Soddisfazione della maggioranza, critiche da parte delle opposizioni
La Sezione regionale di controllo Friuli Venezia Giulia della Corte dei conti ha tenuto in Consiglio regionale, l’udienza pubblica, in adunanza plenaria, per il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione per l’esercizio 2015, con gli interventi del consigliere Fabrizio Picotti, del relatore Marco Randolfi e la requisitoria del procuratore regionale Tiziana Spedicato, che alla fine del suo intervento ha chiesto la parificazione del rendiconto. Erano presenti il presidente dell’Assemblea legislativa Franco Iacop, il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, l’assessore alle finanze Francesco Peroni, consiglieri e assessori regionali, numerose autorità istituzionali, politiche e amministrative e, da Roma, il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri.
Randolfi si è soffermato sui risultati generali della gestione patrimoniale al 31 dicembre 2015, sulle attività e passività finanziarie, le attività disponibili e no, partecipazioni azionarie, passività diverse. Picotti ha analizzato spese, entrate nel triennio 2013-2015 in conto competenza, struttura del debito 2011-2015, incidenza degli oneri da indebitamento per 2013-2017, gestione di competenza per finalità da spese effettive al netto delle partite tecnico-contabili.
La requisitoria di Tiziana Spedicato ha toccato il ruolo del pm nel giudizio di parificazione, il percorso intrapreso dalla Regione nel processo di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio, riordinamento finanziario e istituzionale del sistema regionale integrato e le sue conclusioni, basate sugli esiti delle attività istruttorie sul rendiconto. Al termine, breve sospensione della seduta per permettere alla Corte di riunirsi; al rientro in Aula, il presidente della sezione regionale di controllo Carlo Chiappinelli ha dato lettura del positivo giudizio di parificazione del bilancio 2015 della Regione.
«Soddisfazione» per il giudizio di parificazione è stata espressa anche dall’assessore regionale alle Finanze Francesco Peroni: «la deliberazione della sezione di controllo della Corte dei conti attesta con evidenza la stabilità dei nostri conti, la regolarità contabile, la legalità finanziaria dell’azione di governo di questa Regione e l’equilibrio finanziario». Per Peroni, «è stata apprezzata l’accelerazione in termini di efficientamento della spesa tanto dal punto di vista della spesa corrente quanto a lato degli investimenti: in sostanza si dice che si spende meglio dal punto di vista delle tempistiche». Poi, «è stato apprezzato il totale azzeramento del debito potenziale e in generale l’accrescimento dell’azione di progressiva estinzione del nostro debito, che è un altro indicatore di stabilità e di ottima salute dei nostri conti della Regione». In riferimento alla situazione della Banca Mediocredito FVG Spa, l’assessore alle Finanze ha apprezzato che «sia stato riconosciuto come, in un quadro difficile di cui siamo consapevoli, la Regione sia impegnata quotidianamente nel monitoraggio e nella regia strategica».
«Una valutazione positivissima – commenta il vicepresidente della regione Sergio Bolzonello -. Ci è stato dato atto che la Regione ha un bilancio solidissimo e che è stato di fatto azzerato il debito potenziale: questo dà tranquillità per gli anni a venire per quanto riguarda tutto l’impianto finanziario e contabile».
Su alcune criticità indicate dal procuratore regionale dell’organo di magistratura contabile Tiziana Spedicato, che riguardano soggetti come il Consorzio sviluppo industriale della zona dell’Aussa Corno, Ezit Trieste e Fondazione Villa Russiz, Bolzonello ha evidenziato che «l’azione avviata proprio tre anni fa con l’insediamento dell’attuale Giunta. E’ una grande soddisfazione che quest’Amministrazione regionale si prende quella di aver prima affrontato il tema, in secondo luogo aver risolto i problemi».
Se la maggioranza plaude, dalle opposizioni si levano critiche. «La Corte dei conti ha bacchettato la presidente Serracchiani sull’approccio “autoritativo” scelto dalla maggioranza per regolare il rapporto fra Ente regionale ed Enti locali nel contesto del sistema regionale integrato bocciando quindi l’approccio sulle Uti» afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Riccardo Riccardi, che sottolinea come «i commissariamenti e le sanzioni finanziarie nei confronti dei comuni ribelli, bocciate anche dai giudici del Tar, non sono la soluzione, ma ci vuole più duttilità e un miglior uso della regia da parte della Regione, che comunque non può prescindere da logiche di confronto». Per Riccardi «la Corte dei Conti, indica un percorso chiaro e preciso, ribadendo quello che chiediamo da tempo alla maggioranza: buonsenso, basta imposizioni e confronto con le opposizioni».
Critiche anche da Elena Bianchi, capogruppo del M5S in Regione: «vigilanza utilizzata poco e male, 5 milioni di euro di poste puntuali, il ricorso a sanzioni e commissari per far applicare la riforma degli Enti locali e un Comitato per la valutazione e controllo della legislatura, a dir poco, privato delle risorse necessarie. Sono tante e pesanti le bocciature espresse dalla Sezione regionale di controllo per il Friuli Venezia Giulia della Corte dei conti». Per Bianchi l’udienza pubblica della Corte ha registrato un’assenza eccellente: «rumorosissima l’assenza della presidente Serracchiani che oggi non ha voluto raccogliere di persona i suggerimenti del consigliere Fabrizio Picotti, del relatore Marco Randolfi e del procuratore regionale Tiziana Spedicato. Un fatto a nostro avviso molto grave». Secondo Bianchi «nel corso della seduta, inoltre, è stato ripetutamente evidenziato il mancato esercizio della vigilanza da parte della Regione. Uno strumento mal disciplinato e relegato a un mero uso formale postumo e non efficace. A provare tutta l’inefficacia della vigilanza della Regione alcune gravi situazioni elencate: Mediocredito, Ezit, Consorzio Aussa Corno, Consorzio Cellina Meduna, Villa Russiz, alle quali noi aggiungiamo volentieri Coopca e Cooperative Operaie. La Regione non può continuare, infatti, a esercitare la vigilanza a posteriori, come se si trattasse di un banale controllo formale di atti e rendicontazioni. Deve invece intervenire prima che sia troppo tardi, utilizzando la normativa e i poteri dell’Esecutivo e, dove necessario, persino rivedendo la disciplina vigente».