Dilaga la polemica sulle modalità di trattamento tra il sindaco di Parma e quello di Livorno
Il giorno dopo l’avviso di garanzia era iniziato come una normale giornata di lavoro quella di Federico Pizzarotti e della sua amministrazione dopo la bufera della notizia degli avvisi di garanzia per la vicenda delle nomine dei vertici del Teatro Regio di Parma, con una riunione di Giunta in Municipio. Salvo trasformarsi in una vera e propria tempesta quando Grillo sospende Pizzarotti a mezzo blog, scatenando il pandemonio sul web.
«Un appuntamento già fissato da tempo che si è svolto serenamente» dicono gli addetti del Comune. Clima insomma disteso, almeno apparentemente, come conferma anche l’assessore all’ambiente Gabriele Folli che confida come il sindaco abbia sottolineato alla propria squadra che «quanto successo non crea alcun problema alla nostra attività. Ci ha detto che il nostro compito prioritario resta quello di lavorare per la città e l’obiettivo non cambia». Sulla vicenda giudiziaria Folli ha aggiunto di attendere «gli sviluppi anche se, a quanto ci pare di capire, tutto si trasformerà in una bolla di sapone».
Regolarmente al lavoro anche le due dirigenti nominate alla guida del teatro lirico parmigiano, non indagate alla vicenda giudiziaria. Barbara Minghetti, responsabile dei progetti speciale del Regio di Parma, è arrivata nel suo ufficio molto presto, anche per Anna Maria Meo, direttore generale, il suo staff parla di “normale giornata di lavoro”.
Intanto, all’attacco di Movimento 5 Stelle e Pd si scaglia il Codacons che parla di «giustizialismo e garantismo a corrente alternata, a seconda di chi sia il soggetto indagato». I 5 Stelle di Parma invece attendono un pronunciamento da parte di Beppe Grillo sulla falsariga di quanto fatto per il sindaco di Livorno Nogarin. I vertici del M5S avrebbero parlato con il gruppo parmigiano solo tramite un collaboratore dei membri del Direttorio con una telefonata ricevuta dal capogruppo in Consiglio comunale del M5S Marco Bosi.
Al pomeriggio scatta la tempesta. «Federico Pizzarotti è sospeso dal MoVimento 5 Stelle. La trasparenza è il primo dovere degli amministratori e dei portavoce del MoVimento 5 Stelle». Lo scrive il blog di Beppe Grillo. «,Nell’impossibilità di una valutazione approfondita ed oggettiva dei documenti e per tutelare il nome e l’onorabilità del MoVimento 5 Stelle si è proceduto alla sospensione. Non si attendono le sentenze per dare un giudizio politico», prosegue il post. «Solo ieri si è avuto notizia a mezzo stampa dell’avviso di garanzia ricevuto, ma il sindaco ne era al corrente da mesi. Nonostante la richiesta, inoltrata da ieri e a più riprese, di avere copia dell’avviso di garanzia e di tutti i documenti connessi alla vicenda per chiudere l’istruttoria avviata in ossequio al principio di trasparenza e già utilizzato in casi simili o analoghi, non è giunto alcun documento – si legge nel post -. Preso atto della totale mancanza di trasparenza in corso da mesi, nell’impossibilità di una valutazione approfondita ed oggettiva dei documenti e per tutelare il nome e l’onorabilità del MoVimento 5 Stelle si è proceduto alla sospensione. Non si attendono le sentenze per dare un giudizio politico», conclude la nota sul blog delle Stelle. In pratica, al sindaco di Parma viene contestato di non aver inviato “alcun documento” relativo al suo avviso di garanzia. Gli viene rimproverato di non aver comunicato nulla in merito pur avendo consapevolezza dell’avviso da mesi. C’è stata – è l’accusa – una “totale mancanza di trasparenza”.
La notizia della sospensione di Pizzarotti dal M5S crea scompiglio tra i militanti cinquestelle. Numerosi i commenti sul blog di Beppe Grillo: in tanti si complimentano per la «scelta di trasparenza», ma non manca chi difende il primo cittadino affermando che «la sospensione del sindaco Pizzarotti è un atto eccessivo, ingiustificato». Alcuni interventi chiamano in causa anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, chiedendo che ora venga sospeso anche lui: «ora tocca al sindaco di Livorno essere sospeso e all’ assessore. Prima di tutto la coerenza».
Pizzarotti non ci sta per passare da colpevole, specie nei confronti dei vertici del M5S: «mesi che Parma chiede chiarimenti, privati e anche pubblici. Totalmente ignorati. Parlate addirittura di trasparenza. E questa sarebbe trasparenza?», scrive Pizzarotti, pubblicando il carteggio con lo «Staff di Beppe Grillo» che gli chiede «copia dell’avviso di garanzia ricevuto e di tutti i documenti connessi». Allo “Staff” Pizzarotti risponde: «sono un sindaco eletto e pubblico ufficiale, e ad una mail anonima non fornisco nessun documento. Soprattutto per un’indagine in corso che coinvolge me, altri membri del Cda, e una fondazione. Innanzitutto, citatemi quali sarebbero i regolamenti a cui fate riferimento, in cui vengono espressi tempi, modi e situazioni. Voi da mesi non rispondete alle diverse email su cui chiediamo chiarimenti in merito alla situazione del nostro consiglio comunale, forse dovreste preoccuparvi anche di quello. Per altri approfondimenti fatemi chiamare dal responsabile dei Comuni Luigi Di Maio».
Una tempesta che proseguirà anche nei prossimi giorni e, probabilmente destinata ad allargarsi.