Pedemontana Veneta, dubbi sul volume del traffico

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Il PD vuole chiarezza. Il commissario Vernizzi puntualizza sulla disponibilità dei finanziamenti

 

pedemontana veneta cantieri«Sulla Pedemontana serve chiarezza e per questo chiediamo la convocazione in Seconda commissione del commissario straordinario Silvano Vernizzi. Vogliamo che ci venga presentata la sostenibilità finanziaria del progetto basata sui flussi di traffico». Una richiesta corale quella che arriva dai consiglieri regionali veneti del Pd Francesca Zottis, Stefano Fracasso, Andrea Zanoni e Orietta Salemi, alla luce del rinnovato allarme del Governatore e degli industriali sul possibile stop ai lavori, con il nodo dell’emissione delle obbligazioni per 1,6 miliardi di Banca Jp Morgan, in attesa del via libera della Cassa Depositi e Prestiti.

 Nell’incontro a Roma tra Delrio e Zaia, il ministro alle Infrastrutture, pur ribadendo che i cantieri devono andare avanti, ha sottolineato come ci siano degli aspetti ancora da approfondire, con le perplessità del governo che riguardano proprio i flussi veicolari, in rallentamento a vantaggio del traffico su rotaia. «Abbiamo letto che il commissario convocherà entro la prossima settimana un nuovo incontro tecnico per affrontare tutte le questioni aperte, alla presenza anche di rappresentanti del Ministero. Bene – ribadiscono gli esponenti Dem – chiediamo che venga a illustrare il tutto anche a noi in Commissione, visto che in ballo ci sono risorse statali e regionali. Servono chiarimenti anche sul Piano economico finanziario, perché non è possibile che un’opera approvata con “Project financing” venga a gravare sulle casse pubbliche. Inoltre, bisogna che sia fatta chiarezza anche sui flussi di traffico previsti, sui tempi di pagamento dei tremila espropriati, sulla reale assunzione del rischio d’impresa da parte dei costruttori/gestori privati, sui pedaggi che dovranno pagare i cittadini: tutte questioni che la Regione e il Commissario Straordinario – continuano – dovevano chiarire alla Corte dei Conti entro il mese di giugno. Non avendolo fatto, l’11 luglio scorso la Corte ha inviato un perentorio sollecito, chiedendo che sia data risposta entro l’1 settembre». 

Sul tema interviene il Commissario straordinario, Silvano Vernizzi. Alla Sis, società concessionaria per la realizzazione della superstrada Pedemontana veneta, mancano 1,6 miliardi di euro per completare l’opera, giunta al 30% della realizzazione e con le “sezioni” più complesse già realizzate, ad eccezione della galleria “Malo”. Lo ha precisato Vernizzi, che dopo aver sollecitato il Governo, ha convocato per venerdì 29 luglio a Mestre un vertice cui parteciperanno oltre al concessionario, rappresentanti del ministero delle Infrastrutture, il Governatore Luca Zaia e la Cassa depositi e prestiti. E proprio una garanzia della Cassa Depositi e Prestiti, secondo Vernizzi, senza necessariamente esporsi economicamente, potrebbe far intervenire finanziatori che la banca J.P. Morgan ha detto esistere. 

Il nodo della questione è il volume del traffico previsto sulla Pedemontana – più volte messo in discussione – che garantirebbe gli introiti a Sis per fare utile e pagare anche gli investitori. Il traffico concordato all’atto della stipula della concessione prevedeva 23.000 veicoli al giorno, pena una esposizione da parte dello Stato di 30 milioni di euro massimi all’anno per 15 anni, partendo tre anni dopo la fine lavori, quindi dal 2023. In proposito Vernizzi ha sottolineato che «solo il tratto della provinciale 111, la “Gasparona”, che sarebbe sostituita dalla Pedemontana, sopporta oggi dai 20 ai 30.000 veicoli al giorno». 

La Pedemontana, che attraversa 36 comuni e due province venete (parte da Spresiano (Treviso) e arriva a Montecchio (Vicenza), doveva costare inizialmente 1,850 miliardi, poi saliti a 2,258 miliardi, per rispondere – ha ricordato Vernizzi – alle richieste dei comuni che hanno fatto spostare in trincea o in galleria il 70% del tracciato per mitigare l’impatto sul territorio. Inoltre ad incidere sull’investimento anche le variazioni intervenute a causa delle nuove direttive antisismiche.