Rigassificatore di Trieste, la regione ricorre nuovamente al Tar

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Serracchiani, decisione era stata già presa da Governo 

 

rigassificatore trieste renderingLa Regione Friuli Venezia Giulia si è nuovamente rivolta al Tar del Lazio per bloccare l’insediamento di un impianto di rigassificazione che il Gruppo catalano Gas Natural intende costruire in località Zaule, frazione di Muggia, in provincia di Trieste. 

Dopo aver impugnato a fine aprile 2015 davanti al Tar del Lazio il parere di compatibilità del progetto con il piano regolatore del porto di Trieste, espresso al Ministero dell’Ambiente dalla Commissione tecnica per la Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) e Valutazione Ambientale Strategica (Vas), la Regione ha presentato un altro ricorso, questa volta “per motivi aggiunti” dovuti a un nuovo parere della Commissione tecnica ritenuta «di fatto favorevole alla realizzazione del rigassificatore», notificato alla direzione regionale Ambiente dal ministero dell’Ambiente lo scorso 1 giugno. 

La Regione ritiene illegittime e fondate su presupposti errati le valutazioni della Commissione. La vicenda si trascina dal luglio 2004, quando Gas Natural ha dato avvio alla procedura per la costruzione e per l’esercizio di un impianto Gnl nel territorio del comune di Trieste. «La decisione di non procedere alla realizzazione dell’impianto è infatti già stata assunta dal Governo», ha detto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, che lo scorso 10 giugno aveva incontrato il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, dal quale aveva ricevuto conferma che il rigassificatore di Zaule non è nell’agenda dell’esecutivo. «Abbiamo sempre nutrito la convinzione che non ci siano le condizioni per realizzare un rigassificatore nel porto di Trieste – ha aggiunto Serracchiani – sia per ragioni di precauzione, in quanto si tratta di un’attività che comporta rischi potenziali, sia in quanto il movimento di navi gasiere andrebbe a confliggere con le legittime ambizioni di sviluppo dello scalo commerciale, attualmente in pieno rilancio».