Nella basilica di San Pietro la benedizione papale al simbolo del Buon Pastore

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Consegnati i palli a 25 nuovi arcivescovi metropoliti. Tra questi gli arcivescovi di Bologna e Trento

 

Vaticano benedizione palli nuovi arcivescovi 1La basilica di San Pietro a Roma ha ospitato la benedizione da parte di Papa Francesco dei palli consegnati a 25 nuovi arcivescovi metropoliti. Il pallio, simbolo del Buon Pastore, è una piccola stola di lana ricamata che indica il legame tra Chiesa locale e Chiesa di Roma, simbolo del ministero di maggiore responsabilità affidato agli arcivescovi metropoliti. Dopo la benedizione, l’“imposizione” del pallio benedetto non avviene più, per volere di Francesco, a Roma, ma in ciascuna Chiesa locale ad opera del Nunzio apostolico: per l’Italia, monsignor Bernardini.

La benedizione è avvenuta nella s. Messa presieduta da Francesco nella basilica vaticana in occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo, patroni della Chiesa romana e della capitale. In questa circostanza, come da tradizione, vengono benedetti i palli destinati ai nuovi arcivescovi, nominati negli ultimi dodici mesi alla guida di una Chiesa detta “metropolitana”, perché a capo di una Provincia ecclesiastica. 

Tra i sei italiani, accanto all’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, anche monsignor matteo Zuppi arcivescovo di Bologna, mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo; mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento; mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento. La cerimonia si è svolta alla presenza di una delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, particolarmente sottolineata oggi da papa Francesco, che negli ultimi mesi sta accelerando sul pedale dell’ecumenismo.

Una Chiesa aperta, che non si chiuda alla gente e non sia chiusa dalla “paura” dei “pericoli”. Una Chiesa che imiti Paolo, che ha vissuto “una vita in uscita tutta proiettata sul Vangelo” e imiti Pietro, “umile pescatore che si apre e sboccia quando incontra Cristo”. E’ la Chiesa proposta dal Papa nella omelia della messa per la festa di san Pietro e Paolo. “Chiusura / apertura” è il binomio proposto alla riflessione dal Papa. «A questa immagine – ha spiegato papa Bergoglio – possiamo accostare anche il simbolo delle chiavi, che Gesù promette a Simone Pietro perché possa aprire l’ingresso al Regno dei Cieli, e non certo chiuderlo davanti alla gente, come facevano alcuni scribi e farisei ipocriti che Gesù rimprovera». Papa Francesco ha parlato della «tentazione che sempre esiste per la Chiesa: quella di chiudersi in sé stessa, di fronte ai pericoli», è ha indicato nella preghiera la «via d’uscita, lo spiraglio: dalla chiusura all’apertura, dalla paura al coraggio, dalla tristezza alla gioia. E possiamo aggiungere: dalla divisione all’unità. Sì, – ha rimarcato il Pontefice – lo diciamo oggi con fiducia insieme ai nostri fratelli della Delegazione inviata dal caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo, per partecipare alla festa dei Santi Patroni di Roma. Una festa di comunione per tutta la Chiesa, come evidenzia anche la presenza degli Arcivescovi Metropoliti venuti per la benedizione dei Palli, che saranno loro imposti dai miei Rappresentanti nelle rispettive Sedi». 

Papa Francesco ha anche sottolineato come la vita di san Paolo sia stata «tutta “in uscita” grazie al Vangelo: tutta proiettata in avanti, prima per portare Cristo a quanti non lo conoscono, e poi per buttarsi, per così dire, nelle sue braccia, ed essere portato da Lui “in salvo nei cieli, nel suo regno”». Il Papa ha poi riflettuto sulla vita di “Simone, pescatore galileo, come la vita di ognuno di noi, – ha commentato – si apre, sboccia pienamente quando accoglie da Dio Padre la grazia della fede. Allora Simone si mette sulla strada, una strada lunga e dura, che lo porterà a uscire da sé stesso, dalle sue sicurezze umane, soprattutto dal suo orgoglio mischiato con il coraggio e con il generoso altruismo. In questo suo percorso di liberazione, decisiva è la preghiera di Gesù, grande via di uscita dalle nostre chiusure personali e comunitarie». E ha commentato il racconto di Rode, la domestica della madre di Giovanni, che quando Pietro appena scarcerato bussa alla sua porta, riconosciuta la voce dell’apostolo, invece di aprire, corre a riferire alla padrona. «Il racconto che può sembrare comico – ha osservato papa Francesco – e può dare inizio al cosiddetto complesso di Rode, ci fa percepire il clima di paura in cui si trovava la comunità cristiana, che rimaneva chiusa in casa, e chiusa anche alle sorprese di Dio». Alla fine della messa il Papa e Methodios hanno pregato davanti al sepolcro di San Pietro.Vaticano benedizione palli nuovi arcivescovi 2