Blocco del Brennero: a Bolzano i vertici dell’Euregio incontrano il ministro degli esteri Kurz

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Ugo Rossi Sebastian Kurz Arno Kompatscher e Günther Platter 1
«Chiusura della frontiera ancora evitabile se l’Europa difende seriamente i confini esterni»

 

Ugo Rossi Sebastian Kurz Arno Kompatscher e Günther Platter 1Il tema della chiusura della frontiera italo austriaca del Brennero è al centro della politica internazionale delle ultime ore. In vista dell’incontro che avverrà a Roma con il ministro degli interni italiano Angelino Alfano, il ministro austriaco degli interni Johanna Mikl-Leitner in un’intervista all’agenzia austriaca Apa ha sottolineato che «l’Italia non può contare sul fatto che il Brennero resti aperto, se si arriva a flussi incontrollati di migranti. Come fatto coi Paesi della rotta balcanica, Slovenia, Croazia e Macedonia, vogliamo informare anche l’Italia delle misure che intraprenderemo, se vi sarà un flusso incontrollato di migranti dall’Italia all’Austria». 

Mikl-Leitner ha inoltre ribadito che, secondo le stime di Vienna, «il numero dei migranti che attraverso il Mediterraneo raggiungono l’Italia potrebbe raddoppiare dai 150.000 dello scorso anno a 300.000. Lungo questa rotta non arrivano siriani, in Europa, ma soprattutto persone dal Nord Africa, che non hanno diritto all’asilo».

Vienna vuole informarsi a Roma su come si stia preparando l’Italia a proteggere le frontiere nel caso di un aumento del flusso migratorio sulle sue coste, chiedendo anche conto della funzionalità degli hotspots allestiti nel sud del Paese, e se sia necessario aiuto in materia. Laddove vi sono nuove rotte migratorie, «i Paesi vanno sostenuti», ha concluso.

Intanto, a Bolzano si è svolto un vertice tra i presidenti dei tre territori che compongono l’Euregio Tirolese e il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz per discutere su gestione dei profughi, controlli ai confini di Stato, sviluppo dell’autonomia, funzione tutrice di Vienna. Kurz, invitato in Alto Adige dal presidente altoatesino Arno Kompatscher, è atterrato alle ore 12 all’aeroporto di Bolzano, e ha avuto un colloquio con il presidente Kompatscher, nel corso del quale il Landeshauptmann ha fatto il punto della situazione sulle questioni inerenti l’autonomia dell’Alto Adige. 

«Ho informato il ministro austriaco – ha spiegato Kompatscher – sui passi in avanti compiuti per quanto riguarda lo sviluppo della nostra autonomia in collegamento con la riforma della Costituzione: la clausola di salvaguardia farà in modo che ogni modifica dello Statuto debba essere concordata con Bolzano e anche con Vienna. Lo stesso principio, che viene dunque inserito nel contesto del diritto internazionale che regola i rapporti fra Italia e Austria, deve inoltre essere seguito per quanto riguarda il patto di garanzia sul finanziamento dell’autonomia». 

«Vienna ha sempre seguito con estrema attenzione la questione altoatesina e continuerà a farlo – ha aggiunto Sebastian Kurz – e ritengo che la strada intrapresa anche con la nascita dell’Euregio sia quella giusta». 

Successivamente, l’incontro è stato allargato ai due presidenti di Trentino e Tirolo, Ugo Rossi e Günther Platter, e le tre massime cariche istituzionali dell’Euregio hanno quindi incontrato i giornalisti assieme al ministro Kurz. Fra i temi affrontati non poteva mancare quello relativo alla gestione dei flussi di profughi e all’intensificazione dei controlli ai confini di Stato annunciati dall’Austria. «Si tratta di una misura negativa alla luce del lavoro portato avanti negli ultimi decenni in un’ottica di superamento dei confini di cui Schengen rappresenta la pietra miliare – ha sottolineato Kompatscher – ma abbiamo anche comprensione per le necessità austriache. La questione migratoria può essere risolta solo con una politica comune a livello europeo». Nel suo intervento, Kurz ha ribadito le motivazioni che hanno portato Vienna a intraprendere la strategia del rigore: «nel 2015 abbiamo accolto 90.000 persone, facendo il rapporto con la popolazione totale sarebbe come se l’Italia ne accogliesse 600.000. Non possiamo permettere che una situazione simile si abbia a ripetere – ha spiegato Kurz – e per questo lavoriamo assieme all’Alto Adige per una soluzione che possa sgravare Vienna senza però pesare eccessivamente su Bolzano. Non vogliamo un “hot spot” al Brennero, l’Unione Europea deve mettere in sicurezza i confini esterni e con il contributo dell’Italia normalizzare la rotta mediterranea. Faremo di tutto affinché i controlli ai confini non ostacolino la libera circolazione di persone e merci». Ugo Rossi Sebastian Kurz Arno Kompatscher e Günther Platter 2

A proposito di richiedenti asilo all’interno dell’Euregio, il presidente del Trentino Ugo Rossi ha rinnovato la disponibilità della sua Provincia «a fare la propria parte in un’ottica di collaborazione e solidarietà», ribadendo poi la «comune volontà di fare pressione a livello nazionale ed europeo per il pieno rispetto del Trattato di Schengen». Rossi, inoltre, ha aggiunto che «la cooperazione transfrontaliera fra Trento, Bolzano e Innsbruck affonda le proprie radici nella storia di un’autonomia che ha un forte riconoscimento internazionale grazie all’accordo Degasperi-Gruber. Un’intesa che tutela la minoranza di lingua tedesca dell’Alto Adige grazie alla quale abbiamo avviato un percorso comune di crescita». 

Il capitano del Land Tirolo Günther Platter, infine, ha spiegato di «condividere le misure adottate dall’Austria», chiedendo al tempo stesso «comprensione» per i motivi che hanno portato a determinate scelte e indicando nel funzionamento dell’asse Berlino-Vienna-Roma, «la chiave per risolvere i problemi legati alla rotta del Mediterraneo». «La volontà assoluta dell’Euregio – hanno concluso Kompatscher, Rossi e Platter – è rimuovere i confini nazionali, e proprio per questo è necessario insistere affinché sia finalmente garantita la rapida registrazione e l’equa distribuzione dei profughi in Europa».

In chiusura, Kurz ha voluto ribadire che «sono 300.000 le persone in Africa pronte a partire. Il messaggio deve essere chiaro: non esiste nessun ticket per l’Europa centrale. Non dobbiamo più creare false aspettative, ma aiutare sul posto», dicendosi fiducioso che «una collaborazione con la Libia sia possibile».

Le parole del ministro degli interni Johanna Mikl-Leitner sono riprese anche dal sen. Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord, secondo il quale «il punto chiave è che l’Austria chiude il Brennero per non far entrare chi non ha i requisiti, da noi invece i clandestini arrivano senza problemi o controlli, anzi andiamo a prenderceli noi in acque straniere, li accogliamo, impieghiamo anni per valutare se hanno i requisiti per stare qui o meno e anche se poi i requisiti non li hanno questi restano comunque sul nostro territorio. Basta, facciamo anche noi come l’Austria: chi non ha i requisiti qui non deve arrivare neppure, non facciamoli nemmeno partire, respingiamoli direttamente sulle coste libiche». 

Sulla possibile chiusura delle frontiere italo austriache, un’elaborazione dell’Osservatorio Conftrasporto-Confcommercio sui Trasporti e la Logistica, in collaborazione con l’Isfort mette a rischio 140 miliardi di euro l’anno di interscambio commerciale italiano, che avviene attraverso i valichi stradali con l’Austria. Ogni ora spesa in più dai camion impegnati in questi traffici a causa dell’abbandono della libera circolazione delle merci all’interno dell’UE e la conseguente reintroduzione di controlli doganali ai confini, genera un danno commerciale immediato per le imprese dell’autotrasporto in termini di maggiori costi di gestione dei mezzi e dei conducenti superiore ai 170 milioni all’anno. 

«Un rischio – afferma il residente di Conftrasporto e vice presidente di Confcommercio, Paolo Uggè – che va scongiurato al più presto. In gioco, oltre al danno per la filiera logistica e per tutta l’economia nazionale, c’è anche la stessa essenza della politica europea dei trasporti all’interno del più generale Disegno Europeo. Per questo Conftrasporto ha proposto l’introduzione di un sistema di trasmissione preventiva dei dati del trasporto per le imprese extra comunitarie, con contestuale attivazione di un corridoio di libero scambio per tutti i vettori europei. Questa misura, se adottata, consentirebbe di rispondere con efficacia alle esigenze della sicurezza preservando il valore dell’Area di libero scambio europea».