Nuova azione di Heimatbund per la riunificazione del Tirolo
A poche ore dal passaggio in Trentino Alto Adige del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nella sua lectio degasperiana aveva sottolineato tra gli altri i valori dell’autonomia e anche di quella Regione che tanti ambienti altoatesini vorrebbero annacquare fino a farla scomparire con la complicità di Pd e degli autonomisti trentini del Patt, i patrioti sudtirolesi separatisti dell’Heimatbund annunciano una nuova iniziativa per attirare l’attenzione del Paese sulle loro richieste separatiste.
A novembre partirà una nuova campagna con l’affissione a Roma, nel cuore della politica italiana, di mille manifesti con la scritta “Il Sudtirolo non è Italia” (traduzione nella lingua di Dante di quelli già apparsi più volte ai valici di confine tra Alto Adige e Austria insieme con il labaro bianco-rosso del Tirolo.
«La rappresentanza politica attuale del Sudtirolo a Roma – dice il leader del movimento Roland Lang attaccando SVP e PD – dà infatti l’impressione agli italiani che il Sudtirolo si sia rassegnato all’appartenenza all’Italia e che voglia soltanto ottenere qualche privilegio. In realtà – spiega Lang – la maggioranza dei sudtirolesi ancora oggi non ne vuole sapere dell’Italia e anche la maggioranza degli italiani non è contraria alla secessione del Sudtirolo».
A sostegno della sua tesi l’Heimatbund, che raccoglie quanto è rimasto dei vecchi fasti revanscisti e pantirolesi, cita un’indagine demoscopica dell’Istituto Demetra di Mestre, secondo cui «solo il 26% dei sudtirolesi si dichiara d’accordo con l’appartenenza all’Italia, mentre il 71,8% degli italiani si è dichiarato a favore del diritto di autodeterminazione dei sudtirolesi».
Una posizione che da più parti viene depotenziata, visto che la gran parte degli abitanti della provincia sembra più che soddisfatta dell’autonomia speciale, con gli strumenti di autogoverno che porta con sé e, non da ultimo, anche per i cospicui finanziamenti con i quali Roma finanzia la specificità locale. Anche il dibattito sul doppio passaporto Italia-Austria, chiesto da taluni, si è quasi spento nella provincia di Bolzano.
Anche perché al di là del Brennero, con una Vienna impegnata sul fronte dell’immigrazione, le richieste che giungono dalle frange estreme di Bolzano paiono non trovare molte orecchie disposte ad ascoltarle. Qualcosa potrebbe cambiare con la ripetizione del ballottaggio delle elezioni presidenziali austriache del prossimo ottobre, dopo le irregolarità riscontrate che hanno penalizzato il candidato liberale delle destre Hofer a favore di quello della sinistra. Se i sondaggi che vedono Hofer nuovamente in vantaggio si materializzeranno nelle urne senza nuovi brogli, qualcosa potrebbe cambiare anche per l’Alto Adige.