziato che ad oggi non esistono le condizioni per centrare questo obiettivo. «Pensare fin da subito ad un gruppo unico sarebbe velleitario», ha affermato il banchiere Carlo Salvatori, ospite del meeting. E l’economista Giuseppe Lusignani ha ribadito che «importante è stabilire un dialogo serio e serrato con l’autorità di vigilanza europea e italiana».

«Non c’è più tempo per tentennamenti, è ora di costruire qualcosa di innovativo che confermi la centralità della Bcc e Cassa Rurale al servizio delle comunità e dei territori, che salvaguardi il valore che questo sistema di piccole banche rappresenta per l’Italia» ha concluso Fracalossi.

Le tappe. Il gruppo potrebbe essere operativo dal primo gennaio 2018. Le tappe prevedono a partire dalla primavera 2017 l’operazione di aumento di capitale di 600 milioni in contanti e di 270 attraverso il conferimento delle società del gruppo. Partendo da un patrimonio iniziale di Ccb di 234 milioni, il patrimonio arriverebbe a 1,1 miliardi di euro.

Il gruppo – considerando l’adesione di 89 banche – si presenta come il più solido d’Italia, con un indice patrimoniale (total capital ratio) del 17,7%, e tra le prime dieci banche per dimensioni. Il cuore della nuova realtà sarebbe a Trento, sede di Cassa Centrale Banca.Mario Sartori Direttore CCB assemblea