Trentino è polemica per l’assunzione “pilotata” di un giornalista a servizio degli immigrati

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Interrogazioni di “Agire” e della Civica Trentina. Anche il sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige critica le modalità scelte dalla Provincia

 

cinformi pat logoAnche gli immigrati, legali e non, hanno diritto alla loro sacrosanta informazione, così come i cittadini ospitanti vanno catechizzati adeguatamente per aprirsi ai nuovi arrivati. Così, la provincia di Trento deve avere pensato l’utilità di dotare il Cinformi (Centro informativo per l’immigrazione) di un giornalista addetto a tempo pino allo scopo. Quindi, via libera ad una commissione giudicatrice delle candidature e ad un bel bando così analitico e dettagliato dal quale manca, come prerequisito del futuro propalatore, solo la taglia delle scarpe. Il tutto per la modica cifra di 62.970 euro lordi annui, con possibilità di proroga per altri due anni.

La cosa non è andata a genio alle opposizioni e allo stesso sindacato regionale dei giornalisti. «La cosa che salta immediatamente all’occhio, e che fa sorgere qualche dubbio, sono i criteri di cui devono essere in possesso i candidati. Sono talmente stringenti e limitati, che sembrerebbero essere ritagliati su misura per qualcuno» afferma il consigliere provinciale trentino Claudio Cia (Agire). Secondo quanto contenuto nell’interrogazione di Cia, che «nei prossimi giorni farà pervenire in busta chiusa presso le rispettive redazioni il nominativo che rientra negli “stringenti” criteri stabiliti», il fatto di avere previsto come criteri di «avere realizzato direttamente ed in proprio, nel triennio antecedente la data di pubblicazione dell’avviso esplorativo, servizi analoghi a quelli previsti dal capitolato, di importo complessivo non inferiore a 100.000,00 euro al netto di Iva e Inpgi, a favore di enti pubblici o privati. Per servizi analoghi si intendono i servizi di informazione e comunicazione nel settore dell’immigrazione, in materia sociale, interculturale ed interreligiosa». Ora, la domanda sorge spontanea: quanti sono i giornalisti professionisti in Trentino che rientrano in questa categoria? «Pochi – dice Cia -, dal momento che gli altri criteri restringono ancora più il campo: professionista da almeno 10 anni, esperienza di almeno 5 anni nella realizzazione giornalistica di produzioni radiotelevisive, con particolare riferimento alla divulgazione dell’accesso ai servizi pubblici, oltre che una ulteriore esperienza di almeno 5 anni nell’attività di informazione e comunicazione presso enti pubblici o privati. Manca giusto il numero di scarpe, viene da aggiungere». «La sensazione di dubbio che deriva dopo aver letto simili criteri di selezione – conclude sul punto – è forte: non è che il candidato sia in realtà già stato deciso? E, se così fosse, che senso ha indire una trattativa privata nominando una commissione? Non sarebbe stato meglio affidare direttamente il servizio? Ammesso che serva». Già, il dubbio è più che lecito.

Cia affronta anche l’obiettivo finale dell’assunzione: «far conoscere agli stranieri i loro diritti e i loro doveri e di facilitare loro l’accesso ai servizi pubblici presenti sul territorio provinciale. La comunicazione inoltre favorisce la positiva costruzione di relazioni tra i cittadini autoctoni e gli stranieri e si presenta come strumento capace di progettare un percorso integrativo attraverso iniziative ispirate a criteri di convivenza in una società multiculturale». Cia commenta: «tradotto: utilizzare un linguaggio altisonante e frasi tortuose per far digerire ai cittadini certe scelte politiche della maggioranza di centro sinistra autonomista».

Sul tema interviene anche il consigliere della Civica Trentina, Claudio Civettini: «ammesso e non concesso che il Cinformi abbia bisogno di un giornalista per informare adeguatamente gli “ospiti” spesso privi di titolo legale, la Provincia non poteva attingere dal nutrito parco giornalisti che essa ha già a libro paga nel proprio affollatissimo ufficio stampa? Che senso ha far pagare ai cittadini oltre 60.000 euro per spiegare i diritti (e solo quelli) agli “ospiti”, quando questi sono i primi a non rispettare le nostre leggi, regole e tradizioni?». Per Civettini «è anche scandalosa la modalità prescelta per la scelta pilotata del candidato vincente: se l’assessore competente ha a cuore un suo “Mister X” abbia almeno il coraggio di assumersene la responsabilità politica. Inutile pontificare sulla qualità della spesa pubblica e atteggiarsi a fare le vergini quando poi si gioca sottobanco e sporco ad ogni ripresa».

Sulla vicenda scende in campo con una nota fortemente critica anche il sindacato gioranlisti del Trentino Alto Adige, gruppo Uffici stampa: «apprendiamo con sconcerto come la pubblica amministrazione provinciale abbia indetto un concorso per l’assunzione di un giornalista presso una propria struttura, nello specifico Cinformi, che fissa paletti per l’assunzione di una figura professionale, che non tengono conto di quelle che sono le indicazioni espresse dal sindacato dei giornalisti». «Ricordiamo che esiste da tempo – prosegue la nota – un bando di concorso virtuoso, che serve a garantire la massima trasparenza e le migliori garanzie sia per la pubblica amministrazione, sia per i giornalisti che partecipano al concorso. In particolare ricordiamo come il concorso dovrebbe lasciare aperte le porte al maggior numero possibile di persone di comprovata esperienza e professionalità, iscritte all’albo come professionisti o pubblicisti, mentre il bando in oggetto individua caratteristiche che limiterebbero la scelta a un numero ristrettissimo di soggetti». «In merito, la scelta di mettere come criterio fondamentale “l’avere realizzato direttamente ed in proprio servizi di informazione e comunicazione nel settore dell’immigrazione, in materia sociale, interculturale ed interreligiosa di importo complessivo non inferiore a 100.000 euro al netto di Iva e Inpgi”, se confermata – prosegue il Gus – appare singolare. Allo stesso modo, non si capisce per quale ragione si prediliga l’aspetto economico della precedente attività del candidato a scapito di oggettivi criteri di merito». «Inoltre il bando – conclude il Gus – individua una Commissione aggiudicatrice dove è totalmente assente la figura professionale del giornalista, mentre sarebbe auspicabile che, soprattutto per un concorso pubblico, sia presente, come previsto dal bando virtuoso, almeno un giornalista professionista, preferibilmente il presidente dell’Ordine regionale».

Che dire? Sarebbe opportuno che chi ha autorizzato una siffatta vergognosa procedura pilotata facesse autocritica e ritirasse in autotutela il bando galeotto. Se gli immigrati hanno bisogno di essere edotti sui loro diritti (e doveri: quest’ultimi, soprattutto!) si utilizzi il vastissimo ufficio stampa della provincia di Trento. Risparmiare si può e si deve. E pazienza se qualche propalatore con in tasca la tessera giusta rimarrà a spasso: sarà in buona compagnia con altre centinaia di colleghi disoccupati o sottoccupati e sottopagati grazie ad una legge approvata dal centro sinistra.