La città utopica dalla metropoli futurista all’Eur42

0
1480
2 Tullio Crali Palazzo delle Scienze
Piccola ma interessante mostra legata al Futurismo in architettura allestita negli spazi della Casa d’Arte futurista Depero di Rovereto

 

2 Tullio Crali Palazzo delle ScienzeFino al prossimo 25 settembre negli spazi della della Casa d’Arte futurista Depero di Rovereto è visitabile la piccola ma interessante mostra “La città utopica dalla metropoli futurista all’Eur42” allestita nell’ambito delle celebrazioni nate intorno ai 500 anni dalla pubblicazione di Utopia di Tommaso Moro.

La proposta allestita dal Museo d’arte moderna di Rovereto e Trento (Mart) raccoglie preziosi materiali d’archivio. Vengono presentati disegni, progetti e documenti provenienti dalle collezioni del Mart, dal Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, dall’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Bologna, dall’Archivio Luigi Saccenti e dall’Archivio Quirino De Giorgio di Vigonza. Si tratta di disegni di artisti e architetti che, nelle prime decadi del XX secolo, hanno rappresentato il tema della città come luogo privilegiato della modernità, del futuro, della velocità e del movimento. 

Il paesaggio urbano da statico diventa mobile, cresce contemporaneamente alla nuova ideologia della macchina. Ma se la metropoli immaginata da Antonio Sant’Elia è un sogno solo progettuale, Angiolo Mazzoni e Adalberto Libera – due pilastri della progettazione architettonica razionalista – cercano di renderlo possibile. Entrambi infatti si sono cimentati con programmi utopici, il primo con alcuni edifici presenti nelle città nuove dell’Agro Pontino e il secondo nella grande realizzazione dell’EUR42, per l’Esposizione Universale. Tullio Crali e Quirino De Giorgio sviluppano invece tematiche e intuizioni futuriste grazie a tavole scenotecniche con punti di vista plurimi suggeriti dal manifesto dell’aeropittura futurista. 

Accompagnano l’esposizione alcuni frammenti di Metropolis di Fritz Lang (1927), primo film inserito nel progetto dell’UNESCO Memoria del mondo.

Lo slancio verso l’utopia della città che non c’è attraversa tutta la prima parte del secolo scorso grazie ad alcuni pionieri che l’hanno sognata, immaginata, progettata, realizzata. Dal 1914 e fino al 1934 proclami di intenti hanno contrassegnato alcune fasi dell’opera futurista, originando un complesso assortimento di aperture a nuove ipotesi teoriche.

Umberto Boccioni come medium, in una sorta di visione profetica, intuisce la città che sale, che monta alla stregua di un cavallo imbizzarrito. Antonio Sant’Elia, considerato poi dai suoi epigoni rivoluzionario e preveggente, la immagina verticale e trionfante. Tullio Crali e Quirino De Giorgio al principio degli anni Trenta, pur non assumendo il ruolo di guide, aderiscono alla poetica futurista situando i loro disegni dentro una possibilità indefinita che sfugge alle norme convenzionali della produzione artistica del tempo. Fortunato Depero negli stessi anni identificherà New York con la metropoli delle macchine, all’interno della quale il movimento, i mezzi di trasporto e la velocità, molto più degli edifici, caratterizzano il contesto urbano.

Per contro molti architetti nel periodo tra le due guerre hanno in parte contribuito alla costruzione materiale dell’utopia, che si snoda dalla edificazione delle città nuove nell’Agro Pontino sino al nuovo quartiere sorto in vista dell’E42.