Veneto Banca: altro che salvataggio! È stato un vero e proprio esproprio voluto dal governo Renzi e dai tecnocrati di Bankitalia

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Lo dicono i numeri!

Di Stefano Valdegamberi, consigliere Regione del Veneto

 

veneto bancaCom’è possibile che un’azienda che vale non meno di sedici euro per azione venga venduta al prezzo di 0,1? Com’è possibile che nessuno si sia preoccupato di fare una valutazione del valore reale di questa azienda e che un giudice, invece di sollecitare il perito incaricato a fare questo, si preoccupa invece di telefonare ad un avvocato invitandolo a ritirare la richiesta di valutazione? 

Dalla lettura dei bilanci di Veneto Banca mi risulta che il 31 dicembre 2015 – sulla scorta del patrimonio netto dell’azienda dato dalla differenza tra attività e passività di bilancio – un’azione abbia ancora il valore intorno ai 17 euro, senza considerare alcun avviamento. Ma allora come mai il Cda ha attribuito un valore di soli euro 0,1. O sono falsi i dati di bilancio o è falsa la valutazione, non è data una terza possibilità. 

Il valore di 17 euro deriva da un bilancio depurato dalle svalutazioni imposte dalla Banca d’Italia e dall’applicazione dei nuovi parametri europei, con maggiori accantonamenti per rischi di inesigibilità. Grazie alla legge voluta dal governo Renzi che ha dato seguito alle direttive dei tecnocrati della Banca d’Italia, nel momento peggiore del mercato, si è obbligato alla trasformazione di Veneto Banca da società cooperativa a spa quotata in Borsa, comportando lo sradicamento dal territorio della governance della banca veneta. Perché si fa questo nel momento più sbagliato? E perché solo alle banche venete e non a tutte le altre che continuano ad operare con i criteri valutativi di prima, ancor oggi accettati da Bankitalia? Perché si finge di risanare una banca il cui stato di salute non era certo peggiore della media delle banche italiane. Ma allora il vero obiettivo qual è? 

Il primo è politico. Togliere le banche territoriali dal Veneto, sputtanando in lungo ed in largo questi istituti che per anni hanno sostenuto l’imprenditoria locale e facendo dire «vedete, anche i Veneti sono come gli altri, tutti uguali». La Banca dell’Etruria è una banca fallita. Così non è per Veneto Banca! 

Secondo, rubare dal territorio miliardi di euro dei risparmiatori-soci. Il Fondo Atlante ha pagato 1 ed ha portato a casa 3! La differenza sono i soldi rubati ai Veneti, ancora sotto choc per quanto accaduto. Eppure fino a qualche anno fa Veneto Banca era un esempio positivo in Italia! Aveva nel 2014 superato positivamente i stress-test posti dalle autorità bancarie europee. C’è voluta una legge speciale di Renzi, fatta “ad personam” contro il Veneto, per obbligare alla quotazione di una società nel momento peggiore del mercato e dopo alcuni bilanci in perdita a causa delle svalutazioni delle poste attive imposte dalla Banca d’Italia e dopo una campagna diffamatoria contro la banca stessa. Di solito si quotano le società con un trend di bilanci in utile, non con perdite indotte. Questo significa massacrarle!! Questa banca non è mai andata giù ai tecnocrati della Banca d’Italia che per anni hanno spinto alla fusione con altre banche, come la più disastrata Popolare di Vicenza. 

Non è che andrebbe indagata, invece, la Banca d’Italia e i governi italiani che hanno sottovalutato gli effetti della crisi sulle banche, rifiutando persino gli aiuti europei che tutti gli altri paesi, Germania in primis, avevano richiesto all’Europa qualche anno fa? Lo Stato e al Banca d’Italia hanno consumato la loro vendetta contro il Veneto, in serbo da anni! 

La cosa ancor più scandalosa è che si è voluto far transitare tutto il patrimonio della banca al fondo lussemburghese Atlante, estromettendo con l’aumento di capitali i vecchi soci e impedendo loro con tassativi ordini impartiti ai dirigenti della banca stessa e con altri vincoli di poter persino partecipare all’operazione! Sarebbe bastata una valutazione di almeno 5 euro per consentire ai vecchi soci di avere una partecipazione in assemblea di circa il 40%. Invece no. La rapina deve essere totale: a loro rimane solo il 2%! 

Perché obbligare ad una quotazione in Borsa, nel periodo peggiore, dei soci che non volevano essere quotati in Borsa? Non vi pare strano che un amministratore delegato come Carrus vada bene con ogni presidente e per ogni stagione, di prima e di dopo, compreso con Anselmi del Fondo Atlante? Perché altre banche cooperative, non certo più solide di Veneto Banca continuano ad operare indisturbate come prima, adottando gli stessi e identici parametri che un tempo adottava Veneto Banca e facendo aumenti di capitale valutato al 120%? Forse perché queste banche sono… banche amiche e non si trovano nel Veneto?