Allevatori di Coldiretti in piazza ad Udine per protestare contro la giungla del latte

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Il prezzo in continuo calo sui mercati internazionali schiaccia i produttori locali, specie quelli di montagna. Una mozzarella su quattro tra quelle vendute in Italia sono prodotte con cagliate d’importazione o latte in polvere

 

coldiretti udine 1A Udine gli allevatori e trasformatori del latte aderenti a Coldiretti sono scesi in piazza a causa di una crisi senza precedenti del settore lattiero, i cui prezzi sono in continuo calo e, in Italia, ben al di sotto della quota minima di pareggio delle aziende. Udine è stata la nuova tappa della protesta nazionale, con migliaia di allevatori, mucche e trattori radunati nel cuore della città.

La polvere di latte e le cagliate straniere che hanno attraversato la frontiera per giungere in Italia ed essere trasformate in formaggi e mozzarelle “Made in Italy” sono state gettate in terra dagli allevatori che denunciano la concorrenza sleale e il grave danno provocato all’immagine e alla qualità del prodotto realizzato con il latte italiano. 

Dalla fine delle quote latte «lo scorso anno hanno chiuso in Italia almeno 1.500 stalle da latte, la maggioranza in montagna, per effetto del crollo del prezzo pagato agli allevatori che è sceso addirittura al di sotto dei costi di alimentazione del bestiame, su valori di ben quindici anni fa» denuncia Coldiretti nel dossier “Quote latte: un anno dopo”.

«Una mozzarella su quattro in vendita in Italia – informa Coldiretti- non è ottenuta direttamente dal latte, ma da semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta. Ciò provoca una distorsione del mercato, una depressione dei prezzi pagati ai allevatori italiani e causa la chiusura degli allevamenti». Dinnanzi a questa «escalation di truffe e inganni per salvare il “Made in Italy” – conclude Coldiretti – non c’è più tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l’indicazione di origine del latte in tutti i prodotti lattiero caseari per garantire la trasparenza dell’informazione e la salute dei consumatori».

Tonnellate di latte da buttare perché sono stati disdetti i contratti e non viene più ritirato dalle stalle, denuncia il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo: «non è più in vigore l’accordo sul prezzo del latte e si tagliano i compensi agli allevatori sotto il ricatto di non accettare la consegna di un prodotto deperibile come il latte. La realtà è che si punta a far chiudere le stalle per giustificare l’aumento delle importazioni di semilavorati di provenienza straniera a basso costo e scarsa qualità». 

Non a caso Coldiretti ha scelto Udine per la mobilitazione: il Friuli Venezia Giulia è considerato «la porta di ingresso in Italia di centinaia di milioni di chili di latte stranieri, anche come trasformati e semilavorati industriali, che vengono spacciati come “Made in Italy”. Il risultato è che nella regione il prezzo per il latte pagato agli allevatori è il più basso d’Italia». E mentre agli allevatori vendono riconosciuti pochi centesimi, aggiunge Coldiretti, «il prezzo del latte fresco moltiplica più di quattro volte nel passaggio dalla stalla allo scaffale». 

Agli allevatori giunge intanto il sostegno del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. «Siamo al fianco degli allevatori per superare questa fase molto complicata – dice Martina -. L’equa remunerazione dei loro sforzi è una nostra priorità fin dall’inizio del mandato. Dall’Europa ci aspettiamo risposte molto più concrete e intanto portiamo avanti il piano nazionale per il settore». Peccato solo che il Governo Renzi, di cui Martina fa parte, finora abbia brillato per insussistenza, per non difendere con la dovuta forza gli interessi degli allevatori e il “Made in Italy”.

«La manifestazione di Coldiretti – commenta la presidnete del Friuli Venezia Giulia e vicesegretario nazionale Pd, Debora Serracchiani – ci ricorda l’importante patrimonio agroalimentare che abbiamo e l’impegno che ci viene chiesto, a livello europeo, per una regolamentazione che stabilisca l’obbligo di chiarire la provenienza per i prodotti trasformati e in particolare per il latte UHT». 

In mezzo a questa situazione disastrosa, interviene la Grande distribuzione organizzata che s’impegna a dare «il proprio contributo al sostegno di una filiera in questo momento in difficoltà» annunciando «la partenza ad aprile della campagna “La primavera del latte italiano” che valorizza il latte e i prodotti lattiero caseari 100% italiani».coldiretti udine 2