L’italia si colloca al 17° posto con Francia e Gran Bretagna, davanti alla Germania
Sono i Paesi Baltici che ottengono i migliori risultati dal “Pacchetto latte” varato nei giorni scorsi dall’Unione europea, almeno analizzando l’allocazione dei 350 milioni (su un totale di 500 milioni complessivi), distribuiti fra i 28 stati membri dell’Ue, nei quali è compreso ancora il Regno Unito, che parteciperà alla vita comunitaria fino al compimento della “Brexit”.
Calcolatrice alla mano e sulla base dei dati di Clal.it, il portale specializzato sul lattiero caseario, Fieragricola è andata a vedere il potenziale aiuto per 100 chilogrammi di latte prodotti, facendo riferimento alle singole assegnazioni per singoli paesi dei 350 milioni conferiti da Bruxelles.
Considerando solamente la ripartizione del budget, l’Italia si collocherebbe al sesto posto fra i beneficiari, con uno stanziamento di 20,9 milioni di euro, dietro a Germania (57,9 milioni), Francia (49,9 milioni), Regno Unito (30,2 milioni), Olanda (22,9 milioni) e Polonia (22,7 milioni di euro). Se al contrario si calcola la quantità di latte prodotta nel 2015 per ogni singolo paese dell’Ue e i fondi assegnati, emerge netta la scelta politica di sostenere maggiormente l’area delle Repubbliche Baltiche e dell’Unione europea orientale, con ogni probabilità per consentire agli allevatori di far fronte alla chiusura del mercato russo. I primi otto paesi nella classifica degli aiuti finanziari per 100 chilogrammi di latte sono, infatti, Lettonia (1,28 €/100 kg), Romania (1,21 €/100 kg), Bulgaria (1,19 €/100 kg), Estonia (1,15 €/100 kg), Lituania (€/100 kg), Ungheria (0,98 €/100 kg), Repubblica Ceca (0,68 €/100 kg), Finlandia (0,44 €/100 kg). Seguono Belgio (0,30 €/100 kg), Grecia (0,28 €/100 kg), Slovacchia (0,25 €/100 kg), Spagna e Svezia (0,24 €/100 kg), Polonia, Portogallo e Slovenia (0,22 €/100 kg). Alle loro spalle, con un valore di 0,21 €/100 kg si collocano Regno Unito, Italia e Francia, seguiti da Austria (0,20 €/100 kg) e da Germania, Irlanda, Cipro, Lussemburgo, Olanda e Danimarca, tutte con un valore ripartito di 0,19 €/100 kg.
Alla luce di tali aiuti, che possono essere raddoppiati dagli Stati, ma anche ripartiti fra altri comparti in difficoltà, come la suinicoltura e l’ortofrutta, quali benefici potrà ottenere il mercato e con quali tempistiche? A incidere sarà anche la misura del “Pacchetto latte” che estende la possibilità di operare stoccaggi privati di latte scremato in polvere (SMP). I magazzini dell’Ue-28 (fonte Clal.it) al 31 maggio 2016 stipavano 259.450 tonnellate di SMP, il 39,8% in più rispetto al mese precedente e addirittura il 1.668,5% in più rispetto al 31 maggio del 2015.
Anche se il mercato cinese ha ripreso la corsa agli approvvigionamenti, a partire da un +120,24% della polvere di latte intero nel giugno 2016 su base tendenziale, l’Unione europea dovrà correggere la propria rotta con forza. Le consegne di latte in Ue-28 nel periodo giugno 2015-maggio 2016 hanno raggiunto i 155 milioni di tonnellate, con un trend in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+32.000 tonnellate); l’export, al contrario, ha registrato una flessione: 20 milioni di tonnellate in equivalente latte esportate fra giugno 2015 e maggio 2016, in diminuzione di 33.000 tonnellate. E con una contrazione del 27,91% delle esportazioni di polvere di latte scremato: -27,91%.