Dai ballottaggi alle comunali del Friuli Venezia Giulia schiaffo bis alla Serracchiani

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roberto dipiazza sindaco trieste
Trieste, Pordenone e Cordenons vanno al centro destra; San Vito al tagliamento al centro sinistra

 

roberto dipiazza sindaco triesteIn Friuli Venezia Giulia, dopo solo due settimane gli elettori assestano un nuovo, sonoro schiaffo elettorale alla presidente della regione e vicesegretario nazionale Dem Debora Serraccchiani, con tre ballottaggi su quattro assegnati al centro destra.

Il capoluogo di regione Trieste torna al centro destra dopo la meteora di Roberto Cosolini, uscito battuto anche al primo turno. Nonostante gli sforzi profusi dalla nomenklatura Dem nella campagna elettorale a sostegno dell’uscente candidato progressista, Roberto Dipiazza ha staccato ampiamente Cosolini, con un affluenza decisamente bassa, il 47,5% in calo di 6 punti rispetto al primo turno. Per Dipiazza, eletto con il 52,6% dei consensi, si prepara per il terzo mandato, dopo quelli già coperti dal 2001 a 2011 ed è il primo sindaco nella storia cittadina ad essere rieletto per la terza volta.

A nulla è valso il tentativo in corner del centro sinistra di screditare Dipiazza: il capogruppo del Pd alla Camera, il triestino Ettore Rosato, aveva denunciato la presenza in città di un volantino di stampo razzista che avrebbe invitato a votare il candidato di centrodestra, subito smentito dal segretario friulano della Lega, il triestino Massimiliano Fedriga. Cosolini aveva accusato il rivale di aver creato uno “stipendificio” nei suoi dieci anni di amministrazione. Dipiazza era stato anche attaccato dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, per differenti visioni sul porto cittadino.

Dipiazza, 63 anni, nato ad Aiello del Friuli (Udine), ma residente a Trieste dal 1957 quando la sua famiglia si trasferì nel capoluogo giuliano, è stato sempre inserito nel mondo della grande distribuzione prima come dipendente, poi come imprenditore arrivando ad essere proprietario di una rete di supermercati. Entrato in politica nel 1996, è stato sindaco di Muggia (Trieste) dal 1996 al 2001, incarico lasciato per diventare sindaco di Trieste. E’ stato presidente della Pallacanestro Trieste dal 2004 al 2011. Ha presieduto per alcuni anni la società che gestisce l’Aeroporto del Friuli Venezia Giulia ed è stato anche amministratore delegato del Terminal Intermodale di Trieste-Fernetti.

Il centro destra si è imposto anche a Pordenone con Alessandro Ciriani che ha ampiamente superato la progressista Daniela Giust. Dopo tre mandati consecutivi al centrosinistra, Pordenone elegge a sindaco Alessandro Ciriani, già presidente della Provincia. La vittoria di Ciriani è stata netta, con il 58,81% delle preferenze a fronte del 41,19% della candidata del centrosinistra Daniela Giust, confermando la distanza tra i due sancita già dal primo turno (45,48% a Ciriani e 33,23% a Giust). Anche in questo caso, però, l’affluenza alle urne non è stata massiccia, fermandosi al 52,16% degli aventi diritto. 

La sfida di Ciriani, 46 anni, era partita con decisione già all’avvio della campagna elettorale con l’intento di riproporre a Pordenone il modello di gestione “agile” già adottato in ambito provinciale. Il nuovo sindaco ha cominciato a fare politica giovanissimo, diventando leader nelle strutture giovanili della destra. In seguito è stato presidente provinciale di Alleanza Nazionale e vice coordinatore provinciale del Pdl. Al 2004 risale il primo importante incarico amministrativo quando, a 34 anni, fu nominato vicepresidente e assessore allo sport della provincia di Pordenone. Poi l’arrivo al vertice della Provincia fino all’anno scorso e ora la conquista della poltrona di primo cittadino. 

La svolta a destra di Pordenone è per molti aspetti una sorpresa. Lo è soprattutto perché è la città del vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, importante esponente del Partito democratico. Lo stesso Bolzonello, che gode di grande popolarità e seguito a Pordenone, aveva ricoperto l’incarico di sindaco per due mandati fino a cinque anni fa, prima di assumere quello regionale, lasciando la poltrona cittadina al collega di partito Claudio Pedrotti che, però, ha rinunciato a partecipare a questa tornata elettorale. Anche la perdita di Pordenone, quindi, sembra destinata a pesare sulle analisi che il Pd ha annunciato di voler fare «per comprendere gli errori commessi». 

Completa il “triplete” del centro destra il risultato di Cordenons, dove Andrea Delle Vedove conquista la città con il 52,7% rispetto al 47,3% ottenuto dal candidato Giovanni Ghini. 

Alla sinistra ca San Vito al tagliamento che elegge Antonio di Bisceglie che con il 51% dei consensi ha superato al fotofinish Tiziano Centis espressione delle liste civiche che ha incassato il 49%.

La sconfitta brucia sulla pelle della Serracchiani: «i ballottaggi di Trieste e Pordenone hanno confermato l’indirizzo del primo turno. L’impegno e l’accelerazione impressa in queste due settimane non sono bastati a recuperare uno svantaggio non piccolo. Andranno fatte analisi accurate e schiette, perché è evidente che le sconfitte in due capoluoghi e a Cordenons, non vanno sottovalutate».