Pronto l’accordo tra atenei del Veneto per il “Competence Center” che potrebbe essere esteso a tutto il NordEst
Tour elettorale al Nord del premier Renzi che a Milano e Verona ha presentato alle categorie economiche e al mondo della ricerca univesitaria i contenuti del piano “Italia 4.0”.
Nel suo incontro a Verona, Rezni ha detto che su “Industria 4.0” «siamo arrivati un po’ in ritardo, ma cerchiamo di cogliere il positivo facendo un benchmark delle altre esperienze per evitare errori. Il governo mette delle regole che sono chiare e poi sta alle imprese giocarsele – ha aggiunto, stigmatizzando – la logica del fallimento visto come peccato e non come tentativo che non è riuscito, perché è meglio rischiare e fare che stare alla finestra» Chiaro l’allusione al principale competitor del PD, il M5S alle prese con il caso Roma e il “niet” alle Olimpiadi. Renzi è sicuro: «questo Paese o lo rimettiamo in campo o perderemo opportunità per figli e nipoti. Dobbiamo darvi regole più semplici possibili, meno burocrazia possibile e tempi certi: il resto ve lo giocate voi perché siete più bravi. Quello che manca è un atteggiamento culturale sul futuro dell’Italia – ha continuato Renzi -. Non ne posso più di quelli che dicono che il tempo migliore dell’Italia è il passato, non è vero. L’Italia può essere competitiva nel mondo. Abbiamo fatto finalmente qualcosa che ha smosso il paese però ancora non basta. Noi da parte nostra faremo tutto il possibile per dimostrare che all’Italia serve grande ventata di futuro, voi dimostrateci ancora che quando si compete nel mondo poche realtà sono in grado di giocarsela con gli italiani». Parole da incidere nell’oro, se non fosse che lo stesso Renzi ci ha abbondantemente abituato ad affermazioni cui quasi mai seguono i fatti.
Renzi, accompagnato dal ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, a Verona ha incontrato i rettori delle università venete e il presidente della Crui. Il Parco scientifico tecnologico di Venezia sarà il primo centro di insediamento delle attività legate al piano “Italia 4.0”, che verranno poi estese in fasi successive ad altri poli a Padova e Verona. L’accordo fra atenei è pronto e verrà sottoscritto il prossimo venerdì 30 settembre a Padova nel corso degli “Open Innovation Days”.
«Poter contare su un centro di insediamento, il Parco scientifico e tecnologico “Vega” a Porto Marghera, consente di metterci subito al lavoro per declinare operativamente obiettivi e strategie», sottolinea Michele Bugliesi, rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il “Vega” di Marghera sarà «uno dei luoghi in cui prevedere le attività di promozione dei trasferimenti di conoscenza e tecnologia e di accelerazione d’impresa previsti nel piano» ribadisce Alberto Ferlenga, rettore dell’altra università veneziana inclusa nella rete, lo Iuav. Secondo Nicola Sartor, rettore dell’Università di Verona, «la rete degli atenei veneti è eccellente sul fronte della ricerca e allo stesso tempo la presenza diffusa di piccole e medie imprese è un terreno particolarmente fertile per l’innovazione e la ricerca». L’inclusione del Veneto nel piano “Italia 4.0” è «un successo del sistema Veneto», conclude Rosario Rizzuto, rettore dell’Ateneo di Padova, istituto capofila nella costituzione di un “Competence center”, «muoversi in maniera unitaria, mettere insieme forze e competenze, porta ad ottenere i risultati prefissati».
Alberto De Toni, rettore dell’Università di Udine e segretario generale della Crui, in occasione della presentazione del piano “Industria 4.0” del governo a Verona ha detto che «l’Ateneo di Udine in totale accordo con le altre università del Friuli Venezia Giulia auspica che si possano trovare le forme più opportune per lanciare un progetto che coinvolga l’intero NordEst e che colga le opportunità del piano “Industria 4.0” per valorizzare le nostre capacità mettendole sia a servizio del territorio, sia per la promozione di iniziative internazionali. Udine – continua De Toni – si fa forte dell’esperienza interateneo avanzata di alcuni progetti già avviati e consolidati nel corso di questi anni, come ad esempio il Laboratorio di meccatronica avanzata del Friuli Venezia Giulia, centro internazionale di eccellenza per l’innovazione industriale, nato dalla collaborazione tra le tre università regionali, finanziato dalla Regione e dal Miur. Il progetto “Industria 4.0” del NordEst potrebbe articolarsi su base regionale e basandosi per la regione Friuli Venezia Giulia sul Laboratorio e su altre esperienze industriali quali la “Lean factory” di Pordenone, cogliendo anche – conclude – l’appello degli industriali del Friuli Venezia Giulia e del Veneto».
La sodisfazioned el mondo produttivo è testimoniata dal presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco: «finalmente si ragiona di politica industriale, con visione organica e di medio termine, approccio orizzontale e automatico e robusti stimoli all’economia. Questa è l’ultima chiamata per il manifatturiero che è vitale per il nostro territorio, per il Paese e per la crescita che resta deludente. Una chiamata che investe noi imprenditori, le parti sociali, le università, il Governo e la politica, le Regioni e a cui dare insieme una risposta positiva. La sintonia che ha permesso il riconoscimento di un “Competence Center” sia la nuova cifra di un’azione di sistema del Veneto e del NordEst, rottamando campanili e vecchie logiche perdenti – prosegue Finco -. Da imprenditore penso che questo sia l’unico metodo per affrontare una sfida. Il primo banco di prova del piano sarà la legge di Bilancio cui toccherà blindarlo con stanziamenti adeguati per gli investimenti e per la produttività».