Amato: «una grossolana ingenuità priva di valore penale». Proposta di legge di Fi, M5S e LN per regolamentare gli accordi preelettorali
Tanto tuonò che alla fine non è piovuto: alla fine, il caso dello scambio di promesse preelettorali dove un candidato consigliere provinciale (Lorenzo Baratter del Patt) e un’associazione di cittadini privata (il corpo degli Schützen) volta ad indirizzare consenso elettorale in cambio di un’elargizione mensile di 500 euro che inizialmente sembrava raffigurare gli estremi di voti di scambio si sgonfia in una «grossolana ingenuità e di malinteso senso di quelle che sono le regole della buona politica priva di valore penale» scrive il procuratore capo del Tribunale di Trento, Giuseppe Amato, chiedendo al giudice l’archiviazione della pratica. Sarà quindi il giudice a dover mettere la parola fine alla vicenda, oppure richiedere l’imputazione coatta o un supplemento di indagini.
Intanto, sulla vicenda dovrà esprimersi anche l’Autorità nazionale anticorruzione, cui sono stati indirizzati esposti da parte di partiti politici e da associazioni di cittadini, visto che se sul lato penale parrebbero non sussistere rilievi, viceversa su quello politico e morale, come evidenzia anche lo stesso procuratore, il problema esiste, ad iniziare da quello più generale della selezione di una classe politica che sia adeguatamente preparata ed in grado di gestire bene la cosa pubblica senza commettere “grossolane ingenuità” che possono andare a detrimento dell’interesse pubblico.
Dal canto suo, Baratter tira per il momento un respiro di sollievo, anche se in un comunicato stampa spara ad alzo zero contro i critici, «invitando chi si è improvvisato investigatore, giudice e boia a maggiore rispetto delle persone, oltre che delle istituzioni».
Al fine di delineare più correttamente i confini entro cui muoversi, gli esponenti della minoranza del Consiglio provinciale di Trento Giacomo Bezzi (Fi), Filippo Degasperi (M5s) e Maurizio Fugatti (Ln) hanno depositato una proposta di legge che normi «la possibilità di siglare accordi pre-elettorali con i quali ci si impegna a versare denaro ad associazioni le quali a loro volta si impegneranno a sostenere col loro voto i contraenti l’accordo». La proposta, affermano in un comunicato i tre capigruppo, scaturita dal caso Baratter, « se quanto avvenuto per l’accordo fra un consigliere provinciale e un’associazione locale in occasione delle ultime elezioni non costituisce reato secondo la legge, ma come dice il Procuratore generale mette in atto un’operazione che appare più il frutto di una grossolana ingenuità e di un malinteso senso di quelle che sono le regole della buona politica, allora riteniamo serva introdurre nella normativa una fattispecie che metta nero su bianco la possibilità di siglare accordi pre-elettorali».