Glifosato: stabilito dal ministero della Salute il divieto d’impiego in Italia dal 22 agosto

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Revocata l’autorizzazione all’impiego dell’erbicida nelle aree frequentate dalla popolazione (parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative) e nelle fasi di pre-raccolta al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura

 

fusti diserbante erbicida glifosatoPasso in avanti, dopo innumerevoli polemiche e pressioni delle lobby delle multinazionali impegnate nella produzione del prodotto chimico, per la tutela dell’ambiente e della popolazione. Con un decreto  del 9 agosto 2016, il ministero della Salute (Ufficio sicurezza e regolamentazione dei prodotti fitosanitari) ha disposto la revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio e modifica delle condizioni d’impiego di alcuni prodotti fitosanitari contenenti il Glifosato come sostanza attiva in attuazione del Reg. (UE) 2016/1313 della Commissione del 1/08/ 2016.

Con il decreto ministeriale si dispone che a decorrere dal 22 agosto prossimo sia revocato l’impiego dei prodotti fitosanitari contenenti Glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili”  come parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie. Si decreta inoltre la revoca dell’autorizzazione all’ impiego del Glifosato nelle fasi di pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. Inoltre, si prevede l’inserimento nella sezione delle prescrizioni supplementari dell’etichetta in caso di impieghi non agricoli, della frase “divieto, ai fini della protezione delle acque sotterranee, dell’uso non agricolo su: suoli contenenti una percentuale di sabbia superiore all’80%; aree vulnerabili e zone di rispetto, di cui all’art. 93, comma 1 e all’art. 94, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”. Infine, il decreto ministeriale ordina la revoca, sempre dal 22 agosto 2016, della “autorizzazione all’immissione in commercio ed impiego dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva Glifosato ed il coformulante Ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791-26-2)”.

La decisione mette finalmente al bando un erbicida sospettato di essere cancerogeno, ma rimangono ancora dei dubbi circa la fase di smaltimento delle scorte giacenti sia presso gli agricoltori che presso i distributori. Come al solito, la burocrazia ministeriale non ha brillato per chiarezza e gli operatori del settore sperano in una circolare esplicativa al più presto.