In California -13%, al ribasso anche Cina, ma Mediterraneo tiene
Le stime per la produzione mondiale di pomodoro sono al ribasso per il 2016. In particolare il calo dovrebbe riguardare la California, che pur rimanendo il primo trasformatore a livello mondiale, dovrebbe diminuire di oltre il 13%. L’area del Mediterraneo, invece, dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile con volumi in linea con la campagna 2015, mentre la Cina dovrebbe registrare una leggera diminuzione. E’ quanto emerso al XII Congresso mondiale del pomodoro conclusosi a Santiago del Cile, appuntamento biennale che nel 2018 si terrà in Grecia.
A rappresentare l’Italia, Costantino Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro, prima realtà a livello nazionale e terza in Europa del settore. «Se verranno rispettate queste previsioni – ha commentato Vaia al termine dei lavori – dovremmo avere una situazione di sostanziale equilibrio tra consumi e produzione, con una certa stabilità del mercato. Ribadito poi come per aziende di questo settore sia di vitale importanza che sostenibilità e innovazione siano pilastri della strategia d’impresa». Inoltre, ha aggiunto Vaia, «il perdurare dell’attuale cambio con il dollaro, dovrebbe favorire ulteriori opportunità di crescita per quanto riguarda l’export, in particolare verso gli Stati Uniti, dove attraverso la nostra controllata Pomì Usa abbiamo chiuso un 2015 in crescita di oltre il 10%, consolidando una leadership come marchio di alta qualità. Nei prossimi mesi, otterremo un’ulteriore importante certificazione che ci permetterà di mettere in etichetta dei nostri prodotti una “carta d’identità”, come ulteriore garanzia nei confronti dei consumatori».