Cina, Taiwan, Russia e Africa i mercati più promettenti per il business delle imprese italiane
Grande successo per “Le fiere per le imprese, per il territorio, per il Made in Italy”, V edizione del seminario annuale di aggiornamento formativo per i soci AEFI–Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, che si è tenuta a Rimini, presso la sede di Rimini Fiera. Il seminario si inserisce nel percorso formativo di AEFI e quest’anno si inserisce in un panorama di attività più ampio che ha visto l’Associazione impegnata nel focalizzare l’attenzione di istituzioni e operatori attraverso una serie di appuntamenti a carattere internazionale.
Anche in questa sessione formativa, l’internazionalizzazione è stato tema di rilievo perché fondamentale per il business fieristico; la prima parte del convegno è stata infatti dedicata agli interventi degli esperti internazionali che hanno inquadrato il contesto a livello globale e le potenzialità di alcuni mercati per il business delle nostre imprese.
«Dopo aver presentato le esigenze e le problematiche del settore alle autorità e agli operatori internazionali nel corso dei precedenti appuntamenti – ha sottolineato Giovanni Laezza, direttore di Riva del Garda Fierecongressi e vicepresidente di AEFI, in apertura dei lavori -, questo seminario annuale è l’occasione per fare il punto su come le fiere devono cambiare, modificarsi e adattarsi alle necessità degli operatori per essere fattore di sviluppo dei territori e del “Made in Italy”».
«Ritengo doveroso nel portare il mio saluto a questo evento – ha aggiunto Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera e vicepresidente di AEFI – evidenziare il ruolo strategico di AEFI che sempre, e con particolare dedizione ed efficacia in questi anni, sa tenere le fila delle tematiche e delle battaglie di vitale importanza per il nostro Sistema Fiere».
Nella prima giornata di lavori, Kai Hattendorf, direttore generale di UFI, si è soffermato sui nuovi trend e sui mercati più promettenti, tracciando un quadro del sistema fieristico mondiale che vede crescere gli investimenti nel settore in termini di infrastrutture, con particolare riferimento alla Cina, il cui Governo ha pianificato una serie di attività a supporto delle Fiere tra cui lo sviluppo di nuovi quartieri. In particolare si è parlato del “Chinese State Council”, che mettere in atto una serie di misure e agevolazioni tra cui: coordinamento dei quartieri espositivi e delle manifestazioni a livello nazionale; razionalizzazione dei rapporti governo-fiere; definizione di una normativa chiara e univoca in materia di sicurezza; sostegno agli organizzatori cinesi affinché possano diventare internazionali e organizzare mostre all’estero.
Hattendorf ha inoltre presentato in anteprima i dati della diciassettesima rilevazione congiunturale condotta a giugno 2016 del suo “Global Exhibition Barometer” che illustra, ogni sei mesi, l’andamento del settore fieristico a livello globale. La maggior parte dei quartieri coinvolti nell’indagine hanno evidenziato la necessità di adottare modelli fieristici che prevedano sempre maggiore integrazione tra esposizioni ed eventi congressuali, mentre l’Africa è il mercato in cui i maggiori protagonisti internazionali del settore concentreranno le proprie attività.
Sulla collaborazione tra Italia e Taiwan, a seguito del “Memorandum of understanding” sottoscritto lo scorso anno tra AEFI e TECA-Taiwan Exhibition & Convention Association, si è soffermata Christie Huang, direttore del Taiwan Center Milano, che ha fornito informazioni sulla potenzialità del mercato ponendo l’accento sui risultati ottenuti nel 2015 e sui settori che offrono maggiori opportunità di business per le fiere italiane, come l’abbigliamento, la meccanica e il comparto alimentare. Il sistema fieristico taiwanese conta 227 manifestazioni annuali che attirano circa 202.000 operatori stranieri. Huang ha inoltre presentato i progetti di sviluppo dei quartieri che prevedono per il 2018 l’apertura di due nuove fiere, a Nangang e a Taichung.
Un focus specifico è stato dedicato al mercato russo grazie all’intervento di Tatiana Bashmakova, membro del Comitato direttivo permanente e presidente della Commissione associati di RUEF-Russian Union of Exhibitions and Fairs. Il settore fieristico russo ha registrato nel 2015 843 manifestazioni in 46 città. L’attenzione delle istituzioni locali per il settore prevede importanti investimenti per lo sviluppo di nuovi quartieri.
Oltre agli scenari mondiali in relazione alle opportunità per il settore fieristico italiano, tra i temi portanti delle due giornate anche i “case history” presentati dalle fiere di Bari, Bologna, Firenze, Parma, Rimini e Riva del Garda e alle testimonianze di grandi imprenditori, una sessione riservata all’importanza delle Fiere quale motore di sviluppo per l’economia del territori, un focus sul “Made in Italy” inquadrato nel contesto competitivo a livello globale, e un approfondimento sulle tematiche digitali del mondo fieristico.
Giuseppe Schirone, manager delle Strategie industriali e territoriali di Prometeia, ha delineato le prospettive di medio termine dei settori del “Made in Italy” di riferimento per AEFI: tecnologia, edilizia/arredo, agroalimentare, tempo libero e moda/bellezza, contestualizzati rispetto alle previsioni macroeconomiche, internazionali e nazionali. L’analisi condotta da Prometeia ha messo in evidenza i principali mutamenti di contesto che interessano l’economia mondiale, per la quale si prevede un ritmo di espansione nettamente inferiore, sia rispetto all’ultimo quinquennio, sia rispetto alle medie pre-crisi. Su tale scenario s’innesta – aumentandone la rischiosità – la questione “Brexit” che, a livello settoriale, potrà impattare soprattutto su alimentare ed altri beni di consumo, prodotti intermedi e meccanica, ovvero i comparti in cui le aziende italiane e britanniche sono maggiormente in concorrenza. Non mancano tuttavia fattori di sostegno alla crescita prospettica, come ad esempio le conferme positive provenienti dagli USA e la ripresa europea, trainata soprattutto dai consumi (privati e pubblici). In questo contesto, i settori AEFI sviluppano un fatturato annuo superiore ai 970 miliardi di euro, contribuendo per il 30% al totale dell’economia nazionale, mentre i quasi 270 miliardi di esportazioni valgono quasi i 2/3 dell’export italiano. Nonostante queste consistenze, negli ultimi anni tutti i comparti analizzati hanno perso posizioni nel mercato mondiale e, in assenza di significativi “cambi di passo”, ancora nel 2020 le dinamiche di crescita previste non saranno sufficienti a garantire un ritorno su livelli di attività comparabili a quelli pre-crisi.
Per questo è importante il ruolo delle Fiere e per questo AEFI chiede alle Istituzioni il massimo supporto per poter contribuire allo sviluppo del Sistema Paese. Intervenendo su questo tema, Nicola Lener, capo ufficio internazionalizzazione del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ha tracciato un quadro dell’ultimo anno. Grazie alla collaborazione di AEFI con il MAE, l’Associazione ha potuto stringere rapporti con tutte le più importanti ambasciate per presentare e promuovere il sistema fieristico nazionale e le opportunità di collaborazione.
Ferdinando Fiore di ICE Agenzia ha tracciato il bilancio di un anno di “Made in Italy”, con particolare riferimento agli effetti positivi dell’intervento sul sistema fieristico, evidenziando come ne abbiano beneficiato non solo le fiere ma tutti i settori con una ricaduta positiva sulla nostra economia. Fiore ha poi ricordato i criteri per poter accedere ai fondi del MISE previsti dal piano straordinario per il “Made in Italy”, sottolineando che il progetto proseguirà anche nel 2017.
L’incontro si è concluso con una sessione sulla Giornata Mondiale delle Fiere durante la quale sono stati illustrati i risultati della prima edizione sia a livello nazionale, con l’evento di AEFI a Roma, che internazionale. E’ stato infine comunicato che il prossimo appuntamento mondiale con il Global Exhibitions Day sarà il 7 giugno 2017.