Mussner (ladina) Tommasini (italiana) e Achammer (tedesca) con i relativi intendenti hanno analizzato anche gli effetti della riforma scolastica
I tre assessori altoatesini competenti per la scuola e la cultura, Christian Tommasini (italiana), Philipp Achammer (tedesca) e Florian Mussner (ladina), unitamente ai tre intendenti scolastici Nicoletta Minnei, Peter Höllrigl e Roland Verra hanno fatto il bilancio dell’anno scolastico appena concluso.
In particolare l’assessore alla scuola di lingua italiana, Christian Tommasini, detto che «la scuola e la formazione professionale sono i luoghi in cui vogliamo dare agli studenti gli strumenti per essere cittadini attivi e responsabili, perché solo attraverso la formazione, durante tutto l’arco della vita, saranno in grado di avere un ruolo positivo nella società e di comprendere appieno la realtà che li circonda». Tommasini è quindi passato ad illustrare alcuni degli aspetti più qualificanti, sotto il profilo innovativo, dell’anno scolastico appena concluso, tra questi il recepimento da parte della Provincia della riforma nazionale denominata “La buona scuola”, adattata alle esigenze ed alle peculiarità della realtà locale.
Tra gli aspetti più interessanti, Tommasini ha citato la possibilità per le scuole di esprimere un giudizio più completo ed articolato sull’iter formativo svolto da ogni singolo studente, una via questa per giungere ad una vera e propria certificazione delle competenze. Altri aspetti qualificanti della nuova legge provinciale sono rappresentati, secondo Tommasini, dalla programmazione triennale che consente alle scuole di compiere un lavoro formativo di più ampio respiro e da un più forte rapporto tra la scuola ed il mondo del lavoro, grazie agli strumenti dello stage e del tirocinio formativo.
L’anno scolastico ha fatto registrare, inoltre, importanti passi in avanti per quanto riguarda il potenziamento del plurilinguismo, uno degli elementi che connotano l’offerta formativa delle scuole in lingua italiana, che propone un approccio ludico al tedesco sin dalla prima infanzia e percorsi scolastici plurilingui dalle scuole primarie alle superiori ormai sempre più diffusi.
L’impegno per l’apprendimento delle lingue passa anche attraverso le certificazioni linguistiche, proposte agli studenti dai 10 anni in su, e le esperienze nelle scuole dell’altro gruppo linguistico oltre che i soggiorni studio all’estero.
Molto soddisfatto a questo proposito l’assessore che ha dichiarato «ho sempre creduto molto nell’importanza di offrire agli studenti uno sguardo sul mondo, attraverso l’apprendimento delle lingue. Come assessore alla cultura e alla scuola ho sempre chiesto che si coniugassero le azioni al fine di favorire l’approccio fra i diversi gruppi linguistici, la conoscenza reciproca e il miglioramento delle competenze linguistiche. Credo che gli sforzi di questi anni siano ampiamente ripagati».
I dati parlano di circa 2.500 esami per la certificazione di una lingua straniera sostenuti nel solo 2015, con un tasso di promossi superiore all’80%. Inoltre negli ultimi due anni scolastici sono state condotte dal Servizio provinciale di valutazione indagini standardizzate sulle competenze linguistiche in tedesco nelle quarte classi della scuola primaria.
La prova da quest’anno è censuaria (cioè coinvolge tutti gli allievi delle quarte) e attesta un livello linguistico pari al livello A2 delle certificazioni internazionali. Entro l’autunno saranno resi pubblici i risultati, che sono in via di analisi, ma possiamo anticipare che essi paiono molto incoraggianti. Lo scorso anno la stessa rilevazione aveva dato risultati buoni e particolarmente interessanti nella comprensione del testo, con valori medi del 72,7% per “Lesen” e 70% di “Hören” di risposte corrette.
I risultati delle prove Invalsi di quest’anno scolastico divulgati, pochi giorni fa, hanno portato con sé, secondo l’assessore Tommasini, un risultato molto importante per la scuola in lingua italiana, che ne esce in modo positivo quando osservata nell’arco di un periodo di tempo medio lungo. È noto, infatti, che gli apprendimenti non producono risultati in tempi brevi e vanno pertanto osservati in una prospettiva temporale adeguata.
Nel caso della scuola del primo ciclo di lingua italiana della provincia di Bolzano, quindi primaria e secondaria di primo grado insieme, i dati indicano non solo che essa riesce a garantire ai propri studenti risultati in linea con quelli delle regioni più forti del Paese, ma anche che il sistema scolastico altoatesino si colloca tra i più efficaci d’Italia. Infatti, la provincia di Bolzano è l’unica area del Paese in cui tutte le scuole secondarie di primo grado presentano un valore aggiunto positivo (efficacia della scuola), mentre in tutte le altre parti d’Italia sono presenti, con percentuali molto diverse tra le varie regioni, scuole con valore aggiunto negativo, quindi inefficaci.
«Questo risultato è motivo di orgoglio per la nostra Scuola – ha affermato Tommasini – poiché significa che il sistema formativo che abbiamo contribuito a costruire in questi anni valorizza tutti gli studenti, indipendentemente dalla scuola che frequentano o dalle caratteristiche con cui entrano nel sistema, e offre ad ognuno strumenti efficaci di crescita, la possibilità di costruire il proprio futuro e la propria identità. L’indicazione sul valore aggiunto conferma che le scelte fatte in questi anni nella promozione di un piano di formazione strutturato e una particolare attenzione alla didattica delle cosiddette competenze di base stanno dando i loro risultati».
Sia l’assessore competente per le scuole di lingua tedesca, Philipp Achammer, che il suo omologo ladino, Florian Mussner, hanno espresso il loro apprezzamento per l’impegno profuso nel corso dell’anno scolastico dal corpo docente e da tutte le figure professionali coinvolte nell’attività didattica. Entrambi hanno sottolineato l’importanza della nuova legge provinciale che recepisce la riforma nazionale “La buona scuola” ed apre ulteriori spazi di autonomia all’attività didattica delle singole scuole. Gli intendenti scolastici sono quindi passati ad illustrare i dati statistici riguardanti i rispettivi ambiti di competenza.
In particolare l’intendente per le scuole di lingua italiana, Nicoletta Minnei, ha posto l’accento su una scuola di lingua italiana tuttora in crescita. Sono, infatti, oltre 20.200 i bambini e i ragazzi che frequentano una scuola in lingua italiana, dall’infanzia alle superiori: un numero che negli ultimi anni tende costantemente ad aumentare, se si pensa che gli studenti delle sole scuole a carattere statale (esclusa l’infanzia) sono aumentati in cinque anni (a.s. 11/12) di 720 unità, oltre il 4,5%.
Il grado di scuola che vive la maggiore crescita è la scuola secondaria di II grado, che rispetto a cinque anni fa aumenta addirittura del 7%. Si tratta di una crescita legata sia a fattori demografici che collegata alla qualità delle proposte didattiche della scuola italiana.