Le 13 strutture di supporto al finanziamento delle imprese attivano sinergie utili per ampliare la capacità economica
E’ stato presentato presso la sede di Unioncamere Emilia Romagna l’accordo promosso da “Confidi in Rete Emilia Romagna” per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese della regione.
Si tratta della prima iniziativa messa in campo dai 13 confidi promotori della rete, dopo la sottoscrizione del contratto avvenuta il 23 luglio 2015. Grazie alla sinergia tra i confidi della rete, le imprese potranno ottenere garanzie in pool fino all’80% su finanziamenti di un ammontare massimo pari a 1,5 milioni di euro, con una durata fino a 10 anni. Uno strumento concreto per rilanciare gli investimenti e per favorirne il finanziamento da parte delle banche.
I Confidi della rete (Agrifidi Emilia, Agrifidi Modena Reggio Ferrara, Agrifidi Uno Emilia, Confidi per le Imprese, Cooperativa di Garanzia per Commercianti Parma, Creditcomm, Finterziario, Garcom Piacenza, Confartigianato Forlì Cesena, Confartigianato Fidi Ferrara, Cofire Reggio Emilia, Confidi Romagna e Ferrara, Unifidi Parma) hanno chiuso il 2015 consolidando l’operatività realizzata nel 2014. I finanziamenti attivati sono stati pari a 370 milioni di euro a fronte di 368 milioni di euro erogati nel 2014. Le imprese socie al 31 dicembre 2015 erano 42.072 con un incremento di 203 unità rispetto al 2014.
In forza di questi risultati “Confidi in Rete” Emilia Romagna chiede alla Regione il riconoscimento di una piena legittimazione di tutti i confidi operanti sul territorio regionale, in base alla valutazione oggettiva dell’operatività realizzata.
I dati dell’attività svolta nel 2014 evidenziano chiaramente una maggiore operatività dei confidi aderenti alla rete nonostante siano stati, in molti casi, esclusi dalle politiche di sostegno alle imprese messe in atto dalla Regione, che hanno “premiato” gli organismi vigilati. Si chiede in particolare di modificare l’art. 14 della L.R. 14/2014 che riconosce il sostegno della Regione ai soli confidi vigilati, cosa non prevista dalla legislazione nazionale, rimarcata dagli articoli 54 e 55 della legge di stabilità 2014, in cui l’art.54 prevede l’equiparazione tra i confidi vigilati e le reti di confidi (con parametri molto inferiori rispetto a quelli di Confidi in Rete Emilia Romagna), e “sanzionata” anche da una recente sentenza dell’Antitrust.
Se l’obiettivo della Regione è quello di sostenere l’accesso al credito delle Pmi, non si comprende infatti come nella Legge Regionale 14/2014 sia stata prevista l’esclusione di alcuni confidi radicati sull’intero territorio regionale e operanti in tutti i settori produttivi, sulla base dell’appartenenza all’albo degli intermediari vigilati. Si ritiene inoltre che le risorse pubbliche destinate alle imprese debbano essere assegnate a tutti i confidi che aiutano le imprese a ottenere i finanziamenti di cui abbisognano, lasciando che sia il libero mercato a stabilire chi sia più o meno appetibile in termini di efficienza e di costi.
I Confidi aderenti a “Confidi in Rete” Emilia Romagna hanno scelto di mettersi in rete per offrire alle imprese servizi al minor costo possibile, rispondendo così all’auspicio di razionalizzazione del sistema regionale della garanzia, secondo criteri di efficacia ed efficienza, contenuto nel Patto per il Lavoro sottoscritto dalla Regione con le rappresentanze politiche, economiche e sindacali. Si ribadisce infine la richiesta affinché il ricorso al Fondo Centrale di Garanzia in Regione sia esclusivamente intermediato dai Confidi almeno per importi fino a 300.000 euro, come da tempo avviene in Toscana, nelle Marche e nell’Abruzzo.