Friuli Venezia Giulia, al via una campagna a sostegno delle vaccinazioni in età pediatrica

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Giacca: «le vaccinazioni sono importantissime perché hanno consentito all’umanità di sconfiggere malattie infettive e allungare l’aspettativa di vita»

 

vaccino vaccinazione bambino 2In Friuli Venezia Giulia decolla una campagna a sostegno delle vaccinazioni, specie di quelle in età pediatrica che negli ultimi anni registrano un preoccupante calo.

«Dall’osservatorio internazionale dell’ICGEB, che opera in più di 60 Paesi, non esiste dubbio alcuno sull’importanza delle vaccinazioni – sottolinea il professor Mauro Giacca, direttore del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia di Trieste -. Non soltanto queste hanno consentito all’umanità di raggiungere l’attuale stato di salute e di aspettativa di vita, debellando il vaiolo e controllando la poliomielite e molte altre malattie infettive, ma rappresentano le uniche soluzioni percorribili per il controllo di altre patologie ancora devastanti come la malaria, la febbre dengue e l’infezione da HIV».

Il progressivo decremento delle coperture vaccinali garantite ai bambini, troppo spesso dovuto alla diffusione di informazioni senza alcuna base scientifica, sta però portando al riaffacciarsi di alcune patologie dell’infanzia di cui ci si è di fatto dimenticata l’esistenza. Ad esempio, nel 2014 in Friuli Venezia Giulia si sono verificati 25 casi di morbillo, mentre un neonato colpito da pertosse è addirittura morto. Per questo motivo occorre bloccare la disinformazione, sconfiggere lo  scetticismo diffuso sull’efficacia dei vaccini e contrastare il calo delle coperture vaccinali. Lo rileva la Direzione regionale della salute, ricordando che scegliere di non vaccinare il proprio figlio, o anche di rimandare la vaccinazione, significa esporlo al rischio di ammalarsi e di far ammalare altri bambini i quali, per particolari problemi, non possono essere vaccinati. 

I vaccini oggi disponibili sono sempre più efficaci e sicuri, in grado di proteggere i bambini per un elevato numero di malattie potenzialmente pericolose. Tra esse, la poliomielite, che è stata una delle più temute dello scorso secolo. Epidemie di polio fino al secolo scorso hanno paralizzato migliaia di adolescenti. Nel 1950 fu realizzato il vaccino che in breve ha consentito in tutto il mondo di ridurre i casi da centinaia di migliaia a poche decine.

Come sottolinea la Direzione salute della Regione, le vaccinazioni rappresentano il gesto più semplice, efficace e sicuro per proteggere i bambini contro importanti malattie per le quali non esiste una terapia efficace e che possono essere causa di gravi complicanze. Proprio con l’obiettivo di frenare la tendenza alla flessione delle vaccinazioni è in atto una capillare campagna informativa, finalizzata a sensibilizzare i futuri e neo genitori sull’importanza delle vaccinazioni, con l’invito a rivolgersi sempre ai pediatri e ad affidare a loro la salute dei figli.

In questo contesto, è particolarmente apprezzabile l’intenzione manifestata dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici di adottare procedimenti disciplinari nei confronti dei professionisti che le sconsigliano o dimostrano un atteggiamento dubbioso e titubante. 

«I rischi di effetti collaterali legati a qualche vaccinazione sono ben conosciuti e controllabili e incomparabilmente inferiori al rischio della malattia stessa – aggiunge il professor Giacca -. Chi non vaccina espone se stesso, i propri figli e la società in cui  vive a rischi inutili e immotivati. Purtroppo, la disinformazione di internet e un approccio di comunicazione superficiale consentono a miti totalmente infondati, come quello che associa la vaccinazione all’autismo, di persistere, nonostante il primo assertore di una tale  menzogna sia stato radiato dall’Ordine dei medici del Regno Unito e condannato per frode. Se avessimo in mente i polmoni d’acciaio che cercavano invano di salvare la vita ai nostri bambini paralizzati per la poliomielite negli anni ’50 non ci passerebbe nemmeno per la testa il problema se vaccinare o no i nostri figli».