Borga: «intollerabile la posizione del rappresentante religioso»
Di Rodolfo Borga, capogruppo Lista Civica Trentina
Il nostro intervento sulle condizioni alla cui esistenza, a giudizio di Civica Trentina, dovrebbe essere subordinato l’avvio di ogni discussione sulla realizzazione di una moschea a Trento, che l’imam Breigheche spalleggiato dalla Giunta comunale, dava per scontata non è rimasto privo d’effetti.
Rammentiamo, in estrema sintesi, che noi avevamo sottolineato la necessità inderogabile del verificarsi di due condizioni, prodromiche a qualsiasi discussione.
La prima riguardava i finanziamenti necessari alla costruzione. Finanziamenti che per un verso non potevano, per ovvie ragioni, gravare sui contribuenti trentini, per altro verso dovevano essere oggetto di un rigoroso controllo circa la loro provenienza, al fine di evitare quanto è già successo in molte città d’Europa. E cioè che la moschea fosse finanziata (e quindi controllata) da realtà che promuovono nel mondo l’estremismo, quando non il vero e proprio terrorismo (si pensi, ad esempio, a Paesi quali l’Arabia Saudita o le Monarchie del Golfo).
La seconda, assai rilevante, concerneva invece la necessità che i responsabili della predicazione condannassero espressamente e pubblicamente pratiche che nel nostro Paese non sono consentite od addirittura costituiscono reato. Facciamo riferimento al riconoscimento della libertà di culto anche per i mussulmani, cui deve essere riconosciuto il diritto di abiurare l’Islam (magari, come non di rado avviene per convertirsi al Cristianesimo), e che invece nei Paesi islamici sono perseguitati oda addirittura uccisi. Alla sostanziale ed effettiva parità tra uomo e donna. Ai matrimoni combinati ed alla poligamia, che in Italia costituisce reato. Al travisamento del volto. Alla rinuncia di qualsiasi giurisdizione fondata sulla legislazione islamica parallela a quella dello Stato, non essendo ovviamente accettabile che si costituiscano, come in molte zone d’Europa già accade, zone franche sottratte di fatto al controllo dello Stato.
Cose del tutto normali, perfino ovvie. Che però così ovvie per l’imam Breigheche evidentemente non sono! L’imam, infatti, ha immediatamente risposto alla nostra iniziativa con un’intervista al giornale on line “Il Dolomiti”, affermando che: a) la politica (e cioè i contribuenti trentini) si dovrebbe accollare il finanziamento; b) che loro rispettano la Costituzione e le leggi, ma che “nessuno ci venga a spiegare come dobbiamo comportarci”.
Di fatto, l’imam, cui va se non altro riconosciuto il merito di non nascondersi, da un lato pretenderebbe che la moschea fosse costruita con il denaro dei contribuenti trentini, dall’altro rifiuta di condannare pubblicamente pratiche che in Italia sono vietate od addirittura costituiscono reato!
Rifiuta, tra l’altro, di condannare la poligamia, i matrimoni combinati, le giurisdizioni parallele rette dalla legge islamica, che differisce profondamente su molti aspetti rispetto a quella dello Stato e che evidentemente dovrebbe valere soltanto per i non mussulmani. Rifiuta, in particolare, di riconoscere il diritto di abiurare l’Islam per una qualsiasi altra fede. E conclude questa sua chiarissima presa di posizione facendo una netta marcia indietro rispetto a quanto dichiarato il mese scorso.
Allora la moschea sembrava cosa fatta. “A Trento va costruita la moschea, con cupola e minareto; è il piano regolatore che dice che a Trento ci deve essere una moschea”, affermava alla stampa Breigheche. Ora, invece, messo alle strette circa il pubblico riconoscimento di principi che per noi sono del tutto normali, conclude affermando che “se la politica crede sia importante una moschea a Trento bene, ma non siamo certo noi a porre il tema”.
Benissimo. Una pietra tombale, vogliamo sperare, sulla questione moschea.
Crediamo, infatti, che ora chiarite le cose, neppure la maggioranza di centrosinistra sedicente autonomista, che non più tardi del mese scorso aveva sostenuto la pretesa dell’imam Breigheche, vorrà realizzare un luogo di culto, che dovrebbero finanziare i contribuenti trentini, ed in cui ci si rifiuta di condannare pubblicamente pratiche e comportamenti che non soltanto sono del tutto estranei alla nostra cultura, ma addirittura costituiscono reato.
Peraltro, ove così non fosse, Civica Trentina saprà farsi valere in aula, dove prima o dopo si dovrà comunque passare. Perché, contrariamente a quanto afferma l’imam, il P.R.G. non prevede alcuna moschea.
Infine, non possiamo non rilevare come nel mondo ci siano molti Paesi in cui la poligamia è consentita, dove i matrimoni combinati sono consuetudine, dove chi lascia l’Islam per un’altra religione è perseguitato, dove la donna è giuridicamente sottomessa all’uomo. Chi ha nostalgia per tali Stati o ne ammira la legislazione è ovviamente libero di raggiungerli. Se, invece, decide di restare o venire in Italia, deve accettare senza riserve le nostre leggi ed i nostri costumi. E se riveste ruoli responsabilità all’interno della comunità islamica, lo deve fare pubblicamente, senza riserve di sorta.