Civica Trentina, Progetto trentino e Amministrare il Trentino compatti per bocciare la proposta di riforma. «A rischio l’Autonomia speciale delle province di Trento e Bolzano»
Anche in provincia di Trento si mobilità il fronte del “NO” al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Le forze politiche di opposizione in Consiglio provinciale Civica Trentina Progetto Trentino e Amministrare il Trentino hanno presentato i motivi della loro contrarietà al progetto di riforma costituzionale che dovrà essere votato dai cittadini.
Marino Simoni, capogruppo di Progetto Trentino, ha introdotto l’incontro spiegando come vi siano ragioni giuridiche ma anche politiche a favore del “NO” ad una riforma costituzionale «sostanzialmente ispirata ad un centralismo del tutto antitetico non solo all’assetto istituzionale nazionale così come finora lo si è conosciuto, ma anche e soprattutto a quello regionale e autonomistico». Di tenore analogo l’intervento di Rodolfo Borga, capogruppo di Civica Trentina, il quale ha posto in evidenza come «l’autonomia regionale e provinciale trentina sia fortemente minacciata da una riforma che ben poche garanzie offre». Non solo: per Borga «per la logica accentratrice che caratterizza l’intera riforma, ma anche perché questa obbliga una revisione dello Statuto dell’autonomia, la quale assai remotamente, – alla luce del ritorno al centro di alcune materie, dapprima demandate alla disciplina regionale, della clausola di supremazia statale – comporterà un drastico impoverimento della stessa». Il capogruppo di Civica Trentina si è inoltre soffermato sull’inconsistenza dell’argomento che i favorevoli a questa riforma maggiormente sottolineano, vale a dire quello di una riduzione dei costi della politica assai irrisoria e marginale.
Anche Nerio Giovanazzi, capogruppo di Amministrare il Trentino, chiarendo come non intenda «neppure porsi il problema di valutare il referendum come promozione o bocciatura del Governo Renzi», si è dichiarato «molto perplesso rispetto alla riforma che, se confermata, non garantirebbe l’autonomia trentina».
Da ultimo, il consigliere Walter Viola di Progetto Trentino ha a sua volta dichiarato «la contrarietà alla revisione costituzionale, da un lato enunciando come problematico un quesito che accorpa troppe disposizioni, alcune delle quali anche interessanti, e dall’altro tornando sull’infondatezza della tesi secondo cui i costi regionali sarebbero un problema prioritario, dato che 700 degli 850 miliardi del costo dello Stato non sono dovuti a spese regionali ma, appunto, statali».