Gnignati: «il Ghetto è un’icona dell’integrazione possibile, voluta da tutte le parti». Zaia: «un esempio di qualificazione identitaria»
In occasione delle celebrazioni per il cinquecentenario del Ghetto di Venezia, il presidente della Regione, Luca Zaia, e il presidente della Comunità Ebraica veneziana, Paolo Gnignati, hanno firmato un protocollo d’intesa che prevede forme di collaborazione sia in ambito culturale per manifestazioni che qualifichino e promuovano il territorio; sia in ambito di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico con particolare attenzione al Centro Comunitario del Ghetto Ebraico, quale veicolo di diffusione e contenitore delle attività culturali.
«La Comunità Ebraica – ha detto Gnignati – collabora da tempo con la Regione e il rapporto trova occasione di rafforzamento in questo momento particolare della ricorrenza dei 500 anni del Ghetto. Nel tempo questo che era luogo di esclusione è diventato invece luogo di aggregazione e ha consentito di intessere relazioni di cui Venezia ha beneficiato». «Il Ghetto è un’icona dell’integrazione possibile – ha aggiunto – perché voluta da tutte le parti e dove i valori si compenetrano». «La Comunità Ebraica – ha concluso Gnignati – è parte della tradizione veneziana e veneta e la Regione ha colto questo importante aspetto, supportando con questo protocollo le iniziative che saranno realizzate per il cinquecentenario».
Anche il presidente Zaia ha posto l’accento sul diverso punto di vista in cui il Ghetto viene considerato, sia per gli aspetti che riguardano «la comunità veneta, sia per la qualificazione identitaria di cui è simbolo. L’anniversario è quindi occasione per recuperare ancora di più questa visione» e Zaia ha invitato tutti i Veneti «a fare qualche gesto concreto nei confronti della Comunità Ebraica veneziana a cui per questa ricorrenza sta guardando tutto il mondo. La Regione da parte sua ha deciso di investire 170.000 euro per le iniziative di carattere culturale e 300.000 euro per gli investimenti strutturali». «Resta – ha sottolineato infine il presidente veneto – il grave problema del negazionismo, a livello nazionale e internazionale. Finché continuerà ad esserci chi nega l’Olocausto, la nostra opera non è conclusa».