Rigassificatore di Trieste, per il governo non è più opera strategica

0
467
trieste ferriera servola 1
Missione a Roma al ministero dello Sviluppo della governatrice Serracchiani e del sindaco Cosolini per discutere anche del futuro dell’area della Ferriera

 

trieste ferriera servola 1Per il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda «il progettato rigassificatore di Trieste non è un’opera strategica per il Paese, essendoci altri progetti già autorizzati che, se realizzati, potranno coprire le ulteriori necessità di capacità di rigassificazione. La realizzazione di questa infrastruttura esce dall’agenda del Governo». Lo riferiscono la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, che hanno incontrato a Roma il titolare del dicastero, confermando quanto già emerso nella precedente riunione del 24 maggio.

Serracchiani e Cosolini avevano chiesto un colloquio urgente con Calenda, dopo che dal Ministero dell’Ambiente era stato emesso il decreto che considera ottemperate una serie di prescrizioni annesse al Decreto di compatibilità ambientale, emesso nel 2009, favorevole all’infrastruttura energetica.

«E’ una valutazione che premia l’impegno costante di quest’amministrazione comunale» ha affermato il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, al termine dell’incontro al Mise in cui il ministro Calenda. «Ho sostenuto in maniera lineare – aggiunge Cosolini – senza esitazioni o ripensamenti la contrarierà al rigassificatore, in coerenza con il mio programma di mandato, ribadito anche da un voto del Consiglio comunale. La progettualità del territorio, che oggi può puntare sul Porto nuovo e sul Porto vecchio, e direi anche la sensibilità della stragrande maggioranza della popolazione triestina di cui mi sono fatto interprete, trovano un riscontro autorevole nelle parole del ministro». Secondo Serracchiani «il ministero dello Sviluppo economico, che ha la competenza dell’autorizzazione unica sul terminale di Zaule, ha colto istanze e argomentazioni che da tempo giungono dalla Regione e dal territorio triestino su un tema di rilievo ambientale e di natura strategica. Alla luce del percorso che si stava delineando, questa è una svolta di estremo rilievo». Per Serracchiani, il progetto «gravava sul territorio come un’ipoteca pesantissima. Fin dal suo insediamento la Giunta regionale ha spiegato in tutte le sedi nazionali e internazionali che il rigassificatore di Zaule non è compatibile con lo sviluppo di Trieste e con gli interessi dell’economia regionale. Attraverso il nuovo titolare del dicastero Calenda, che ha prestato subito attenzione al complesso degli argomenti che gli abbiamo sottoposto con il sindaco Cosolini, il Governo ha espresso per la prima volta un risoluto orientamento negativo».

La decisione di Calenda è salutata con soddisfazione dal commissario dell’Autorità portuale di Trieste, Zeno D’Agostino: «è una giornata storica e possiamo commentare felicemente l’ennesimo risultato positivo per lo sviluppo del nostro porto. Quando città e Enti territoriali sono uniti i risultati arrivano. I cittadini possono essere soddisfatti. Non ci sarà alcun rigassificatore nel nostro golfo. Finalmente possiamo dire ai nostri investitori che non esiste più la spada di Damocle di un impianto incompatibile con i traffici del porto e le strategie di sviluppo della città. Il progetto è sempre stato giudicato incompatibile con i piani di sviluppo dello scalo e con le opere previste dal Piano Regolatore Portuale. I traffici del porto sono una delle principali fonti di reddito per la città e il territorio di Trieste e il loro ulteriore sviluppo è una delle principali possibilità di rilancio dell’economia locale», ha concluso D’Agostino.

Serracchiani ha colto l’occasione della visita al Mise anche per chiarire il futuro della riqualificazione dell’ area industriale della Ferriera di Trieste. Serracchiani, che è anche commissario straordinario per l’attuazione degli interventi della “Crisi industriale complessa di Trieste”, ha spiegato che «all’incontro cui ha partecipato anche l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, abbiamo avuto l’occasione per approfondire la situazione relativa agli interventi previsti per l’Area di crisi complessa di Trieste. Il ministero ha assicurato il suo impegno, anche tramite Invitalia per tutta la fase attuativa, già avviata, confermando la sua attenzione per la celere attuazione degli interventi di risanamento ambientale previsti per l’area con un budget già assegnato di 41 milioni di euro». 

Per quanto riguarda gli interventi a favore di tutta l’area industriale triestina, alla luce delle manifestazioni d’interesse pervenute a seguito della call di Invitalia, dal tavolo è emerso che i bandi per accedere alle agevolazioni nazionali saranno emanati entro luglio, subito dopo l’imminente approvazione del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale (PRRI) messo a punto dalla stessa Agenzia per l’attrazione degli investimenti. «L’obiettivo condiviso – ha evidenziato Serracchiani – rimane mettere a disposizione delle iniziative imprenditoriali i 15 milioni di euro di fondi nazionali che vanno ad aggiungersi ai 10 milioni di euro attivati dalla Regione con il bando già aperto per il finanziamento dei progetti di ricerca e sviluppo delle imprese dell’Area di crisi complessa». Riguardo alla Ferriera, la presidente ha ribadito anche al ministro Calenda che l’area a caldo dello stabilimento siderurgico «resterà aperta solo se non inquina, altrimenti – ha concluso – si chiude».