Tibre: interrogazione in Europa per chiedere chiarimenti sulla concessione
Confermata la previsione dei corridoi infrastrutturali dell’Emilia-Romagna in vista del Piano regionale dei trasporti (Prit 2025). L’assessore regionale Raffaele Donini lo ha sottolineato in una informativa in commissione, confermando gli orientamenti per Tibre autostradale, nodo di Bologna, bretelle Campogalliano-Sassuolo e Castelvetro Piacentino-porto di Cremona, varianti alla SS16 Adriatica, l’autostrada Cispadana A13-A22, completamento A22-A21, Pedemontana, itinerario E55-E45. Poi, nuove corsie e nuovi caselli nella rete autostradale e rifunzionalizzazioni (autostrada Ferrara-mare). Inoltre, per il trasporto ferroviario sono previsti il completamento delle linee ad alta velocità, raddoppi e potenziamenti delle linee tradizionali (Bologna-Verona, Tibre ferroviario) e innovazioni per la gestione ferroviaria.
Riguardo alla logistica, «il disegno regionale – ha detto Donini – deve essere guidato dalle reti e dai nodi ferroviari e portuale. Il porto di Ravenna e gli interporti di Bologna e Parma, con gli scali di Piacenza, Dinazzano-Marzaglia e Villa Selva, definiscono il livello più alto della specializzazione. Gli scali di Lugo e Faenza rappresentano un secondo livello, a cui occorre far corrispondere un ruolo adeguato, complementare e non in competizione con quello più alto».
Per gli aeroporti, Donini ha rilevato che gli indicatori sono positivi per Bologna, Rimini e Parma (sull’aeroporto di Forlì «siamo imbarazzati – ha detto – non abbiamo interlocuzione con il gestore»). E ha ribadito l’impegno della Regione sul trasporto pubblico locale.
Il capogruppo della Lega Nord, Alan Fabbri, ha parlato di «obiettivi non raggiunti», rimarcando l’importanza delle opere di adduzione fondamentali, come la bretella Bondeno-Pilastrello di collegamento alla Cispadana («garantisce il collegamento con la Valdastico e quindi con il Veneto»). Donini ha replicato che «la bretella di Bondeno si farà».
Per Tommaso Foti (Fdi-An), questo piano è «una copia» del precedente e «l’intervento di Castelvetro da 250 milioni (autostrada Piacenza-Cremona) non verrà mai realizzato», ha detto chiedendo un confronto con l’assessorato prima del voto in Aula, accolto questo dall’assessore Donini.
Anche per Giulia Gibertoni (M5s) «siamo di fronte a interventi già discussi e in certi casi già approvati, la filosofia è sempre quella dell’incentivazione del trasporto su gomma». Il Pd ha difeso il piano con Lia Montalti («visione strategica» e «interventi puntali» e «anche grandi opere»), Katia Tarasconi («grandi passi avanti, in particolare su logistica e infrastrutture», ha detto replicando a Foti che per il tratto della SS45 Rivergaro-Cernusca «il progetto esecutivo è già stato mandato agli enti di competenza e anche i fondi sono stati stanziati») e Massimo Iotti, che ha parlato di «priorità in base alla disponibilità di risorse» e ha suggerito «l’opzione cargo» per rilanciare l’aeroporto Parma che soffre di «piani precedenti non attuati» e «obiettivi non raggiunti».
Donini ha replicato anche Sul Trc: «andiamo avanti». Sull’E45 ha ribadito che «i soldi ci sono (investiti 406 milioni)» e per la Cispadana la “Via” è conclusa, ha detto, parlando anche «di definizione del piano economico finanziario, 179 milioni di finanziamento regionale»
Intanto a Bruxelles accendono un faro sulla vicenda del Tibre. L’eurodeputata S&D Elly Schlein ha presentato un’interrogazione prioritaria alla Commissione europea in cui chiede di verificare se ci siano i presupposti per aprire una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto degli accordi presi in sede UE in merito alla progettazione dell’autostrada Tirreno-Brennero. In particolare, Schlein, assieme al coordinamento dei Comitati “No Ti-Bre”, sostiene che l’Italia abbia violato l’accordo preso con la Commissione europea a chiusura di una precedente procedura di infrazione. L’accordo prevedeva la proroga della concessione al 2031 ad Autocisa dietro impegno a costruire l’intera autostrada; la progettazione definitiva dell’opera entro il 2010; il totale autofinanziamento dell’opera da parte di Autocisa. Secondo Schlein, una delibera del Cipe del 2010 ha completamente modificato i termini dell’accordo siglato con Bruxelles portando il progetto definitivo a soli 12 Km, introducendo un contributo statale di ben 900 milioni di euro e nuovi incrementi tariffari dal 2011 al 2018 pari al 7,5% annuo.
La delibera del Cipe ha avuto inoltre, come effetto, la cancellazione dell’art.4 comma 2 della Convenzione Unica tra Anas e Autocisa che prevedeva che, «in caso di mancata approvazione del progetto definitivo relativo alla realizzazione della tratta Parma-Nogarole Rocca entro il 31 dicembre 2010, verranno conseguentemente definiti tra le parti, nei sei mesi successivi, gli effetti sul piano economico finanziario e sulla concessione». Nel testo dell’interrogazione l’eurodeputata chiede dunque alla Commissione europea di verificare il rispetto degli accordi assunti dall’Italia in sede Ue e, in caso di violazione degli stessi, di riavviare la procedura d’infrazione e di revocare la proroga della concessione ad Autocisa.