Quadri rubati di Castelvecchio a Verona: brutta figura del sindaco Tosi

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tosi a Kiev per cittadinanza onoraria a petro poroshenko
Le opere rinvenute in Ucraina tenute in “ostaggio” dall’oligarca Poroshenko che ha ricevuto pure la cittadinanza onoraria scaligera. Renzi s’impegna ad agire per la loro restituzione

 

tosi a Kiev per cittadinanza onoraria a petro poroshenkoLa storiaccia del furto dei quadri della pinacoteca comunale di Castelvecchio a Verona lo scorso novembre e poi rinvenuti in Ucraina sta sconfinando nel ridicolo per il sindaco di Verona e leader di Fare! Flavio Tosi, il quale oggi ha chiesto soccorso al premier Matteo Renzi in visita a Verona per recuperare il maltolto che rimane in una sorta di “ostaggio” a Kiev in una mostra voluta dallo stesso leader ucraino Petro Poroshenko.

I consiglieri regionali del gruppo Zaia Presidente, Luciano Sandonà e Stefano Valdegamberi, gettano sale sulla ferita tosiana: «“chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Sui quadri di Castelvecchio il comportamento di Tosi è comico: prima concede la cittadinanza onoraria a Poroshenko e poi, tramite i propri consiglieri regionali, chiede aiuto al Governo italiano perché gli vengano restituite le opere. Ma cosa è andato a fare a Kiev, forse il turista? A breve inizieremo una raccolta firme perché venga tolta la cittadinanza onoraria all’oligarca ucraino. Intendiamo ricordare  – proseguono Sandonà e Valdegamberi – tutte le azioni inconcludenti del sindaco di Verona, a margine delle dichiarazioni dei colleghi tosiani che hanno presentato una mozione con la quale chiedono al Ministro Franceschini di interessarsi per il rientro delle opere».

«La mozione presentata in Consiglio dai “tosiani” – evidenziano Sandonà e Valdegamberi – mette in luce le lacune del sindaco Tosi che prima concede la cittadinanza onoraria a Poroshenko, poi si traveste da vittima e, attraverso i propri consiglieri regionali, chiede aiuto al Governo italiano. Se non fosse vero, sarebbe una storia che potrebbe fare concorrenza ai più noti Romeo e Giulietta. Invece, in ballo ci sono opere dal valore di 20 milioni di euro e l’onorabilità di una città intera, derisa e oltraggiata dal comportamento del primo cittadino, incapace di far rispettare i tempi da lui stesso concordati per il rientro delle opere».

«Ci teniamo a ricordare – continuano gli esponenti del gruppo Zaia Presidente – che fu lo stesso Tosi a rassicurare tutti, affermando che le opere sarebbero rientrate a Verona subito dopo la mostra di Kiev. Questo non si è verificato e le opere sono ancora di fatto sequestrate in Ucraina senza una data certa che ne certifichi il ritorno. Oltre al mancato restauro, che potrebbe comportare danni ingenti alle opere, la permanenza in Ucraina dimostra tutta la debolezza di Tosi che, nel muoversi da solo, ha dato prova di tutta la sua inconsistenza, aggravato dal fatto che proprio Tosi il giugno scorso è volato a Kiev per concedere la cittadinanza onoraria a Poroshenko, lo stesso Poroshenko che non solo trattiene i nostri quadri, ma che ha anche sostenuto con forza le sanzioni alla Russia che costano alle imprese venete 680 milioni di euro e centinaia di posti di lavoro».

L’appello di Tosi al suo alleato Tosi non è caduto nel nulla: «credo che sia arrivato il momento in cui i quadri tornino a casa» ha detto il presidente del Coniglio, Matteo Renzi, riguardo al “caso” delle 17 opere d’arte trafugate al Museo di Castelvecchio, ribadendo che «ho preso atto del problema, a questo punto lo gestirò personalmente. Telefonerò e alla prima occasione incontrerò il presidente Poroshenko». Il premier ha evidenziato che «è un assoluto dovere che i quadri tornino a Verona e sono certo che i nostri amici ucraini non faranno mancare la loro collaborazione. E noi ci incaricheremo di ricordarglielo».