Vicenza e il Veneto per i mondiali di ciclismo su strada 2020

0
504
Zaia: «siamo la regione con il maggior numero di società ciclistiche, di atleti e di appassionati, contiamo i maggiori costruttori al mondo di bici sportive e di accessori».

 

Foto 2 Da sx Cristiano Corazzari Ass Territorio Regione del Veneto Davide Cassani Commissario tec Nazionale it ciclismo Claudio Pasqualin Dir Comitato promotore Veneto Mondiali Ciclismo su strada 2020 Giovanni Mantovani Dg VeronafierePrende forma e si consolida il progetto per la candidatura di Vicenza e del Veneto per l’edizione 2020 dei Campionati del mondo di ciclismo su strada. «E’ un progetto che parte da lontano – ha detto il presidente del Comitato promotore, Claudio Pasqualin -, sull’onda dell’entusiasmo e dell’esperienza maturata con la tappa del Giro d’Italia a Vicenza nel 2013, vinta da Visconti, e poi riproposta due anni dopo con l’arrivo sul Monte Berico ed il successo di Gilbert. Proprio nel 2013 nell’ambito dei Mondiali su strada in Toscana, annunciammo a Firenze il progetto Vicenza 2010, che l’allora neoeletto presidente dell’Unione ciclistica Internazionale, Brian Cookson, accolse con piacere».

Per Pasqualin «la Federazione Ciclistica guidata da Renato Di Rocco, con la quale abbiamo raggiunto subito un accordo a livello organizzativo ci sostiene, così come Giovanni Malagò, presidente del Coni, e le istituzioni politiche centrali e locali, dal governo alla Regione Veneto. Tutti i sette capoluoghi del Veneto saranno coinvolti: Vicenza con il circuito finale ed alcune partenze per gli junior, Padova e Venezia per le partenze delle cronometro e della prova regina, Belluno, Rovigo, Treviso e Verona per i “mass event” con le Granfondo». 

Le gare del Mondiale si svolgeranno o si concluderanno a Vicenza in via Roma, nella città palladiana, dopo avere affrontato e superato il circuito del Monte Berico. Delle sette prove a cronometro attualmente in programma, tra individuali e a squadre, due si disputeranno interamente a Vicenza e cinque scatteranno da Padova per concludersi nel capoluogo berico. Fra le cinque prove in linea due prenderanno il via da Padova e da Vicenza, mentre la gara-clou riservata ai professionisti scatterà da piazza San Marco a Venezia, con trasferimento fino al Ponte della Libertà, dove avverrà lo start ufficiale verso la Riviera del Brenta. Il circuito a Vicenza avrà uno sviluppo di 20,750 km. con due salite: Monte Berico (pendenza media del 7% e massima dell’11%) e via Costalunga, con una pendenza massima del 13%.

Il presidente del Veneto Luca Zaia tira “la volata” al progetto di candidare Vicenza e il Veneto come sede nel 2020 dei campionati del mondo di ciclismo su strada: «il Veneto è la culla delle due ruote, terra di grandi campioni del ciclismo e di maestri artigiani che della bicicletta hanno saputo creare un distretto industriale. Per storia e tradizione, per passione ed esperienza, siamo i primi in assoluto: nessuna terra, meglio del Veneto, può candidarsi ad ospitare tra quattro anni la massima competizione mondiale del ciclismo su strada. Siamo la regione con il maggior numero di società ciclistiche, di atleti e di appassionati, contiamo i maggiori costruttori al mondo di bici sportive e di accessori, continuiamo a far nascere e crescere campioni di livello olimpico, come testimonia l’invidiabile medaglia d’oro conquistata dal nostro Elia Viviani a Rio de Janeiro un mese fa – prosegue Zaia – La nostra è una candidatura che parte da lontano, dallo stesso Dna dei veneti, che per generazioni hanno faticato sulla due ruote, allora unico mezzo di locomozione. Dalla fatica quotidiana sui pedali abbiamo imparato a trasformare la bicicletta in un raffinato gioiello tecnologico, da turismo e competizione. Abbiamo piste ciclabile e percorsi cicloturistici che il mondo ci invidia, abbiamo dato vita alle più importanti rassegne espositive del mondo della bicicletta nel panorama nazionale. Sono convinto che il Veneto abbia tutte le carte in regola per ospitare i mondiali del 2020 e l’impegno della Regione sarà totale e incondizionato per portare a casa questo doveroso riconoscimento».