Carburanti in Italia ancora prezzi tra i più alti in Europa

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caro pieno carburante biglietti 10 euro bocchettone rifornimento auto
Per il Centro studi ImpresaLavoro la differenza tra Italia e Austria raggiunge il 30%

 

caro pieno carburante biglietti 10 euro bocchettone rifornimento autoNonostante la sensibile riduzione del costo del petrolio, in Italia il prezzo dei carburanti continua a restare tra i più alti in Europa: +11,9% rispetto alla media europea e in particolare +10,4% rispetto alla Germania, +12,6% rispetto alla Francia, +20,7% rispetto alla Slovenia e addirittura +30,4% rispetto all’Austria. Lo attesta una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro su elaborazione dei dati della Commissione Europea (Weekly Oil Bulletin, 1 agosto 2016).

A incidere in maniera determinante sul caro carburanti nel Belpaese sono le tasse e le accise, che pesano per il 68,8% sul prezzo finale praticato al consumatore. L’Italia si colloca al terzo posto di questa speciale graduatoria, subito dopo l’Olanda (70,9%) e la Svezia (68,9%). In tutta Europa l’incidenza delle tasse sul prezzo finale non scende mai sotto il 53,07% della Bulgaria.

In valore assoluto, in Italia un litro di benzina Euro-Super 95 ottani costa, secondo i dati della Commissione Europea, 1,4325 euro, in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un prezzo che in Europa è inferiore solo a Olanda (1,4510) e Danimarca (1,4438). In Germania un litro dello stesso carburante costa 1,2970 euro, in Francia 1,2714 e in Spagna 1,1345. 

Quanto al diesel, il suo costo in Italia è di 1,2894 euro al litro: anche in questo caso si tratta del terzo prezzo più caro in Europa – dopo quello praticato nel Regno Unito (1,3299) e in Svezia (1,2896) – a fronte di un prezzo medio europeo di 1,1203 euro al litro. I cinque paesi nei quali è più conveniente rifornirsi sono la Bulgaria (0,9673 euro al litro), la Lettonia (0,9627), la Lituania (0,9625), la Polonia (0,9427) e soprattutto il Lussemburgo (0,9120). Anche per il diesel, sono le tasse a portarsi via larga parte del prezzo finale praticato al consumatore. Imposte e accise pesano per il 68,21% del prezzo finale nel Regno Unito, il 65,92% in Italia, il 64,85% in Svezia, il 63,29% in Francia. Anche in questo caso, in tutta Europa, l’incidenza delle tasse rimane sempre sopra il 50% del prezzo finale.

E’ di tutt’evidenza che differenziali variabili dal 20 al 30% rispetto ai paesi confinanti mettono le imprese italiane in condizione di non competere con quelle di oltre confine, oltre a generare una perdita netta di gettito per via del fenomeno dei rifornimenti oltre confine. I prezzi dei carburanti pesano anche sulla competitività turistica dell’Italia, che precipita nelle classifiche internazionali. Ciò perché il turista motorizzato (oltre il 70%) del totale, quando sceglie una destinazione guarda i prezzi sia dell’ospitalità (legati a doppio filo a quelli dell’energia) che dei carburanti. Abbassare i prezzi dei carburanti italiani ad un valore più vicino a quello praticato da Austria, Svizzera, Slovenia e Croazia consentirebbe un recupero di competitività delle imprese turistiche e non, oltre a mettere nelle tasche degli italiani un pizzico di maggior fiducia.prezzi carburanti in UE