Ultima assemblea Farete: da 2017 nasce Confindustria Emilia

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Vacchi: «tra nove mesi porteremo programma dettagliato di lavoro»

 

assemblea fareteSi è svolta l’ultima assemblea pubblica di Unindustria Bologna (Farete) prima della nascita di Confindustria Emilia che dal 2017 accorperà Bologna, Ferrara e Modena. «In Confindustria Emilia – ha detto il presidente Unindustria, Alberto Vacchi – l’organizzazione sarà per filiere, e tra 9 mesi porteremo alla prima assemblea unita un programma dettagliato di lavoro, con lo spirito di scrivere una nuova pagina della politica industriale del Paese e lo faremo in una posizione di assoluto vantaggio per le nostre dimensioni».

All’assemblea tra gli altri il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’ex premier Romano Prodi, il sindaco Virginio Merola e l’arcivescovo Matteo Zuppi. «Questo processo non avverrà senza un confronto con tutti gli attori ancor più di quanto sia già stato fatto» ha aggiunto Vacchi e rispondendo a chi gli chiedeva se sarà il presidente della nuova organizzazione, ha detto «vedremo, quando ci saranno i presupposti verranno comunicati».

Nel suo discorso, Vacchi ha detto che «recenti studi quantificano in milioni i posti di lavoro che si perderanno complessivamente nei prossimi 10 anni, sostituiti da robot e intelligenza artificiale. E’ nostro dovere cercare una sintesi, una nuova via emiliana, che sappia coniugare, con l’apporto di tutti, la necessità di digitalizzare per restare competitivi e la tutela delle persone, delle abilità, delle braccia che sono solo strumenti dei cervelli che le muovono». Vacchi, parlando del “modello emiliano” ha anche sottolineato che «la responsabilità sociale caratterizza il nostro modo di fare impresa». Un modello celebrato anche dall’arcivescovo Matteo Zuppi, che ha chiuso l’assemblea: «ho sempre avuto diffidenza per le parole celebrative, ma guardandovi – ha spiegato dal palco – e avendo in questi mesi ascoltato da tanti voi passione e umanesimo, penso sia una bellissima sfida: c’è un modello emiliano, e credo sia un grande orizzonte, ma anche una responsabilità. Senza Europa non possiamo avere futuro. Non possiamo pensare di avere tutte le risposte ma dobbiamo cominciare ad uscire dagli individualismi e affrontare con più determinazione le sfide. Abbiamo tante sfide, ma anche tante speranze». L’arcivescovo di Bologna ha sottolineato come «siamo in una crisi prolungata e aspettiamo piccoli segnali. Va bene avere grande attenzione per questo – ha aggiunto – ma se abbiamo una visione e una strategia possiamo andare oltre alla piccola percentuale. Se siamo dalla parte giusta, nel difendere i più deboli, vuol dire che si troveranno delle risposte e avremo gli esiti desiderati. Non possiamo ridurre tutto alla tattica, senza rete non c’è futuro. Siamo di fronte a svolte epocali – ha concluso Zuppi – e dobbiamo trovare con coraggio delle risposte. Non possiamo però rispondere alle domande con gli atteggiamenti di sempre, quindi bisogna farlo con umiltà e perseveranza».

In conclusione, Vacchi ha detto che «è tempo di avviare, anche insieme alle organizzazioni sindacali, alla curia di Bologna nella via della Chiesa riformata di Papa Francesco, un confronto sui temi dell’integrazione e della qualità del lavoro per evitare che altri si sostituiscano a noi, e che ci portino in derive che nulla hanno a che vedere con il fare impresa e creare lavoro».