Comune di Brescello sciolto per mafia dal Consiglio dei ministri

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Soddisfazione della Lega Nord. Silvia: «riconoscimento di dieci anni di denunce». Mezzetti: «un’onta che colpisce l’Emilia Romagna»

 

brescello manifestazione antimafia lega nordBrescello, il paese di Don Camillo e Peppone in provincia di Reggio Emilia, è stato sciolto dal Consiglio dei ministri per infiltrazioni mafiose. Lo annuncia la Lega Nord in Regione Emilia-Romagna secondo cui «lo scioglimento per mafia è una vittoria di Ln che da anni sta conducendo una battaglia per la legalità».

«Ora aria pulita a Brescello, siamo pronti a collaborare col commissario, come già fatto con la commissione prefettizia», scrive l’attivista antimafia del Carroccio Catia Silva, consigliera comunale di Brescello. «Il commissariamento – prosegue Silva – è il riconoscimento di oltre dieci anni di lavoro svolto dalla Lega Nord che per prima fiutò il rischio infiltrazioni e denunciò i casi. Ricordo che fin dal 1999 venne l’europarlamentare Mario Borghezio per denunciare le infiltrazioni ’ndranghetiste nel Comune». 

Secondo Gianluca Vinci, segretario della Lega Emilia, «grazie alla sue interrogazioni e ai suoi articoli sulla stampa, Catia da me nominata responsabile legalità della Lega Emilia, ha portato alla luce il sommerso sistema Brescello, pagando a duro prezzo, subendo numerose intimidazioni tra le quali incendi, danneggiamenti e non da ultime minacce aggravate dalla finalità mafiosa, da parte di cinque personaggi, tra i quali, in primis, spicca Alfonso Diletto, ritenuto uno dei cinque esponenti emiliani della ’ndrina, attualmente al 41bis nell’ambito del processo “Aemilia” e sotto processo a Bologna per le minacce alla Silva a partire dagli anni 2009-2010». Sul punto interviene anche Alan Fabbri, capogruppo leghista in Regione Emilia Romagna: «ricordo la campagna elettorale del 2014, quando fummo di fatto allontanati da un bar di calabresi, in pieno centro paese, per la nostra appartenenza alla Lega Nord. Certe scene non si dovranno mai più ripetere nel paese che ci piace ricordare come quello di don Camillo e Peppone. Vogliamo una regione libera dalle mafie, libera dalle compromissioni. L’impegno di Catia e della Lega Nord sia modello ed esempio per tutti i partiti: per liberarsi dalla criminalità organizzata servono schiena dritta e nessun compromesso».

Canta vittoria anche il Movimento 5 Stelle: «è finita come doveva finire e come si auspicava e chiedeva da tempo. E’ una vittoria della legalità. Il comune di Brescello, il paese di Peppone e Don Camillo è stato sciolto per mafia come proponeva il Prefetto di Reggio Emilia. Le responsabilità politiche di chi ha portato a questa situazione dovranno essere indagate fino a fondo». Per la parlamentare M5S di Reggio Emilia Maria Edera Spadoni ed i parlamentari pentastellati della Commissione antimafia «ribadiamo che solo pochi giorni fa erano emersi nuovi fatti inquietanti dal punto di vista politico. Francesco Grande Aracri, condannato per mafia che intervistato da Ferruccio Sansa difendeva l’ex sindaco Marcello Coffrini definendolo “un galantuomo lo hanno fatto dimettere solo perché mi ha difeso”. Sempre pochi giorni fa un altro quotidiano, la Gazzetta di Reggio scopriva che il padre di Coffrini junior, Ermes Coffrini, per anni sindaco Pd e DS era stato dal 2002 al 2006 avvocato al TAR per i Grande Aracri in procedimenti in Calabria. Fatti politicamente inaccettabili. Ora – ribadiscono i parlamentari M5S e Maria Edera Spadoni – dalla lettura degli atti della Commissione di accesso si vedranno tutti gli intrecci di anni tra politica, imprenditoria e crimine organizzato. I mesi di Commissariamento dovranno servire per provare a ripulire ogni commistione con il crimine organizzato».

Per Giovanna Paglia, deputato di Sinistra italiana, «il comune di Brescello è stato sciolto per mafia. Parliamo del posto dove il sindaco del Pd Coffrini definiva una brava persona il boss Grande Aracri. E’ la prima volta che succede in Emilia Romagna e non si può parlare di fine di una brutta storia». Per il parlamentare «il processo Aemilia con tutte le sue implicazioni e articolazioni è infatti lì a dirci che abbiamo ancora tanto da riflettere su noi stessi, su cosa siamo diventati, su anticorpi tutti da costruire. C’è insomma molto da lavorare e poco da minimizzare».

Dal governo regionale, l’assessore alla legalità Massimo Mezzetti interviene affermando che «bene ha fatto il Consiglio dei ministri a sciogliere il comune di Brescello, la lotta contro le mafie e per la legalità, che questa Regione sta portando avanti con forza e convinzione, non deve guardare in faccia a nessuno. E la decisione presa dimostra, a differenza di quanto sostenuto nelle settimane scorse da qualcuno che ha fatto inutili polemiche, che non c’è alcun atteggiamento di riguardo nei confronti dei governi locali di questo territorio». Per Mezzetti «sicuramente per l’Emilia-Romagna si tratta di un’onta che ci colpisce ma che non subiamo e non subiremo passivamente. Brescello è il primo comune della nostra regione ad essere stato sciolto per mafia e questo ci sprona a fare ancora di più e ancora meglio sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata e della prevenzione».