Emilia Romagna, la regione accelera sulla ricerca

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Presentazione Goi da sx pres Accademia Naz agricoltura Giorgio Cantelli Forti ass agr Simona Caselli resp Servizio innovazione sistema agroalimentare Reg Emilia Romagna Giancarlo Cargioli
Più competitività sui mercati e maggiore rispetto per l’ambiente: al via 52 Gruppi operativi per l’innovazione. Risorse per 12 milioni di euro. Caselli: «strategico oggi investire nella ricerca pubblica»

 

Presentazione Goi da sx pres Accademia Naz agricoltura Giorgio Cantelli Forti ass agr Simona Caselli resp Servizio innovazione sistema agroalimentare Reg Emilia Romagna Giancarlo CargioliNuove tecniche di irrigazione per preservare una risorsa sempre più preziosa; agricoltura conservativa per contrastare l’erosione dei terreni appenninici e lotta alle malattie delle piante con sistemi a basso impatto ambientale; riduzione dell’antibiotico-resistenza negli animali da allevamento; sviluppo di nuove varietà di frutta, ortaggi e viti più resistenti al cambiamento climatico; miglioramento della biodiversità e recupero di varietà antiche di frumento. Ma anche nuove modalità di lavorazione dei terreni per  ridurre la dispersione di anidride carbonica nell’aria, contrastando l’effetto serra e – allo stesso tempo – migliorando il contenuto di carbonio e dunque la fertilità del suolo. 

La regione Emilia-Romagna accelera sulla ricerca in agricoltura e lo fa finanziando con 12 milioni di euro  52 Gruppi operativi per l’innovazione (Goi), le inedite alleanze tra mondo agricolo e mondo della ricerca che rappresentano una delle novità principali della Programmazione comunitaria 2014-2020. Con un obiettivo: aziende agricole più competitive sui mercati, ma anche più sostenibili ed efficienti nella gestione delle risorse naturali.   

I 52 partenariati al nastro di partenza lavoreranno su altrettanti Piani di innovazione nei  seguenti settori: sviluppo competitivo delle aziende agricole; gestione delle risorse idriche, dei fertilizzanti e dei pesticidi; qualità dei suoli e contrasto all’erosione;  riduzione del consumo di acqua in agricoltura.

«Un risultato importante –  ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli – sia per il numero e la qualità dei progetti selezionati, che per la tempistica, che ci vede prima Regione in Italia e tra le  prime realtà in Europa. Investire in ricerca – in particolare nella ricerca pubblica – oggi è strategico, per competere sui mercati, migliorare la qualità dei prodotti, rafforzare le prestazioni ambientali».

I progetti di innovazione avranno ricadute immediatamente operative, la cui durata non potrà superare i 36 mesi e i cui risultati confluiranno e saranno diffusi attraverso la Rete del Partenariato europeo per l’innovazione (Pei). Complessivamente, i 52 Goi aggregano circa 400 soggetti tra università ed enti di ricerca, aziende agricole e agroalimentari, enti di formazione e di consulenza. Una rete diffusa sul territorio che comprende, in particolare,  tutte le Università dell’Emilia-Romagna e la Cattolica del Sacro Cuore sede di Piacenza, i centri di ricerca Crpv (Cesena ) e Crpa (Reggio Emilia), il Consorzio di bonifica del canale Emilia-Romagnolo (Bologna), l’azienda agraria sperimentale Stuard (Parma), l’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, ma anche aziende private.

Considerando anche il cofinanziamento privato, i 52 progetti movimenteranno investimenti per 14,5 milioni di euro. Ma altre risorse pubbliche sono in arrivo entro la fine del 2016: si tratta di 16 milioni di euro che finanzieranno nuovi bandi per la ricerca in agricoltura tra ottobre e dicembre. Complessivamente, le risorse  a disposizione per finanziare i Goi, entro il 2020, ammontano a 50 milioni.

I 52 progetti sono stati selezionati da una commissione scientifica indipendente, coordinata dall’Accademia nazionale di agricoltura di Bologna. «La valutazione dei progetti – ha spiegato il presidente dell’Accademia, Giorgio Cantelli Forti – è stata compiuta in modo anonimo, secondo standard internazionali e  ha coinvolto 150 esperti». I progetti presentati sono stati 160 e il procedimento di esame si è svolto in 105 giorni. La percentuale del contributo pubblico è stata di circa il 70% per i progetti rivolti a sostenere la competitività aziendale, intorno al 90% per quelli di carattere ambientale (acqua e suolo) cui è riconosciuta una particolare rilevanza per la collettività e di quasi il 100% della spesa ammissibile nel caso di interventi per il sequestro di carbonio. I 52 progetti interessano tutti i principali comparti dell’agroalimentare emiliano-romagnolo in particolare il contributo ha avuto la seguente suddivisione: lattiero-caseario (7%), bovini (4.6%), suini (3,8%), foraggere (1,4%), cerali (26%), ortofrutta (37,9%), vitivinicolo (14,1%) e rimanenti settori per il 5,4%.