Viabilità del Garda: gli albergatori della Busa denunciano la vergognosa situazione di 17 chilometri di statale

0
514
incolonnamenti auto strada nago
Biondo: «33 anni di promesse di potenziamento di un tratto stradale dove le auto sono sempre in colonna e che impiegano più di un’ora per percorrerla». La Provincia promette appalti entro l’anno. Civettini: «ci pensi l’A22»

 

incolonnamenti auto strada nagoChi si reca sul lago di Garda passando da Mori, da anni deve mettere in conto che per percorrere poco più di 17 chilometri di strada statale da Mori a Torbole serve circa un’ora di marcia a passo d’uomo, spesso rimanendo fermi per lunghissimi minuti. Con tutto quel che ne consegue in termini di stress di guida, di inquinamento ambientale e di immagine per una località turistica che che ogni anno fattura milioni di presenze estere che portano fior di euro di ricchezza e di posti di lavoro.

Nonostante tutto ciò, l’area dell’alto Garda Trentino è una sorta di figlio di Dio minore, privo di adeguati santi nel Paradiso della provincia di Trento titolare dei lavori di ammodernamento della statale che da anni promette interventi più o meno faraonici, salvo tenere tutte le carte nel cassetto e lasciare gli automobilisti in fila.

La situazione è ormai oltre il limite di sopportazione. Il presidente dell’associazione ristoratori altogardesana, Flavio Biondo, è sbottato contro la Provincia rea, a suo dire, di pensare a «dotare tutte le valli del trentino di nuove strade, tangenziali e circonvallazioni tranne che l’Alto Garda», parlando di «schiaffo nei confronti delle esigenze altogardesane, realtà che tra turismo e polo industriale produce circa un terzo del Pil provinciale».

La tirata d’orecchi alla Provincia ha fatto sussultare il solitamente pacioso assessore provinciale alle infrastrutture, Mauro Gilmozzi, che negli anni scorsi sia da sindaco di Cavalese che poi da assessore provinciale ha ben pensato di dotare la sua Val di Fiemme di adeguate infrastrutture stradali per migliorare il collegamenti con l’asta dell’Adige. «Sono infondati i timori. No alla disinformazione. No alle dichiarazioni inattendibili che non fanno altro che creare ingiustificata invidia sociale» ha sbottato Gilmozzi annunciando solennemente che «entro l’anno partiranno gli appalti della variante Loppio-Busa». Per Gilmozzi «l’impianto complessivo della Loppio-Busa è al momento nella fase di Valutazione di impatto ambientale e le strutture tecniche provinciali stanno già raccogliendo le osservazioni che provengono dalle amministrazioni locali. Tutto procede secondo la tempistica già illustrata – conclude Gilmozzi – ed entro l’anno procederemo con l’appalto sia del lotto S. Isidoro sia della Galleria di Nago». 

Sarà, però gli albergatori altogardesani non demordono: «in Trentino i nostri amministratori sono veramente “strani”, ma soprattutto “senzamemoria” – ribadisce Biondo -. Chi si dota di memoria ed evidenzia lo stato dei fatti, agli occhi della Provincia diventa un “fomentatore”. Gilmozzi – prosegue Biondo – è troppo preso dal seguire “anche” i lavori della viabilità di altre valli del Trentino, dimenticandosi che nel 2013 la Provincia ci propose la famosa “soluzione C”, da realizzare in finanza di progetto nel 2013, con cantieri che avrebbero dovuto aprire nel 2014. Senza contare le innumerevoli dichiarazioni e promesse, sempre disattese. Ad oggi è evidente che il fine degli amministratori della Provincia era la mera raccolta di consenso, salvo poi dimenticarsi di tutto».

Per Biondo «sono passati 33 anni di promesse della politica, fioccate a profluvio specie in concomitanza con le elezioni. L’assessore ci fa capire che alle problematiche dell’Alto Garda e Ledro non dà nessuna priorità. Non dà importanza alla sofferenza quotidiana dei residenti che devono muoversi per lavorare, agli eccessivi costi del trasporto su gomma degli artigiani, al disagio quotidiano al settore del turismo».

Sull’adeguamento della variante alla statale Rovereto-Torbole si è intervenuti con decisione solo una decina di anni fa, quando l’Autostrada del Brennero ha realizzato la variante dell’abitato di Mori, costruendo una bella e funzionale variante in galleria a doppia canna e a due corsie di marcia che assicurano il rapido deflusso dei veicolo dal casello autostradale di Rovereto Sud da e per il Garda. Salvo poi strozzarsi e tornare alla viabilità normale su una insufficiente, stretta, vecchia statale, spesso creando incolonnamenti anche all’interno delle gallerie, spesso fonte di incidenti per le curve cieche e per la ristrettezza della carreggiata. Nel tempo si sono prospettate più soluzioni: dal prolungamento della variante di Mori in trincea artificiale per attraversare la piana di Loppio e poi in galleria per sbucare nella piana del Linfano (soluzione rigettata da subito dagli ambientalisti che non volevano un collegamento di carattere autostradale con il Garda)  a soluzioni parziali e raffazzonate come l’ultima proposta dei due tunnel brevi che risolvono sì il problema dell’attraversamento dell’abitato di Nago, ma che nulla fanno per il resto della vecchia, stretta, inadeguata statale, compreso l’attraversamento delle quattro case di Loppio.

«Mi pare di tutt’evidenza che la Provincia di Trento e gli esponenti della maggioranza di centro sinistra autonomista siano colpevoli di una situazione indegna, che priva uno dei più importanti territori del Trentino di un’adeguata viabilità di collegamento con l’esterno – tuona il consigliere provinciale della Civica Trentina, Claudio Civettini -. A differenza del Basso Garda che può contare sulla vicinanza di due caselli autostradali, della ferrovia e di una viabilità accettabile, l’Alto Garda trentino è completamente abbandonato, nonostante sia la sede del secondo polo produttivo della Provincia». 

Per Civettini «potenziare l’attuale viabilità è indispensabile anche per una questione di mera sicurezza, specie da quando l’ospedale di zona è stato depotenziato e tutti i residenti devono rivolgersi a quello di Rovereto. Non è possibile che l’elicottero sia la soluzione di tutto, specie durante la notte e in caso di maltempo quando non può volare. Un’autoambulanza non può impiegare mezz’ora – quando tutto va per il meglio – per fare 17 chilometri! Anche i pullman turistici di grandi dimensioni hanno difficoltà a raggiungere la zona». 

Civettini una soluzione ce l’ha e la propone alla Provincia: «con il passaggio alla gestione “in house” dell’Autostrada del Brennero, tutti i territorio attraversati stanno proponendo le opere di raccordo da inserire nel piano delle infrastrutture da realizzare nei prossimi trent’anni che saranno finanziate direttamente dall’A22. Io propongo che sia Autobrennero ad incaricarsi di realizzare la nuova viabilità verso l’Alto Garda, così come ha già egregiamente risolto il nodo di Mori. In questo modo avremmo la certezza che l’opera sarà realizzata in tempi brevi, che sarà un’opera funzionale per tantissimi anni e che la Provincia potrà risparmiare quei 130 milioni di euro che ha sempre detto di spendere per l’adeguamento della viabilità per l’Alto Garda ma che fino ad ora ha tenuto ben chiusi nei cassetti. Soldi che potrebbero essere utilizzati per realizzare una mobilità alternativa e sostenibile verso il Garda, come la ferrovia Rovereto-Arco-Riva, oppure un più moderno sistema di trasporto funiviario direttamente dalla stazione dei treni di Rovereto a Torbole e Riva del Garda».incolonnamenti auto strada uscita gallerie mori