“Regione Fortezza”: un volume edito dal Museo della Guerra di Rovereto sull’epopea dei forti nel Tirolo storico

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Forte Fortezza da Spinga
Lavoro minuzioso frutto di vent’anni delle ricerche di Nicola Fontana, responsabile dell’archivio storico e della biblioteca del Museo

 

Forte Fortezza da SpingaUn lungo e minuzioso lavoro di ricerca durato oltre vent’anni tra analisi dei codumenti e sudi degli archivi di mezz’Europa costituiscono i contenuti del ponderoso volume (700 pagine) “La regione fortezza. Il sistema fortificato del Tirolo: pianificazione, cantieri e militarizzazione del territorio da Francesco I alla Grande Guerra” edito dal Museo della Guerra di Rovereto a cura di Nicola Fontana, responsabile dell’archivio storico e della biblioteca del Museo della Guerra di Rovereto, già autore di altre pubblicazioni sui forti trentini, socio della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e tra i fondatori dell’Ősterreichische Gesellschaft Für Festungsforschung di Vienna.

La ricerca si occupa delle opere di fortificazione permanente costruite dall’Impero austro-ungarico nella contea del Tirolo tra la prima metà dell’Ottocento e lo scoppio della Prima guerra mondiale. «Il sistema fortificato tirolese è stato esaminato – afferma Fontana – cercando di svincolarsi da un’interpretazione tradizionale basata sugli aspetti storico-militari e storico-architettonici recuperando invece la dimensione sociale e politica sulla quale i forti hanno inciso in maniera non trascurabile»”. 

Sulla scorta di questa impostazione, lo studio è articolato sul filo conduttore è l’idea del Tirolo storico (costituito da quelle tre realtà che oggi sono il Tirolo austriaco e le italiane province di Trento e di Bolzano) come regione-fortezza e la relativa evoluzione nel tempo in rapporto al mutevole scenario geopolitico. 

Il volume è articolato in tre sezioni. Nella prima parte viene presentato il processo di pianificazione e di costruzione del sistema fortificato tirolese dalle origini, identificate nel periodo immediatamente successivo alla pace di Luneville del febbraio 1801, fino alla mobilitazione generale dell’agosto 1914, scoppio della Grande Guerra. Nella seconda parte, l’autore focalizza la propria attenzione sulla fase esecutiva dei forti, dalla stesura dei progetti alle pratiche di collaudo delle strutture e degli armamenti, attraverso un percorso che ha toccato aspetti quali la mentalità del corpo ufficiali del genio militare asburgico, l’iter burocratico-amministrativo seguito per arrivare ai cantieri militari sotto il profilo delle ricadute sulla società, sulla popolazione e sul territorio, con tutte le ripercussioni sociali ed economiche (la costruzione dei forti porta lavoro e reddito ad una popolazione in gran parte contadina, ma anche vincoli, ad iniziare dal disboscamento di gran parte del territorio prospicente il forte, il deprezzamento dei terreni circostanti sottoposti a vincolo, problemi al passaggio del bestiame da e per le malghe in quota, oltre che problemi per il nascente fenomento del turismo). Nella terza e conclusiva parte, Fontana affronta il problema del ruolo svolto dalle opere di fortificazione permanente nel processo di militarizzazione del territorio del Tirolo meridionale. A questo fine ha cercato di verificare in quale misura il paesaggio è stato “piegato” alle esigenze militari e con quali ripercussioni sulla società e sull’economia locale. 

«Il sistema fortificato tirolese costituì a tutti gli effetti – sottolinea Fontana – il pilastro dell’idea, sviluppata dai vertici militari asburgici tra il XIX e l’inizio del XX secolo, della regione come fortezza. I forti incisero sulla morfologia del paesaggio e ne condizionarono lo sfruttamento subordinando ogni ragione di natura economica a un criterio razionale di funzionalità delle opere militari. Tali opere svolsero anche una funzione in chiave politica in quanto icona della forza del potere militare asburgico contrapposta alle aspirazione irredentistiche e costituendo infine la principale ragione di tutti i provvedimenti di controllo a tutela del segreto militare assunti fino allo scoppio della Prima guerra mondiale». Contariamente a quanto comunemente si crede, nella prima metà dell’Ottocento i forti lungo l’asta dell’Adige e dell’Isarco erano stati realizzati in funzione anti francese, contro le invasioni provenienti da sud e da nord. Solo verso la fine dell’Ottocento e nella prima decade del Novecento, l’impero austroungarico realizza una coronadi forti a difesa del confine meridionale contro la nascente Italia.

Un volume che coniuga storia, fatti sociali, dati tecnici ed economia che piacerà anche ai non esperti del settore, ma a tutti coloro che vogliono approfondire un determinato periodo della storia attraverso un viaggio tra i documenti originari.libro regione fortezza