Ora serve la trattativa con la provincia di Trento. Approvato il piano finanziario di Autostrada Brescia Padova
Tra le varie approvazioni fatte dal Cipe in tema di infrastrutture, c’è anche il nodo del completamento della Valdastico verso nord fino al suo raccordo con l’Autobrennero. Il Comitato ha sostanzialmente ratificato l’accordo sottoscritto nei mesi scorsi tra la provincia di Trento, la regione del Veneto e il ministero delle Infrastrutture che prevede il declassamento da autostrada a viabilità “normale” del tratto che da Lastebasse nel Vicentino all’A22.
Non si è ancora deciso se sarà una strada a due sole corsie di marcia come vorrebbe la provincia di Trento o una superstrada a quattro corsie (cosa più logica e come vorrebbe la Serenissima): l’unica cosa certa è che la concessionaria dell’A31 può da subito provvedere alla progettazione esecutiva del prolungamento verso nord della Valdastico sul territorio del Veneto, mentre ha due anni di tempo per trovare un accordo con il Trentino per il tracciato rimanente. Due le ipotesi sul tavolo: lo sbocco diretto in Valsugana con un tunnel nella zona delle Lochere e da qui raccordarsi con la statale della Valsugana o un tunnel sotto la valle del Centa per sbucare in Val d’Adige all’altezza della periferia di Trento Sud. Entrambe le ipotesi cozzano contro la logica di costituire un asse viabilistico che si raccordasse all’A22 all’altezza di Rovereto Sud e da qui proseguire verso l’Alto Garda con una viabilità finalmente all’altezza della situazione da mettere in carico ad uno dei due concessionari autostradali (A31 o A22).
Il Cipe ha anche dato il via libera al piano finanziario dell’Autostrada Brescia Padova e alle previsioni degli investimenti nel periodo 2013-2017 per 367 milioni di euro che, con l’approvazione della Valdastico Nord salirebbero a 2.049 milioni fino al 2026.
Soddisfatto il deputato e segretario regionale Veneto del PD, Roger De Menech: «al di là dei tempi e delle questioni tecniche, il dato politico è che il corridoio tra Veneto e Trentino si farà e quello che per anni è stato uno dei tanti monconi di opere che non portavano da nessuna parte, diventerà un’opera strategica per la connessione dei porti adriatici con il nord Europa. Tutto dentro la nuova filosofica del ministro Delrio cioè di opere sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico».