Ripercorrere l’esperienza del polo aeronautico europeo Airbus nel settore navale
Si può arrivare in Europa a pensare a un Airbus dei mari, un costruttore europeo di navi ripetendo quanto già accaduto nel settore aeronautico? L’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono non ha dubbi: «non è che si può fare, ma lo dobbiamo fare. Se non parliamo di questo l’Europa sparisce e sparisce anche ogni possibilità di crescita. Non perché un’iniziativa del genere da sola basta, però aiuterà moltissimo a fare consolidamenti in altri settori».
Nel corso del suo intervento al convegno del Cesi (Centro studi internazionali) sull’evoluzione della cantieristica navale militare europea, Bono ha sottolineato come nella cantieristica militare l’Europa, e l’Italia in particolare, «abbia la leadership mondiale, anche tecnologica: l’Europa sa costruire le navi meglio degli Usa. Gli americani non esportano navi. Non è un caso che solo l’Italia e altri due paesi europei, Gran Bretagna e Spagna, sono stati preselezionati dal Governo australiano in vista dell’aggiudicazione di una commessa da 25 miliardi di dollari» riguardante il rinnovamento della flotta di quel Paese. «C’è assolutamente la necessità di consolidare l’industria europea», ha poi proseguito il capo di Fincantieri. «Si sta perdendo tempo a parlare sempre e solo di finanza, di deficit, di Pil e non si parla dell’economia reale. L’Europa – secondo Bono – è stata costruita per cercare di rendere più efficiente il suo sistema industriale e oggi ci dovrebbe essere una spinta ancora maggiore a mettersi insieme perché la competizione non è più tra le industrie europee, ma tra queste e il resto del mondo. In Europa ci sono grandi aziende, ma queste da sole non riescono a competere. Questa è la verità. Poi, certo, se uno è nazionalista è nazionalista, ma alla fine assistiamo allo sfascio dell’Europa. Insomma questa è la situazione e tuttavia non si sta facendo niente. Penso che sia importante tenere sotto controllo il debito e le spese, ma è importante anche crescere, sennò alla fine strozzi tutti. A mio avviso – ha detto Bono – bisogna fare delle grandi operazioni industriali che saranno anche utili a cementare lo spirito europeo. Fincantieri lavora per aggregare l’industria europea della Difesa».
In linea con questo scenario, i protagonisti del settore parlano e ragionano con tutti:«con i francesi i contatti sono continui. Siamo i principali nostri competitors su tutti i mercati internazionali, quasi sempre alle gare ci presentiamo tutti e due, e abbiamo anche programmi in comune: sarà almeno 20 anni che lavoriamo insieme. Ma non ragioniamo esclusivamente con loro, siamo aperti a tutti» ha sottolineato Bono riguardo al fatto se vi fosse allo studio una forma di collaborazione rafforzata, se non una vera e propria aggregazione, con l’industria navale francese DCNS per costruire delle unità di superficie.
La necessità di addivenire ad un polo europeo di costruzione navale è stata ribadita anche dal capo di stato maggiore della Difesa, Claudio Graziano e quello della Marina, Valter Girardelli, che hanno entrambi auspicato un consolidamento dell’industria europea della Difesa.