Colline del Prosecco: presentati logo e protocollo di candidatura Unesco “Patrimonio dell’Umanità”

0
965
Prosecco colline unesco logo
Zaia: «inizia un cammino per la forte promozione territoriale». Caner: «un altro tassello del meraviglioso Veneto da valorizzare»

 

Prosecco colline unesco logoIl profilo stilizzato delle colline di Conegliano e Valdobbiadene, trasformate in un “puzzle” di verdi, gialli, blu e oro, adagiato su uno striscio di terra, simbolo del territorio: è il nuovo logo delle colline del Prosecco, il paesaggio dell’Alta Marca che ambisce a entrare nella lista Unesco dei “patrimoni dell’umanità”. Lo ha presentato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, nel corso di un’affollata conferenza stampa a palazzo Grandi Stazioni di Venezia, con il presidente dell’Associazione temporanea di scopo che ha promosso la candidatura Innocente Nardi, i sindaci dei 28 comuni del comprensorio collinare, il presidente della provincia di Treviso, Stefano Marcon, i rappresentanti delle categorie economiche, gli esperti del comitato tecnico-scientifico che supporta la candidatura, la rappresentante del ministero dei Beni culturali Renata Codello e il consigliere del ministro per l’Unesco Pier Luigi Petrillo.

«Il logo è una nuova, importante, tappa, nel percorso della candidatura del paesaggio del Prosecco – ha sottolineato Luca Zaia, che otto anni fa, da ministro all’Agricoltura, fu il primo lanciare l’idea del marchio Unesco per le colline trevigiane della Sinistra Piave –. Il logo è stato predisposto in concomitanza con la chiusura del dossier tecnico-scientifico elaborato dal team di esperti, coordinati dall’architetto Pietro Lauretano, e con la firma del protocollo d’intesa tra i 28 comuni delle “Terre Alte” della Marca e la Regione per la tutela paesaggistica del territorio». 

Per il presidente del Veneto, il logo dovrà contrassegnare ogni bottiglia prodotta sulle colline di Conegliano e Valdobbiadene e ogni attività promozionale del territorio, come simbolo del lavoro corale e “coeso” di tutta una comunità. «Ora abbiamo bisogno di un gioco di squadra compatto e unitario – ha auspicato Zaia – perché la candidatura superi nel 2017 la valutazione nazionale ed entri nella selezione degli esperti Unesco di Parigi».

Ideata nel 2008, lanciata nel 2010 con l’iscrizione nella lista ministeriale delle “proposte”,  suggellata nel 2015 con l‘iscrizione nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici del  ministero per le politiche agricole e rilanciata in occasione del Vinitaly, la candidatura Unesco dei 440 chilometri quadrati delle colline di Conegliano e Valdobbiadene è il traguardo-simbolo di un paesaggio plasmato e conservato nei secoli grazie al lavoro sapiente  ed “eroico” dell’uomo che ha saputo coltivare ogni zolla, trasformando le ripide rive, strappate ai rovi e alla boscaglia, in terrazze di pregiati vigneti costellate di borghi, pievi e casali in pietra vita. 

«Questo è un paesaggio rimasto pressoché integro, grazie al lavoro manuale dell’uomo che l’ha saputo conservare – ha sottolineato Zaia – e rendere produttivo. I vigneti, a dispetto dei detrattori che dopo la tragedia di Refrontolo hanno accusato il prosecco di essere la causa dello sbancamento del territorio, sono stati e continuano ad essere l’elemento che ha consolidato i valori estetici di questo sito d’eccellenza e ne garantiscono la tutela per le generazioni future».

La continuità tra passato e presente è testimoniata dai paesaggi rinascimentali immortalati da Cima da Conegliano, Giorgione, Giovanni Bellini e dai grandi maestri della pittura veneta, ha ricordato Amerigo Restucci, presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia ed ex rettore dello Iuav; e resta la cifra identitaria di un territorio-comunità, ha sottolineato Ottavio Di Bella, responsabile della redazione del dossier tecnico-scientifico che sta per essere consegnato all’Unesco. 

Anche la firma del protocollo d’intesa tra i 28 comuni del comprensorio collinare del prosecco, che impegna le singole amministrazioni a condividere norme urbanistiche e regolamenti comunali per la tutela e la valorizzazione del paesaggio, «è una ulteriore conferma – ha sottolineato il presidente Zaia – della volontà del territorio della Sinistra Piave di rimanere fedele a sé stesso e di saper coniugare rispetto per l’ambiente, capacità produttive, innovazione scientifica. Ci sono tutte le carte in regola per  entrare nella “tentative list” dell’Unesco a patto che tutti ci credano: non  stiamo candidando un vino, ma il paesaggio, quel mix di natura, storia, cultura e arte che rende le colline dell’Alta Marca un sito unico al mondo per bellezza, cultura e produttività. Un sito che è la carta d’identità del Veneto e che merita di diventare patrimonio di tutta l’umanità».

Federico Caner, trevigiano e assessore regionale al turismo, plaude alle nuove iniziative (logo e protocollo d’intesa su gestione del territorio) che avvicinano il paesaggio del Prosecco al riconoscimento Unesco di “Patrimonio dell’Umanità”: «le Colline di Conegliano e Valdobbiadene sono una gemma paesaggistica del Veneto che qualifica la nostra offerta turistica. Candidarle nella lista dei patrimoni dell’umanità riconosciuti dall’Unesco significa sottolinearne anche il grande valore turistico e culturale e la capacità attrattiva, che le equipara alla laguna di Venezia, a Vicenza e alle ville palladiane, alle Dolomiti, al delta del Po. Paesaggi e contesti territoriali unici al mondo, che esaltano il fascino del Veneto, prima regione turistica d’Italia». Per Caner «il Veneto è regione turistica d’eccellenza non solo per le sue città d’arte universalmente conosciute, ma anche per questi contesti singolari di natura, arte e cultura, come le ville palladiane e le colline del Prosecco, che testimoniano la capacità sapiente dell’uomo di trasformare un territorio in un paesaggio che dà emozioni. Ed è questa capacità di conservare e governare l’ambiente la risorsa vera che continuerà a garantire competitività all’offerta turistica veneto nelle nuove dinamiche dei flussi».

«Candidare le Colline della Sinistra Piave a ‘patrimonio dell’Umanità’ significa conquistare un ‘brand’ di unicità che si traduce in un invito diretto a visitarle e a scoprirne bellezze, tesori, prodotti e cultura – conclude Caner -. Ringrazio quanti hanno sinora lavorato e creduto nel progetto e stanno continuando a impegnarsi per raggiungere l’ambito risultato:  candidare un territorio è una impresa collettiva e corale, che richiede tempi lunghi e un lavoro generoso. Ma la capacità dei veneti di conservare e valorizzare l’integrità territoriale delle colline del Prosecco è una carta vincente per ottenere il prestigioso riconoscimento internazionale e per attestarsi a meta d’elezione del turismo ‘doc’».Prosecco colline unesco zaia sindaci