Sistema moda Italia: l’11% delle imprese è localizzato in Veneto

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All’ateneo di Verona un convegno sull’industria della moda nell’Unione Europea

 

tendenze moda 1Il dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Verona ha ospitato il seminario “L’industria della moda nell’Unione Europea”, sostenuto dalla Commissione europea cui hanno partecipato oltre 200 persone nell’aula magna dell’ateneo scaligero. 

Si è trattata di una prima, finora unica, iniziativa finanziata in Italia dall’Unione europea – altri progetti finora realizzati, per esempio a Milano, sono stati promossi da organizzazioni private –rivolta principalmente a quei giovani che ambiscono ad operare nel settore del tessile, della moda e del design. Alla giornata hanno preso parte assieme agli studenti provenienti da tutto il Veneto, alcuni rappresentanti delle istituzioni europee, docenti universitari, professionisti del settore, giornalisti e avvocati, oltre che tecnici e consulenti esperti in materia fiscale, e di innovazione di prodotto con il coinvolgimento di Veneto Innovazione, rappresentato da Marco Gorini. 

L’occasione è stata inoltre proficua per presentare il progetto “Univr Fashion Week”, corso rivolto a circa 30 laureandi o laureati, provenienti da qualsiasi ateneo veneto, che avrà luogo a Verona dal 20 al 25 giugno prossimi, e dedicato alle sfide in ambito giuridico ed economico che l’industria della moda italiana ed europea si trova oggi ad affrontare nel mercato globale. 

La giornata si è aperta con i saluti di Donata Gottardi, giuslavorista, ex parlamentare europeo e direttrice del dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo scaligero; Matteo Ortino, direttore della scuola di dottorato in Scienze giuridiche ed economiche, Maria Caterina Baruffi, professore ordinario di diritto internazionale, oltre che ideatrice dell’iniziativa e coordinatrice accademica di UnivrFW, e Roberto Santaniello, membro della Commissione europea. I quindici relatori hanno affrontato nel corso della giornata i temi della concorrenza sleale, della tutela dei marchi e dei brevetti, dei trend globali del settore moda anche nei paesi emergenti, del commercio on line, della spinta crescente verso accordi internazionali e fusioni fra gruppi. 

Federico Perali, docente ordinario di politica economica, ha illustrato alcuni numeri che riguardano la realtà veneta e in particolare veronese: 9.500 aziende attive nel Veneto, 100.000 addetti, l’11% delle aziende nazionali, il 12% dell’occupazione del settore in Italia. Solo a Verona sono occupati circa 8.600 addetti nelle aziende tessili, di lavorazione della pelle per la produzione di borse e calzature, e nel confezionamento. 

L’imprenditore Raffaele Bonizzato ha delineato gli sviluppi del commercio elettronico «che vede all’attivo 4 miliardi di prodotti venduti attraverso la rete in Europa, con la creazione di 2,4 milioni di posti di lavoro collegati a questa forma di commercio».

Lo storico economico Carlo Belfanti dell’Università di Brescia ha ricordato le origini della moda in Italia nei primi anni ’50 per iniziativa di Giovanni Battista Giorgini, che decise di puntare sugli Stati Uniti come il mercato in grado di apprezzare il prodotto di alta gamma prodotto in Italia. 

Soddisfatta la coordinatrice del progetto Maria Caterina Baruffi «per l’ampia partecipazione, e orgogliosi che la Commissione europea, che sempre di più vuole valorizzare i territori e le vocazioni locali, abbia scelto Verona e non città come Milano o Firenze, tradizionalmente associati alla moda, per avviare questo corso. Il Veneto vede operare marchi e imprese di fama internazionale, che in questo settore creano occupazione, fanno crescere la creatività italiana, e producono il “Made in Italy”. Il ruolo dell’Unione europea può essere quello di motore propulsivo, con norme che non frenino l’impresa, ma al contrario rispondano a pieno ai bisogni dell’economia del territorio».