Emilia Romagna, il sisma quattro anni dopo

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Su 60 comuni coinvolti, 25 hanno completato la ricostruzione. Bonaccini: «prolungare i mutui a favore delle imprese». Fabbi: «Renzi si svegli! Rimangono ancora troppe cose da fare»

 

terremoto mappa okA quattro anni dal sisma che ha colpito il cuore dell’Emilia, il cratere gradualmente si ritira ed è ormai quasi dimezzato. Su 60 comuni coinvolti, 25 hanno completato o stanno per concludere la ricostruzione degli edifici privati, case e aziende. Ora l’obiettivo è il recupero dei centri storici e delle opere pubbliche. 

«C’è ancora tanto da fare. Ma questa striscia di terra che produceva il 2% del Pil nazionale tornerà più bella, più forte, più sicura di prima», ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, commissario per la ricostruzione, facendo il punto su quanto è stato fatto insieme all’assessore Palma Costi, che ha la delega specifica al post-terremoto. Da maggio 2012 sono 19.000 le persone rientrate nelle proprie case, sugli oltre 28.000 che avevano subito danni. Nell’ultimo anno sono aumentati dell’84% i contributi per risistemare le abitazioni, arrivati a poco meno di un miliardo (10.585 le case ripristinate), e del 105% quelli destinati alle imprese, saliti a 504 milioni. Dei 16mila nuclei assistiti nella prima emergenza, l’80% è tornato alla normalità; garantita anche la continuità operativa a 1.680 aziende e le esenzioni fiscali (39,2 milioni) hanno coinvolto 1.770 micro-imprese con le zone franche urbane. Sono invece 135, al 30 aprile 2016, le famiglie rimaste nei prefabbricati modulari abitativi removibili, su base volontaria, per un totale di 445 persone. Anche la ricostruzione pubblica procede, con fondi per 1,06 miliardi a disposizione, rispetto ad un danno stimato di oltre 1,6 miliardi di euro. 

Per Bonaccini, che intanto ha chiesto al Governo un’ulteriore proroga sui mutui per le imprese non agricole, «il fatto che in un anno abbiamo raddoppiato l’erogazione di contributi e che le concessioni siano arrivate a circa tre miliardi di euro per la parte privata, dà il significato dell’accelerazione che stiamo dando». Anche eliminando un po’ di burocrazia, ma sempre «stando attenti alla legalità, per noi un pilastro fondamentale: quando muovi fiumi di denaro ci sono sempre mascalzoni e delinquenti pronti ad ottenere qualcosa». Al di là «dei numeri e delle opere, la ricostruzione di questo territorio per noi continua ad essere una grande priorità», ha aggiunto Costi, assicurando che si agirà «sempre nella regolarità: non recederemo di un passo su controlli e verifiche. Non deve essere dato un euro più, ma neanche uno in meno».

La regione chiede un’altra proroga sui mutui per le imprese dei territori colpiti dal Sisma del 2012: «non era mai successo – ha ricordato Bonaccini – che l’Unione Europea concedesse ulteriori due anni e mezzo per i pagamenti alle costruzioni delle imprese agricole. Abbiamo preso tempo e ossigeno per gli imprenditori agricoli fino al 2018, adesso abbiamo chiesto al Governo, attraverso il Parlamento, che possa essere data un’ulteriore proroga e una dilazione del pagamento rispetto ai mutui per le altre imprese non agricole. Ci auguriamo la prossima settimana di avere qualche buona notizia».

In occasione del bilancio sul sisma, il presidente della Regione ha fatto il puto anche sull’Autostrada Cispadana, un’opera fondamentale, anche per rilanciare il territorio colpito dal sisma dove è in corso la ricostruzione, ribadendo l’importanza dell’autostrada per collegare A22 e A13 attraversando le province di Reggio Emilia, Modena e Ferrara. «Vogliamo realizzarla, serve a quel territorio, dove c’è il secondo distretto biomedicale più importante al mondo, che l’anno scorso nell’export ha fatto un +30% sull’anno precedente – ha detto Bonaccini – . Non una sola multinazionale è andata via non si sono persi posti di lavoro, ma se non mettiamo in condizioni di maggiore competitività quel territorio noi rischiamo nei prossimi anni che qualcosa succeda in negativo». L’infrastruttura che collegherà il territorio all’autostrada del Brennero «e quindi all’Europa si farà, però va fatta bene». Per questo, ha aggiunto Bonaccini rispondendo ad una domanda sul caso della frazione di Alberone di Cento (Ferrara) dove una casa demolita dal terremoto è stata ricostruita con 500.000 euro di fondi del sisma e che ora rischia di essere nuovamente demolita per fare passare l’autostrada «ci siamo mossi immediatamente col ministero dei Beni culturali affinché il tracciato su Alberone possa essere corretto e rivisto. Mi auguro che otterremo ciò che abbiamo chiesto». 

Sulla gestione del sisma, l’ex sindaco del Comune terremotato di Bondeno (Ferrara), oggi capogruppo in Regione Emilia-Romagna della Lega Nord, Alan Fabbri ha fatto una sorta di contro bilancio. «Renzi si svegli, dopo quattro anni dal sisma rimangono ancora enormi questioni irrisolte – esordisce Fabbri -: la burocrazia è straziante, migliaia di famiglie sono ancora fuori casa e mancano ancora 600 milioni di euro sulla parte pubblica. L’accumulo delle pratiche di avanzamento lavori (i Sal) creano l’effetto “collo di bottiglia” e i ritardi impediscono i pagamenti alle imprese, paralizzando i lavori e la ricostruzione e mettendo in difficoltà le aziende e l’indotto». Per Fabbri «il tema del sisma è scomparso dall’agenda politica del governo, e i media hanno calato il silenzio sulla situazione nell’area del cratere. L’Emilia ha ancora bisogno di attenzione, la ricostruzione è un processo che proprio oggi raggiunge il suo culmine e merita riguardi e attenzioni, perché incombono le prime scadenze per la presentazione delle domande, scadenze che hanno creato, e creeranno, un ulteriore sovraccarico di lavori per gli uffici tecnici dei comuni, già oberati di pratiche».