Dopo i politici locali interviene anche la leader di Fratelli d’Italia Meloni: «spettacolo blasfemo, a me fa schifo»
Lo spettacolo di Romeo Castellucci “Sul concetto di Volto nel figlio di Dio” in programma al teatro “Melotti” di Rovereto in provincia di Trento, promossa dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara, con il patrocinio del Comune di Rovereto e del Comune di Trento, sta sollevando polemiche a non finire.
Ogni volta che viene rappresentata questa pièce del celebre regista italiano diventa un caso. Soprattutto per via del finale dello spettacolo, in cui la rappresentazione del volto del Cristo Salvator Mundi, dipinto da Antonello da Messina, viene bersagliata da escrementi o finte bombe, lanciate da bambini, reclutati per l’occasione. L’immagine finisce poi per essere ricoperta ed oscurata dagli stessi liquami. E sul volto di Gesù, infine, viene proiettata la frase: “tu non sei il mio pastore”.
Il regista era già intervenuto per spiegare il senso della rappresentazione e il significato della sequenza di gesti e di parole che avevano fatto ampiamente discutere. Ma anche dopo i chiarimenti, lo spettacolo non ha mai perso la sua forte carica provocatoria. Provocazioni che ha fatto discutere e sulla quale, Claudio Cia, consigliere provinciale della lista Civica trentina, ha depositato una interrogazione alla Provincia di Trento, chiedendo lumi sulla “sponsorizzazione” di uno spettacolo definito “osceno” e “lesivo della sensibilità degli spettatori”.
«Le cose sono due: o il comune non conosce il contenuto di questo spettacolo, o c’è una connivenza del comune di Trento e di Rovereto nel diffondere questa politica culturale di demolizione delle nostre radici cristiane e della nostra identità», spiega Cia, secondo il quale «con spettacoli come questo non promuoviamo la cultura ma umiliamo la nostra storia e sono sicuro che se al posto di Cristo ci fosse stata l’immagine di Maometto, uno spettacolo del genere non avrebbe avuto il patrocinio del comune». Lo spettacolo ha destato reazioni critiche anche a livello nazionale. Per la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, «la sinistra che governa la Provincia ed il comune ha patrocinato e sponsorizzato l’opera di Romeo Castellucci, un sedicente artista che porterà a teatro uno spettacolo in cui il volto di Gesù viene riempito di escrementi. Nei giorni in cui i cristiani vengono uccisi in tutto il mondo per la loro fede, questi infami insultano i simboli della cristianità, nascondendosi come topi dietro il paravento della libertà artistica. A me questa gente fa schifo».
Anche Fratelli d’Italia-AN del Trentino nella persona di Guerrino Soini, Responsabile del Dipartimento Famiglia e Difesa della Vita, a nome del direttivo provinciale del Partito e del Circolo di Rovereto, prende posizione circa la proposta dello spettacolo teatrale in cartellone all’auditorium Melotti martedì prossimo. «E’ un concetto universalmente riconosciuto – afferma Soini – il fatto che l’arte adotti forme e linguaggi fuori del comune, a volte anche forti e di altrettanto forte impatto sulla pubblica opinione. E’ altrettanto vero che non è lecito, nemmeno per l’arte, offendere il senso religioso di molte persone ed è altrettanto poco lecito strumentalizzare dei bambini per farlo. L’arte, in questa fase evolutiva, è alla ricerca del sensazionale ad ogni costo e talvolta, come in questo caso travalica il senso del buon gusto. Ma l’arte è fatta anche di questo e non sta a me giudicare anche se, obiettivamente, scambiare per arte una simile porcheria a me pare un tantino fuori luogo». Ma per Soini «quello che non rientra assolutamente nel lecito è il fatto che una pubblica istituzione, in questo caso i comuni di Trento e Rovereto, abbiano concesso il patrocinio ad un lavoro considerato blasfemo dai più, ma anche di impatto educativo fortemente negativo per l’utilizzo di fanciulli per rappresentare l’indegna azione di tirare dello sterco sul volto del Cristo, di quel Cristo che se fosse stato Maometto avrebbe suscitato un vespaio tale da far tremare le poltrone dei due sindaci e, magari anche di qualcun altro. Ma si sa, finché è Gesù ad essere “smerdato” si tratta d’arte, se si fosse verificato l’altro caso la politica, o almeno certa politica, avrebbe gridato allo scandalo chiedendo la testa di Tizio, Caio eppure di Sempronio».