Interrogazione in Consiglio provinciale di Civettini: «gli assessori provinciali facciano cambio casa con i residenti e vediamo se riescono a sopportare»
Lizzana, quartiere sud della cittadina di Rovereto in Trentino, è da tempo alle prese con puzze insopportabili, che si sprigionano improvvisamente, specie di notte, causando non pochi problemi di vivibilità alle persone che vi abitano.
Quartiere residenziale confinante con la zona industriale (principale polo produttivo della provincia di Trento), lotta da anni contro una presenza acre che prende alla gola e che rende irrespirabile l’aria, costringendo le persone a vivere tappate in casa con le finestre chiuse. Cosa tutt’altro da fare, specie in estate con un caldo asfissiante.
Il consigliere provinciale della Civica Trentina, Claudio Civettini, ha preso carta e penna dopo l’ultima segnalazione di un residente, stendendo un’interrogazione provocatoria agli amministratori provinciali. Tutto parte da un Sms inviato da un residente a Civettini alle ore 4.59 del 9 agosto che scrive testualmente “Mia moglie ha aperto le finestre mezz’ora fa…un attimo fa sono corso a chiuderle svegliatomi dall’odore nauseante e dopo aver vomitato per la nausea, ti scrivo…ho una casa invivibile (usando un eufemismo!)”.
Secondo Civettini la situazione sarebbe grave al punto da rientrare persino in una precisa fattispecie di reato: «una situazione insopportabile che potrebbe essere al limite del delitto di violenza privata dove si declina che tale reato si configura quando chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa».
Nella sua interrogazione, Civettini avanza una proposta provocatoria: «se vi sia la disponibilità degli assessori provinciali ad uno scambio temporaneo di residenza con quelle famiglie che, a causa della puzza dilagante e vomitevole, sono obbligati a vivere sequestrati in case blindate con porte e finestre tappate anche in piena estate». Il consigliere ricorda il «clima di esasperazione, di danno palese, di invivibilità», in cui vivono i residenti.
Proprio per risolvere il fastidioso problema cui pare non esserci un responsabile definito, il comune di Rovereto ha investito 300.000 euro per acquistare un naso elettronico capace di identificare le sostanze che ammorbano l’aria del quartiere. Provvedimento replicato qualche mese dopo anche dalla stessa provincia di Trento che ha investito una somma presumibilmente analoga a quella di Rovereto per dotarsi di un apparato simile, probabilmente non pensando ad un vicendevole scambio tra pubbliche amministrazioni per ottimizzare al meglio l’impiego sia dell’apparecchiatura che del denaro pubblico.