Scuola: gli studenti del Nord primi nelle prove Invalsi, ma ultimi nei voti alla maturità

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prove invalsi e dilpomi maturità 2016
Per qualità nell’apprendimento NordEst in vetta. Zaia: «indispensabile cambiare le modalità di giudizio che penalizzano i nostri studenti anche nell’accesso all’università»

 

prove invalsi e dilpomi maturità 2016Italia “double face” nella scola: gli studenti del Nord (ed in particolare quelli del NordEst) risultano stabilmente ai primi posti delle classifiche Invalsi per la qualità nell’apprendimento e nell’impiego dell’italiano e della matematica, ma alla maturità finiscono inevitabilmente in basso per numero di lodi alla maturità, sorpassati alla grande da quelli del Mezzogiorno che nelle prove Invalsi sono agli ultimi posti della classifica.

L’indagine Invalsi 2016 (che giudica con un test uguale in tutti i licei e gli istituti il livello raggiunto dagli studenti al secondo anno rispetto alle indicazioni nazionali) fotografa le regioni del Sud tutte sotto la media. Eccellono in italiano gli studenti del Trentino mentre quelli della Basilicata sono all’ultimo posto appena preceduta da quelli della Sardegna. In matematica la Sardegna è in vetta degli asini incalzata da quelli della Sicilia, mentre i più sechino sono ancora una volta gli studenti del Trentino, seguiti da Friuli, Veneto, Lombardia e Piemonte. 

Sul fronte dei voti alla maturità, la Puglia ha preso il 20% dei cento e lode complessivamente assegnati in Italia, nonostante che alle prove Invalsi i suoi studenti si siano piazzati sotto la media. Un siffato metro di giudizio sembra che sia dovuto ad un fattore di contesto sociale: i docenti meridionali parrebbero essere predisposti a giudicare con molta più manica larga gli studenti provenienti da zone degradate.

Anche la valutazione Ocse-Pisa conferma le profonde differenze culturali tra Nord e Sud. L’ultima indagine sui 15enni dei Paesi Ocse condotta nel 2012 che valuta le “competenze” in matematica e nella lettura acquisite per la vita (non tenendo conto di programmi scolastici e delle classi in cui gli studenti sono inseriti) evidenzia come le percentuali più alte dei migliori in matematica siano in Veneto, che arriva al 4,8% di eccellenze contro lo 0,4 della Sicilia. Il rendimento nella lettura è sensibilmente sopra la media Ocse nel caso di Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Al contrario, la percentuale di studenti ai livelli massimi per l’Ocse-Pisa al Sud varia tra lo 0,5 e lo 0,8%, mentre al Nord tra il 3,1 e il 4,2%.

Il presidente della regione Veneto Luca Zaia, alla luce dei risultati scolastici degli studenti italiani diffusi dal ministero dell’Istruzione, solleva il problema delle modalità di valutazione degli studenti nelle scuole italiane. «E’ evidente che c’è qualcosa che non funziona nella scuola italiana e nei suoi sistemi di valutazione – accusa – se i ragazzi del NordEst, in testa alle classifiche Ocse e Invalsi per preparazione, poi risultano all’ottavo posto nelle statistiche dei “cento e lode” alla maturità. Questo rappresenta in problema per la credibilità della scuola italiana, ma soprattutto una penalizzazione inaccettabile per i nostri ragazzi e il loro futuro». 

Per Zaia, «alla luce delle comparazioni tra Regioni sugli esiti degli esami di Stato, appaiono evidenti disparità inspiegabili. Fioccano i “cento e lode” nelle classi delle province del Sud, nonostante la preparazione degli studenti certificata dalle prove Invalsi nelle scuole del Sud del Paese negli ultimi sei anni sia costantemente sotto la media italiana. Viceversa, gli studenti del Veneto, che risultano i migliori per le competenze in matematica secondo i valutatori Ocse-Pisa e si sono classificati ai primi posti in Italia nelle prove Invalsi 2016, alla maturità ottengono appena un terzo dei “cento e lode” della Campania, un quarto della Puglia, la metà della Sicilia e del Lazio. Delle due l’una: o i test non funzionano o c’è qualche lassismo di troppo negli esaminatori». 

Il governatore veneto non ci sta: «questo scarto fa male alla scuola e al Paese, ma soprattutto penalizza i ragazzi del NordEst e le loro famiglie. Il punteggio della maturità condiziona l’accesso all’università, la graduatoria nei concorsi pubblici e le possibilità di collocamento, oltre che la possibilità di accedere alle agevolazioni per il diritto allo studio. Mi rivolgo al ministro per l’Istruzione, Stefania Giannini, perché non possiamo permetterci di deludere e penalizzare i nostri ragazzi, che rischiano di vedersi scavalcare da coetanei meno preparati ma con voti in pagella più generosi». Da qui l’appello al ministro: «convochi al più presto una commissione ministeriale di esperti, riattivi sistemi di verifica su campioni omogenei di scuole e di studenti, e rimetta allo studio modalità di valutazione rigorose e imparziali per l’esame di stato: gli strumenti e le possibilità per intervenire ci sono, e sono note. Ma concentriamoci quanto prima su questa emergenza: la scuola dei divari e del lassismo è una beffa amara per i migliori, uno spreco per il Paese e un’offesa per chi crede nella “buona” scuola».