Esperimento al Cern di Ginevra da parte INFN Ferrara scopre nuove particelle

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apparato LHCb Cern Ginevra
Nuove assetti atomici attorno ai Quark

 

apparato LHCb Cern GinevraLHCb, uno dei quattro grandi esperimenti del Large Hadron Collider (LHC), il super-acceleratore di particelle al Cern di Ginevra a cui collaborano attivamente i gruppi dell’Università e dell’Istituto Nucleare di Fisica Nucleare di Ferrara, ha appena scoperto una famiglia di particelle cosiddette “esotiche”, ossia costituite da stati legati di quattro Quark, invece dei “soliti” due o tre.

Il modello a quark prevede infatti anche l’esistenza di altri stati aggregati di quark, come il pentaquark (osservato per la prima volta l’anno scorso sempre da LHCb) e di tetraquarks, composti cioè da quattro di questi costituenti fondamentali. Ma fino ad ora, nonostante una ricerca serrata durata mezzo secolo, spiegano i ricercatori dell’università di Ferrara, non era mai stata portata nessuna prova conclusiva dell’esistenza di queste particelle cosiddette “esotiche”, proprio per la loro struttura peculiare. 

L’osservazione di queste particelle è molto difficile e avviene tramite la rivelazione dei loro “prodotti di decadimento”, ossia di particelle che vivono sufficientemente a lungo da essere “visti” dal rivelatore di LHCb. La difficoltà principale consiste nel distinguere i decadimenti provenienti da queste particelle “esotiche” rispetto ad altri decadimenti simili che sono di molti ordini di grandezza più numerosi. La difficile selezione è possibile grazie all’elevato numero di collisioni fornite da LHC, alla elevatissima precisione dell’apparato sperimentale di LHCb e ad un efficiente sistema di selezione rapida (sia elettronico che via software), che permette di scartare in tempo reale la maggior parte degli eventi di fondo, facilitando quindi la successiva analisi dei dati. 

Il gruppo di Ferrara è coinvolto in numerose attività all’interno della collaborazione LHCb, riguardanti sia la gestione della attuale presa dati (che finirà a fine 2018) che le attività di miglioramento e ottimizzazione previste per la futura presa dati ad alta luminosità, che inizierà nel 2020.